1°Maggio a Portella della Ginestra


Storia | Interviste | Foto | Conclusioni di Claudio Sabattini


Francesco Cantafia – Segretario generale della Camera del lavoro di Palermo

Per la festa del Primo Maggio noi siamo sempre venuti qui, ci venivamo prima della strage di Portella e ci veniamo da allora tutti gli anni, non siamo mai mancati. L’unico anno che a Portella non c’è stata la manifestazione è stato quando è morto Pio La Torre, assassinato dalla mafia il 30 aprile. Quella volta il Primo Maggio coincise per noi con i funerali di Pio.

Quest’anno si celebra qualcosa in più. Ci sono, infatti, due eventi che in qualche maniera simbolicamente sottolineano questa nostra tradizione: i cento anni della fondazione della Camera del lavoro di Palermo e i cento anni della fondazione della Fiom. Cento anni fa si costruivano le grandi organizzazioni operaie e contadine, nel nostro paese e in Europa, per difendersi da un padrone e un padronato che non voleva che i lavoratori avessero diritti, salari giusti, condizioni di lavoro accettabili e così via.

Adesso l’assemblea di Parma ci ripresenta un padronato che vuole le cose di cento anni fa. Vogliono riportare indietro gli orologi e vorrebbero di nuovo contratti individuali, contratti precari, contratti a tempo determinato, non vogliono più il sindacato tra i piedi perché lo considerano un ingombro e un costo in più che non possono sopportare: siamo in qualche maniera di fronte a una Confindustria che non ha imparato niente dalla storia.

I diritti hanno rappresentato il sorgere e il consolidarsi delle grandi democrazie. Senza i diritti non ci sarebbe democrazia e non ci sarebbe neanche sviluppo.


Francesco Piastra – Segreteria della Fiom di Palermo

Portella della Ginestra ci riporta indietro di 54 anni, quando furono uccisi alcuni lavoratori che, in una condizione diversa da quelli di oggi, festeggiavano il Primo Maggio. Essa rappresenta un ricordo e una continuazione nelle battaglie del lavoro, per migliorare la qualità della vita dei lavoratori. Allora come oggi.

Per Palermo questa è una fase difficile, ci sono tantissime vertenze aperte, l’industria metalmeccanica soffre, le grosse partecipazioni statali sono in disarmo. Abbiamo difeso con i denti Fincantieri per il mantenimento dello stabilimento a Palermo e oggi i lavoratori sono in testa a questo corteo. La presenza dei lavoratori in questa festa del Primo Maggio, pieno di tensione per i fatti che sono successi in questi mesi in città, ci fa oggi ben sperare per continuare la nostra battaglia nei prossimi giorni.


Michele Costanza – Direttivo provinciale Fiom Palermo

L’importanza di questa manifestazione è quella di tenere sempre più alta l’attenzione su quelle che sono state le vicende di mafia che hanno insanguinato per tanti anni la Sicilia. Questa scia, purtroppo, non si è conclusa e da qui la necessità di tenere alta l’attenzione, l’impegno e la costanza nel rivendicare veramente e fino in fondo la libertà della nostra terra da quello che è stato per decenni un dominio di terrore, in cui la Sicilia è stata un ghetto, ha avuto delle ricadute incredibili in termini di economia, di sottomissione, di poco riscatto e poca emancipazione, a causa di questa piaga della mafia che, purtroppo, è ancora da debellare.


Mimma Argurio – Segretaria generale Fiom Trapani

E’ importante ricordare questo giorno nell’organizzazione sindacale, nella difesa dei diritti e nella tutela dei lavoratori. Ogni giorno siamo esposti nel fare il nostro lavoro, nel tutelare molti lavoratori che hanno il lavoro e molti, purtroppo, che lo perdono. Il Primo Maggio rappresenta il giorno in cui non si deve più tornare indietro; è necessario che la nostra attività quotidiana dia certezza a tanti di quei giovani che oggi vengono inseriti nel mondo del lavoro senza meccanismi legali. Penso a quanti giovani siciliani del mio territorio lavorano in maniera precaria, sfruttati, senza avere le minime garanzie previste dai contratti. Penso a quei giovani per cui si innesca, purtroppo, un meccanismo di mercato del lavoro drogato, malato, dove c’è poca possibilità di accesso secondo le normali regole, dove si pratica una guerra tra “poveri”, perché molto spesso ci sono giovani lavoratori anche qualificati che si accontentano di lavorare per un pezzo di pane, per 3/400.000 lire al mese. Questo noi non dobbiamo permetterlo ma combatterlo, è una battaglia che ognuno di noi deve fare.

Questo Primo Maggio è particolarmente significativo per gli attacchi che vengono mossi di continuo all’organizzazione sindacale, alla nostra categoria. Perché se in Sicilia non coniughiamo lo sviluppo e la difesa del lavoro con la legalità è come aver fatto un lavoro morto: la legalità deve essere prioritaria, per creare uno sviluppo serio. E’ compito nostro, è compito delle persone che rappresentiamo.


Giovanna Marano - Segreteria regionale Cgil

Portella ha un significato simbolico in un momento in cui stanno avvenendo moltissimi nuovi movimenti e riposizionamenti della mafia nelle attività economiche. Attorno a questo assordante silenzio con la celebrazione del Primo Maggio a Portella della Ginestra la Cgil non solo rivendica un ruolo da protagonista nella lotta contro la mafia ma riaccende la memoria rispetto alla necessità che si sente, tra i giovani, i lavoratori e le lavoratrici, di rilanciare rispetto a questo fronte una battaglia molto più incisiva. E che al di là di tutte le discussioni che si possono aprire in campagna elettorale su questo fronte, ci faccia intervenire su un terreno più concreto di pratica della legalità. Ricordare Portella ha grandissimo valore e significato, in una Cgil che è stata vittima degli eccidi più efferati della mafia e che oggi riafferma il suo ruolo di protagonista rispetto al fronte della lotta contro la mafia.