Comunicato stampa Cgil, Cisl, Uil e Fim, Fiom, Uilm su Flextronics

 

Cgil-Cisl-Uil e Fim-Fiom-Uilm hanno deciso di imprimere un’accelerazione alla vicenda della crisi del polo industriale aquilano, avviando una nuova fase d’iniziativa politica e di movimento.

Ad oltre 20 giorni dalla manifestazione che ha portato a Roma le lavoratrici e i lavoratori della Flextronics e della Lares Tecno e a cui fece seguito l’incontro con il governo Cgil-Cisl-Uil e Fim-Fiom-Uilm sono ancora in attesa che da Palazzo Chigi giunga la promessa riconvocazione.

Ogni giorno che passa cresce la preoccupazione e con essa la tensione sociale tra i lavoratori e nell’opinione pubblica dell’intero comprensorio aquilano.

Le ragioni della lotta dei lavoratori sono chiarissime.

La crisi in atto è determinata da un imprenditore inaffidabile che dopo aver mancato clamorosamente agli impegni a suo tempo assunti ora vuole andarsene portando con sé le commesse Siemens. Ciò non può e non deve essere consentito. La prima responsabilità politica a cui Cgil-Cisl-Uil e Fim-Fiom-Uilm chiamano il governo è quella di chiarire a Flextronics che senza la continuità del suo impegno diretto sul territorio aquilano non può contare sulla disponibilità delle commesse.

La continuità produttiva e la salvaguardia della vocazione industriale elettronica del sito aquilano sono le condizioni-chiave per dare uno sbocco positivo alla crisi e alla vertenza in atto.

In vista di questo obiettivo il governo è chiamato ad assicurare la continuità della localizzazione delle commesse da parte di Siemens presso il sito aquilano (ma anche da parte di Telecom) e ad individuare le alternative imprenditoriali necessarie.

In questo contesto possono essere efficacemente inserite tutte le iniziative in grado di produrre più innovazione e diversificazione della vocazione industriale del territorio, attirando nuova imprenditorialità, valorizzando quella esistente o che ha già operato proficuamente in quella realtà e utilizzando tutti gli strumenti della programmazione territoriale che possono assicurare il reperimento delle risorse necessarie.

Insomma non un piano per gestire il declino industriale del territorio, bensì un piano di rilancio e di sviluppo.

Mentre sollecitano la riconvocazione in sede di governo, Cgil-Cisl-Uil e Fim-Fiom-Uilm non intendono stare a guardare a braccia conserte.

E’ stato deciso un programma di rafforzamento della mobilitazione intensificando il rapporto con tutte le istituzioni locali e con i cittadini e potenziando la visibilità della lotta dei lavoratori attraverso il presidio romano.

Al tempo stesso Cgil-Cisl-Uil e Fim-Fiom-Uilm hanno deciso di dare vita ad iniziative mirate, di respiro nazionale, da svolgersi a L’Aquila a sostegno della vertenza, nell’ambito delle prospettive del settore dell’industria dell’elettronica per le comunicazioni.

L’obiettivo è quello di mettere le proposte del sindacato al centro di un vasto e ampio confronto pubblico tra le forze imprenditoriali locali e nazionali, le forze politiche, le istituzioni e il governo.

 

Roma 12 Febbraio 2003