Comunicato
stampa Cgil, Cisl, Uil e Fim, Fiom, Uilm La mobilitazione dei lavoratori aquilani, che hanno portato per le vie della capitale la loro determinazione a contrastare la crisi occupazionale del polo elettronico, ha segnato il decisivo risultato di conferire alla vertenza un carattere spiccatamente nazionale. Una
delegazione di lavoratori guidata da Cgil, Cisl, Uil nazionali, Fim, Fiom,
Uilm nazionali, unitamente alle strutture sindacali territoriali, è stata
ricevuta dal governo rappresentato dal sottosegretario Letta e dal ministro
Marzano. All’incontro erano presenti i sindaci del comprensorio, le istituzioni provinciali e regionali ed esponenti parlamentari. Nel
corso dell’incontro, la posizione esposta dalle Organizzazioni sindacali
è stata nettissima: dalla crisi si esce soltanto salvaguardando e
rilanciando la vocazione industriale del polo elettronico aquilano. Si
possono senz’altro considerare attività aggiuntive, ma non sono
possibili operazioni di sostituzione della vocazione industriale del polo
stesso. Le
Organizzazioni sindacali hanno preso atto delle dichiarazioni del governo
che ha convenuto sul carattere nazionale della vertenza, riconoscendo
altresì che la soluzione della crisi parte dalla riconferma della
centralità della vocazione industriale del polo aquilano. Le
Organizzazioni sindacali hanno ribadito che la validità del confronto
parte dalla riconferma della continuità produttiva e dal mantenimento
delle commesse in essere a L'Aquila e dalla improponibilità di ogni
provvedimento unilaterale. Le
Organizzazioni sindacali hanno preso atto che il governo intende istituire
un gruppo di lavoro per indagare tutte le possibilità di soluzione della
crisi e si è impegnato a riconvocare il tavolo di confronto triangolare
con Organizzazioni sindacali ed istituzioni locali a Palazzo Chigi. A
partire da oggi, mentre proseguiranno tutte le forme di mobilitazione
necessarie, viene istituito un presidio permanente dei lavoratori aquilani
sotto Palazzo Chigi che si aggiunge a quelli già in atto sul territorio
stesso. Roma, 22 gennaio 2003 |