Scheda informativa a cura della Fiom-Cgil
Il gruppo Acc è uno dei maggiori produttori mondiali di componentistica per elettrodomestici (compressori e motori). Ha un fatturato di 700 milioni di euro, produce 33 milioni di pezzi all’anno, conta 7.000 dipendenti, distribuiti in 10 stabilimenti produttivi nel mondo (Austria, Germania, Spagna, Ungheria, Cina) di cui tre sono in Italia (Mel di Belluno, Rovigo, Pordenone) in cui sono occupate 2.000 persone. La direzione del Gruppo è a Pordenone. UN
IMPORTANTE E SIGNIFICATIVO ACCORDO E’
STATA RAGGIUNTO, DOPO UNA LUNGA VERTENZA CHE SI E’ CONCLUSA CON L’
APPROVAZIONE DA PARTE DEI LAVORATORI DEL GRUPPO. L’ accordo, è così articolato: 1. un piano industriale per gli anni 2004-2009 che prevede 200 milioni di euro di investimenti di cui 60 milioni di euro riguardano nuove piattaforme di prodotto da realizzare negli stabilimenti italiani; 2. viene regolato un aumento dell’utilizzo degli impianti su base annua; 3. si mantengono i livelli occupazionali e tutti i siti produttivi in Italia; 4. si realizza un rinnovo del contratto aziendale fondato sui seguenti punti: - non applicazione della Legge 30; - ricorso a contratti a termine e lavoro interinale in una misura massima del 15% sul totale della forza lavoro; - dopo i 24 mesi di rapporto di lavoro a termine o interinale si acquisisce il diritto alla trasformazione a tempo indeterminato dell’assunzione; - innalzamento del part-time al 7%; -
utilizzo massimo di 32 ore annue di flessibilità dell’orario
utilizzabili dall’azienda, in corso d’anno, con modalità e periodi di
collocazione da concordare con - elevazione delle maggiorazioni economiche orarie, in caso di ricorso all’orario di lavoro flessibile; - pieno utilizzo della banca ore ed eliminazione di ogni franchigia oraria; - 8 ore di permesso annuo retribuito aggiuntivo per chi è coinvolto nella turnistica 6 ore x 6 giorni x 4 squadre; - possibilità per i lavoratori immigrati di commutare ferie e permessi retribuiti; - consolidamento di un aumento mensile fisso pari a 75 euro erogato a tutti i lavoratori a prescindere dall’anzianità di assunzione e non oggetto di conguaglio; - aumento delle indennità per il lavoro a turni in ore notturne, in cui è coinvolto oltre l’80% dei dipendenti del gruppo in Italia, che rappresentano la gran parte degli aumenti salariali e che mediamente vanno dai 25 ai 70 euro al mese a seconda dei nastri orari. - un Premio di risultato annuo aumentato di 200 euro per un totale a regime di 1.600 euro annue; - erogazione di una una tantum per arretrati pari a 225 euro. Nei
giorni 22 e 23 marzo l’intesa dopo l’ approvazione delle RSU, è stata
sottoposta al referendum tra tutti i dipendenti del gruppo.
Circa
l’ 80 % dei lavoratori ha approvato l’ ipotesi di accordo. Il
25 marzo, presso l’Unindustria di Pordenone le parti hanno siglato l’
intesa CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
L’accordo
ACC, a cui si arriva dopo oltre 1 anno di vertenza, contrassegnata da
iniziative di lotta ed intrecciata con le ricadute relative al piano
industriale in alcuni stabilimenti del gruppo, rappresenta un fatto
positivo rispetto alla situazione del settore ed allo stesso tempo, permette
il raggiungimento di molte delle richieste della piattaforma sindacale
basate sulle certezze dell’ occupazione e del salario. Viene
infatti confermata una politica di investimenti in innovazione tecnologica
e di prodotto che oggi è l’ unica garanzia di mantenimento
occupazionale di fronte alle strategie di taglio dei costi e di
delocalizzazione che molti grandi gruppi inseguono a danno dell’
occupazione. Inoltre vengono definite tutele a garanzia dei lavoratori precari, evitando l’ introduzione delle tipologie previste dalla legge 30, come il lavoro a chiamata e il lavoro in affitto, viene limitato l’ utilizzo dei contratti temporanei e definito un percorso per la trasformazione a tempo indeterminato. La flessibilità di orario viene contenuta in tetti massimi definiti e regolata a livello aziendale, con precise contropartite economiche e in termini di permessi. Per i lavoratori sulle turnistiche più disagiate come il 6X6X4 viene ottenuta una ulteriore riduzione di orario su base annuale. Sul salario infine, nonostante i modesti incrementi ottenuti sul Premio di Risultato, viene trasformato una quota importante di salario variabile in retribuzione fissa mensile, che ormai rappresenta la quota maggioritaria del salario aziendale. La gran parte degli aumenti disponibili, sono stati collegati al disagio del lavoro notturno, dove le maggiorazioni complessive permettono di raggiungere una retribuzione oraria di oltre 12 Euro sulle ore notturne, che aumenta in presenza di turni collocati nel fine settimana. La scelta di concentrare gli aumenti disponibili e le riduzioni di orario sui nastri orari più disagiati è una scelta obbligata in un gruppo dove oltre l’ 80% dei lavoratori sono a turno e dove l’ utilizzo degli impianti è una scelta industriale necessaria collegata alla tipologia del prodotto. Questa intesa dunque segna una
positiva controtendenza alla logica dei tagli sui salari, sui diritti
individuali e sulla gestione unilaterale degli orari di lavoro che molti
grandi gruppi stanno perseguendo. Gli elementi positivi di rafforzamento
della contrattazione e di valorizzazione del lavoro contenuti nell’
intesa, non a caso stanno dentro una scelta di qualificare il prodotto e
le produzioni attraverso gli investimenti
sull’ innovazione di prodotto e di processo, come alternativa
concreta alle delocalizzazioni anche su produzioni giudicate mature. A
differenza di quanto avviene in Electrolux dove sugli stessi temi è
aperta una vertenza che dura da oltre 1 anno e dove la minaccia della
delocalizzazione viene usata per comprimere salari e diritti dei
lavoratori. |