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				Direttiva del Parlamento Europeo su congedo di maternità e di 
				paternità 
				  
				
				Ieri 
				il Parlamento Europeo ha approvato, con un voto di stretta 
				misura (Voto finale 390 a favore 192 contro e 59 astensioni
				) , una importante Direttiva in tema di diritti delle 
				donne in materia di congedi di maternità e istituito per la 
				prima volta un diritto anche per i padri lavoratori ad usufruire 
				di un congedo obbligatorio di paternità 
				
				Si 
				tratta solo di una prima e faticosissima tappa per "migliore" la 
				direttiva europea del 1992 a tutela delle condizioni di salute e 
				sicurezza delle lavoratrici madri. 
				
				E' 
				una prima lettura del PE arrivata a completamento di un 
				percorso irto di ostacoli frapposti dalla destra ed 
				esplicitamente dalle organizzazioni padronalia livello europeo 
				ed italiano che hanno attaccato il testo accusandolo di 
				essere irrealistico per le imprese, di costare troppo, 
				di non tutelare l'occupazione anzi di essere a svantaggio delle 
				donne. 
				
				E' 
				stato un voto serrato soprattutto per riuscire ad estendere la 
				fruizione di un congedo per maternità ininterrotto di almeno 20 
				settimane (la direttiva del 1992 ne prevedeva solo 14 e la 
				proposta legislativa della Commissione europea del 2008 - quella 
				che ha dato il via al processo di modifica - ne chiedeva 18 
				fermo restando ovviamente le misure legislative migliori già 
				esistenti negli Stati membri : l'Italia è tra queste). 
				
				
				L'ostruzionismo della destra ha ritardato l'adozione delle 
				modifiche già contenute in un rapporto pronto al termine della 
				scorsa legislatura e poi rimodificato a Marzo scorso. 
				
				Sono 
				stati richiesti studi aggiuntivi di impatto economico a 
				consulenti esterni che ne hanno confermato la positività per 
				un aumento dell'occupazione femminile nell'UE;  
				
				
				Positive e molto innovative le parti a tutela della salute 
				riproduttiva di donne e uomini per cui viene richiesta 
				un’analisi specifica dei rischi connessi a materiali, posture, 
				ritmi, orari e ambiente da inserire a pieno titolo nella 
				rilevazione dei rischi che l’azienda è tenuta a fare ai sensi 
				delle normative nazionali. 
				
				Così 
				come sono molto importanti le norme sull'estensione del 
				congedo in caso di complicanze ( anche nel caso di nascita 
				di feto morto) e nel caso di nascita di figli disabili o di 
				parti gemellari. e tutte le tutele per il reinserimento 
				al lavoro, la non perdita della retribuzione, degli aumenti 
				salariali, degli avanzamenti di carriera, l’inserimento del 
				concetto di sanzionabilità delle aziende in caso di mancato 
				rispetto di tali norme da parte. 
				
				E’ 
				stato introdotto , anche se ancora in forma debole e ridotta, 
				un congedo di paternità di almeno 2 settimane, coincidenti col 
				periodo del congedo obbligatorio per la madre, egualmente 
				retribuito al 100% della retribuzione, ed estese ai lavoratori 
				che ne usufruiscono le tutele contro i licenziamenti previsti 
				per le lavoratrici madri; tutele e diritti che vengono 
				ulteriormente rafforzati per evitare i licenziamenti illegittimi 
				e per prevenire discriminazioni. 
				
				
				Troverete di seguito allegato il testo della direttiva ; 
				
				tutte le parti modificate sono 
				in grassetto rispetto al testo originario del 1992, le parti 
				evidenziate in giallo sono opera mia. 
				
				
				L'ultima pagina in grigio comprende le conclusioni del testo 
				della direttiva del 1992 che di fatto una volta adottato questo 
				o un testo negoziato con il Consiglio decadranno. 
				
				
				Purtroppo sebbene il PE abbia approvato un testo innovativo e 
				molto positivo, la Direttiva per essere definitivamente in 
				vigore deve passare al vaglio del Consiglio, cioè con i Governi 
				degli Stati Membri che sicuramente, nella loro maggioranza 
				proveranno a condizionare nuovamente a destra il testo, per 
				arrivare quindi ad una seconda lettura che ne stemperi l’impatto 
				prima dell’ adozione definitiva. 
				
				Per 
				questo è molto importante che in tutti i paesi ,e in particolare 
				nel nostro che più ha contrastato l’iter di questa direttiva, 
				sui punti qualificanti di questa Direttiva si sviluppi una 
				mobilitazione e un dibattito, a partire dal protagonismo delle 
				donne nel sindacato e fuori, con un coinvolgimento convinto di 
				tutto il movimento sindacale a partire dalla FIOM e dalla CGIL. 
				
				I 
				diritti che questa Direttiva afferma sono in direzione opposta 
				alla strategia liberticida che il “Collegato lavoro” e la 
				distruzione dei contratti nazionali attraverso le deroghe, 
				vogliono affermare nel nostro paese. 
				
				Questi 
				temi saranno approfonditi nelle prossime riunioni e scadenze 
				della Rete donne Fiom e nel CC. della Fiom. 
				  
				
				
				Roma, 21 ottobre 2010 
				  
				
				Fiom 
				nazionale 
				
				
                    
                  
				la direttiva 
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