Flextronics - Lares Tecno


 

 

Comunicato sindacale sul polo elettronico aquilano. 21 dicembre 2005

Comunicato stampa Cgil, Cisl, Uil e Fim, Fiom, Uilm su Lares Tecno. Roma, 15 aprile 2003

Quale futuro per il polo elettronico de L'Aquila. Interviste, foto e resoconto dell'assemblea dei lavoratori Flextronics e Lares tecno. L'Aquila, 3 marzo 2003

Comunicato stampa Cgil, Cisl, Uil e Fim, Fiom, Uilm su Flextronics. Roma, 21 febbraio 2003

Comunicato stampa Cgil, Cisl, Uil e Fim, Fiom, Uilm su Flextronics. Roma, 14 febbraio 2003

Comunicato stampa Cgil, Cisl, Uil e Fim, Fiom, Uilm. Roma, 22 gennaio 2003

-> 23/01/2003 - Ufficio stampa e relazioni esterne. Nota stampa: Elettronica. A Roma la protesta dei lavoratori del polo industriale de L’Aquila.


22 gennaio 2003. A Roma i lavoratori di Flextronics e Lares Tecno (L'Aquila)

Oggi a Roma, si è svolta una manifestazione organizzata da Cgil-Cisl-Uil nazionali e Fim-Fiom-Uilm nazionali, con  un presidio davanti a Palazzo Chigi, in occasione dell'incontro col governo.

Abbiamo chiesto al responsabile del settore telecomunicazioni della Fiom nazionale e ad alcuni lavoratori delle due aziende del polo aquilano le impressioni ricevute dopo l'incontro.

 

 

Canio Calitri, Fiom nazionale, settore informatica e telecomunicazioni

La situazione è di grave crisi occupazionale, perché sono in discussione circa 1.500 posti di lavoro. Flextronics, che è una multinazionale che ha commesse Siemens, con 938 dipendenti, ha deciso di abbandonare il sito de L'Aquila, e la Lares Tecno, altra società di 230 persone, che vive una grave crisi finanziaria, fa parte di un gruppo che ha un altro stabilimento a Milano, verso cui sta dislocando parte della produzione.

L'incontro di oggi voleva porre la necessità di una assunzione da parte del governo della vertenza del polo aquilano come vertenza nazionale. In questo, l'obiettivo è stato raggiunto, perché il sottosegretario Letta insieme al ministro Marzano, che hanno condotto l'incontro, ci hanno assicurato che questa vertenza sarà seguita direttamente dalla presidenza del Consiglio. Allo scopo, hanno costituito un loro gruppo di lavoro formato da vari ministeri (Sviluppo Italia, ministero delle Attività produttive, del Lavoro, delle Comunicazioni), che dovrebbe istruire un'ipotesi di soluzione al problema.

Noi abbiamo posto essenzialmente due questioni: che ci sia una continuità produttiva a L'Aquila, che ci sia il mantenimento di una vocazione elettronica del polo aquilano, aggiungendo eventualmente altre attività produttive, per salvaguardare la specificità professionale e industriale di quel sito. A tal proposito non siamo entrati in una trattativa di merito, le questioni verranno affrontate da questo gruppo di lavoro, dopo di che ci sarà un'altra convocazione sempre alla presidenza del Consiglio. Nel frattempo, i lavoratori hanno deciso di istituire un presidio permanente sotto a Palazzo Chigi, oltre ai presidi che già stanno mantenendo davanti alla fabbrica, per evitare che produzioni e macchinari vadano via.

Abbiamo poi posto un'altra questione al governo: che venga mantenuta la produzione in questa fase, che non ci sia una sospensione dell'attività, seppure ridotta che c'è adesso, e soprattutto che le commesse che attualmente sono patrimonio del polo aquilano non vengano dirottate presso altre destinazioni.

Luigi Magnante, Flextronics

Il giudizio che esprimiamo sull'incontro di oggi è un giudizio che ci fa pensare di essere molto lontani dalla soluzione dei nostri problemi. Esiste una certa  sproporzione fra la mobilitazione svolta finora e il risultato, che comunque in un solo punto, credo, vada apprezzato, che è quello che il nostro problema ha assunto una dimensione nazionale e quindi il governo, in prima persona, dovrà impegnarsi a trovare delle soluzioni. Il senso, per quanto riguarda la continuità della nostra lotta, lo possiamo indicare nel presidio che abbiamo realizzato oggi stesso sotto a Palazzo Chigi, che ha anche un valore simbolico: il presidio davanti allo stabilimento de L'Aquila è stato raddoppiato su Palazzo Chigi, quindi questo traduce una forte, fortissima determinazione e volontà da parte dei lavoratori della Flextronics di trovare una soluzione industrialmente credibile e che abbia una connotazione occupazionale e sociale adeguata.

Ci stiamo preparando a restare anche per un lungo periodo, però valuteremo coi risultati raggiunti la nostra permanenza a Roma, comunque siamo determinati a proseguire; anche perché a L'Aquila da domani continuerà il presidio dei lavoratori, che si stanno alternando nella cassa integrazione al 50% a rotazione su un periodo quindicinale (su un totale di 938 lavoratori).

 

Albamaria Buttari, Lares Tecno

Nella nostra fabbrica da due anni c'è la cassa integrazione, e da un anno lo stabilimento è chiuso per crisi aziendale, e lo resterà fino a giugno. Per ora non vediamo soluzioni perché la nostra azienda, contrariamente alla Flextronics, vuole restare sul territorio, ma c'è il problema finanziario: dalle banche ci sono state risposte negative, quindi speriamo che il governo intervenga in qualche modo e ci faccia rimanere a L'Aquila. Facciamo il presidio a Roma insieme alla Flextronics, perché il polo elettronico è unito e chiediamo insieme una soluzione, chiediamo il lavoro.

Oltre alla grave situazione finanziaria, per cui la nostra azienda non ha più liquidità e non riesce ad andare avanti, c'è anche un problema produttivo, perché comunque esiste un'altra azienda a Milano, la Lares Cozzi, che sta in piena produzione - anche se ha dichiarato un esubero di 150 posti di lavoro - per cui c'è un tentativo di suddividere, tant'è che noi chiediamo che ci sia una fusione con lo stabilimento milanese, che si faccia un unico piano industriale, che ci sia un intervento finanziario, oltre che delle banche, di altri soggetti, in modo tale che questa produzione resti a L'Aquila.