Le tappe della vertenza

a cura di Fiomnet


Le pagine del Coordinamento nazionale Electrolux Zanussi


 

12 dicembre 2005. Electrolux. Fim, Fiom, Uilm: approvata dai lavoratori l’intesa relativa allo stabilimento di Scandicci. Evitati i licenziamenti e definiti nuovi investimenti per il 2006

6 dicembre 2005. Gruppo Electrolux: il 92% delle lavoratrici e dei lavoratori di Firenze approva l’accordo

8 novembre 2005. S’intensifica la vertenza nel gruppo Electrolux

21 ottobre 2005. Electrolux. Landini (Fiom): “Molto alte le adesioni allo sciopero unitario di 2 ore realizzato oggi.” In tutta Europa, il primo action day promosso dalla Fem nel Gruppo

20 ottobre 2005. Comunicato sindacale su incontro Electrolux del 19 ottobre.

20 ottobre 2005. Venerdì 21 ottobre 2005 giornata di mobilitazione europea nel gruppo Electrolux.

4 ottobre 2005. Vertenza per il ritiro dei licenziamenti a Firenze per un vero piano industriale del gruppo in Italia 8 ore di sciopero e blocco dello straordinario e delle flessibilità.

21 luglio 2005. Vertenza Electrolux: comunicato coordinamento Rsu e Fim, Fiom, Uilm.

13 maggio 2005. Sciopero di 8 ore con manifestazione nazionale a Pordenone

 


 

 


Il 22 aprile, a Bologna, si svolge l’Assemblea delle/dei delegate/i delle aziende del gruppo Electrolux in Italia con all’ordine del giorno la valutazione della situazione contrattuale e industriale del Gruppo Electrolux e le future iniziative necessarie a riaprire il tavolo di trattativa per rinnovare l’integrativo di gruppo e salvaguardare l’occupazione.

L’assemblea – che così ribatte alle «intenzioni annunciate dal cda del gruppo, che mettono a rischio in Italia l’esistenza dello stabilimento produttivo di Parabiago (Milano, oltre 150 lavoratori) e prevedono il trasferimento di parte della produzione attualmente fatta nello stabilimento di Scandicci (Firenze) con conseguenti possibili riduzioni dei livelli occupazionali (attualmente 650 lavoratori)» – decide, tra le altre cose, di:

- chiedere all’azienda l’attivazione immediata di un tavolo di confronto e trattativa con l’azienda;

- realizzare assemblee per coinvolgere nella discussione tutti i dipendenti del Gruppo Electrolux;

- proclamare otto ore di sciopero per realizzare nella giornata di venerdì 13 maggio 2005 una manifestazione nazionale di tutti i dipendenti del Gruppo Electrolux a Pordenone.

 


Il 5 aprile, a Bruxelles, si svolge una riunione, convocata dalla Fem, dei sindacati metalmeccanici che in Europa sono interessati dalla presenza di stabilimenti produttivi del gruppo Electrolux. Fim, Fiom e Uilm, che hanno operato affinché si realizzasse questa discussione, si sono impegnate affinché si concretizzi una azione sindacale condivisa e comune dei sindacati europei nei confronti del gruppo Electrolux, capace di contrastare la logica dell’asta competitiva fra stabilimenti e lavoratori di diversi paesi, di realizzare uno sviluppo sostenibile senza chiusura di siti produttivi, migliorando la qualità del lavoro e dei prodotti.

 


Nel frattempo, il 25 marzo, dopo il favorevole esito del referendum tra i lavoratori,viene firmato il contratto integrativo aziendale tra le organizzazioni sindacali e il gruppo Acc, fornitore di Electrolux, uno dei maggiori produttori mondiali di componentistica per elettrodomestici (motori e compressori), con la sede a Pordenone e 7.000 dipendenti divisi in dieci stabilimenti, tre dei quali in Italia (Pordenone, Rovigo e Mel, nei quali sono impiegati 2.000 dipendenti).

L’accordo «rappresenta, pur nella mediazione salariale realizzata, il raggiungimento sostanziale di molti obiettivi della piattaforma e un decisivo passo in avanti nella tutela dell’occupazione dei diritti contrattuali e individuali, oltre che nella certezza di reddito dei lavoratori del gruppo Acc».


All’inizio del 2005, anziché riaprire il tavolo della trattativa con le Rsu e Fim Fiom Uilm, l’azienda sceglie di rivolgersi con un comunicato direttamente a tutti i dipendenti, sostenendo che per ragioni di mercato non è possibile rinnovare il contratto integrativo aziendale nel gruppo Electrolux.

A meno che, le lavoratrici e i lavoratori le loro Rsu e le Organizzazioni Sindacali accettino «l’attivazione periodica e sicura di una flessibilità produttiva» strumento, secondo l’azienda, capace di dare soluzione a ogni problema.

Inoltre, il CdA Electrolux, annuncia l’avvio di un riesame di tutte le unità produttive del gruppo per decidere entro il 2008 quali e quante trasferire in funzione dei costi di produzione. Una logica di asta competitiva che nei fatti contrappone tra di loro lavoratori di diverse nazionalità è ingiusta e inefficace. Ingiusta perché produce soltanto un progressivo abbassamento dei salari e dei diritti, inefficace perché si ripropone prima o poi in ogni paese non garantendo quindi né stabilità occupazionale né crescita complessiva sui mercati per l’impresa.

 


- Duemilaquattro. La piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo aziendale di lavoro per i dipendenti delle aziende del gruppo Electrolux in Italia è stata inviata da Fim, Fiom e Uilm all’azienda il 2 marzo 2004. La trattativa è cominciata il 13 aprile evidenziando da subito la grande distanza tra le rivendicazioni sindacali e le disponibilità aziendali.

Durante tutto il 2004 non ci sono stati significativi passi in avanti e le posizioni tra le parti sono rimaste pressocché le stesse, vale a dire molto lontane, risultato dell’atteggiamento di chiusura totale dell’azienda alle richieste sindacali.

A novembre, dopo due giornate di lotta (14 luglio e 1 ottobre), 22 ore di sciopero e il blocco del lavoro straordinario proclamato da Fim, Fiom e Uilm, l’azienda piuttosto che avviare una trattativa vera partendo dalla piattaforma dei sindacati – votata dalle lavoratrici e dai lavoratori – ha presentato un proprio documento da cui si capisce che cosa intende per flessibilità produttiva, cioè: 

- aumento del ricorso a forme di lavoro precario fino ad almeno il 24% della forza lavoro, riducendo così le assunzioni a tempo indeterminato negli stabilimenti del gruppo;

- revisione dell’ attuale regola contrattuale che permette al singolo dipendente dopo 24 mesi di contratto a termine di essere assunto a tempo indeterminato;

- di poter disporre “in un quadro di certezza di realizzazione” di 96 ore pro capite annue “di masse di orario” con introduzione del possibile 2° turno il sabato con penalizzazione economica qualora a livello di stabilimento non si raggiungessero accordi iniziali o anche di aggiornamento;

- di raggiungere entro il 2006 fermate collettive (ferie) nel periodo estivo non superiori alle 2 settimane consecutive;

- solo a fronte della possibilità di poter disporre degli strumenti prima dichiarati è per l’azienda possibile un aumento di 100 euro all’anno del pdr per un totale di 300 euro annua a regime nel 2007;

- il trasferimento da salario variabile a salario fisso di una quota mensile pari a 63 Euro attraverso l’eliminazione dell’attuale premio prodef.