COMUNICATO STAMPA
I lavoratori insieme alla Rsu, sono allibiti e sconcertati per aver appreso la notizia della chiusura dello stabilimento di San Giovanni Vno.
Da tempo conoscevamo le difficoltà vissute dal gruppo a causa della complessità della crisi che nel settore della siderurgia ha mostrato una delle sue parti peggiori, sia per la riduzione dei volumi sia per l'innalzamento dei livelli di concorrenza che per l'aumento del costo di approvvigionamento della materia prima, ma nonostante tutto, abbiamo affrontato il triennio 2008/2011 cercando di trovare la forza e le soluzioni che potessero riaprire prospettive degne per un sito produttivo importante, per nome e storia, come quello che ci vede occupati.
Stiamo parlando della ex ferriera(140 anni si storia), un punto di riferimento dell'intera comunità, non solo Sangiovannese ma di tutto il Valdarno, capace di garantire nel tempo tenuta occupazionale e contribuire a determinare la ricchezza e lo sviluppo del territorio.
Proprio per questo, caricandoci di responsabilità, motivazione e merito, aperta una discussione dalle Organizzazioni Sindacali, sostenuta ed approfondita con noi lavoratori, abbiamo deciso di scommettere sul nostro futuro portando il gruppo AFV Beltrame alla stesura di un Piano Industriale che integrasse il nostro stabilimento e lo rilanciasse.
Abbiamo accettato il percorso della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per Ristrutturazione perchè attraverso questo ammortizzatore si individuava il percorso di uscita dalla crisi e attraverso la riqualificazione e formazione delle maestranze previsto in questo accordo, l'occasione per rimanere competitivi sul mercato della siderurgia e sulle politiche del gruppo.
Un accordo che per l'economia della proprietà rappresentava un opportunità visto che la parte predominante delle risorse non venivano concentrate qui ma indirizzate al potenziamento di altri stabilimenti del gruppo, infatti su San Giovanni venivano destinate limitate risorse per l'ordinaria manutenzione e mantenimento del complesso produttivo.
Malgrado questo, nonostante le difficoltà ci siamo misurati con il mercato e con l'interesse del gruppo dimostrando nei risultati l'efficienza e la professionalità dei lavoratori.
Si sono evidenziate tutte le peculiarità di questo stabilimento che trova nella versatilità e nella flessibilità le armi migliori per imporsi con la concorrenza ma anche con gli altri stabilimenti del gruppo.
Con il tempo e a seguito di operazioni di trasferimento di produzione verso
Vicenza e Torino il gruppo ha preso visione a suo scapito anche della qualità che San Giovanni riusciva a garantire e che altri non hanno soddisfatto.
Siamo nati con il ferro e possiamo dimostrare di poterlo e di saperlo ancora fare.
Questa era e rimarrà la nostra scommessa nei confronti del gruppo.
Una proprietà che si è dimostrata sfuggente ogni qualvolta abbiamo provato ad affrontare una discussione di merito. La stessa proprietà che nel tempo ha saccheggiato nicchie di mercato prodotti e produzioni a vantaggio di altri ridimensionando e depotenziando un sito produttivo che nel tempo è passato da 140ml tonnellate alle 50ml che erano previste nell'accordo di cassa e che garantirebbero il pareggio di bilancio.
Con produzioni che per circa il 60%-70% sono redditive sul mercato oltre alla possibilità di diversificazione soprattutto sui bassi profili non producibili altrove non possiamo accettare la forzatura dell'azienda che ci vuole fuori da una logica di gruppo e che vuole chiuderci, manifestando il massimo della scorrettezza per avere sottratto nel tempo anche il know how che qui era presente.
Oggi quest'azienda occupa 80 lavoratori, con età compresa tra i 30 e i 40 anni, che come detto sanno e vogliono continuare a fare il ferro in continuità con la storia di questo stabilimento.
Non permetteremo, e per questo crediamo anche nella partecipazione e condivisione dell'intera comunità, di sottrarre un ramo essenziale della realtà industriale del Valdarno, quello della siderurgia e manifesteremo in tutti i luoghi, nelle forme che riterremo opportune, con civiltà e intelligenza, tutto il nostro dissenso.
Da qui passano 142 anni di storia che non si possono cancellare per schizofrenia, 142 anni che meritano rispetto come rispetto meritano gli ottanta lavoratori che con dignità sono disposti a continuare a misurarsi dentro la crisi e dentro il gruppo, vogliamo un'altra opportunità e un'altra possibilità ci deve essere concessa.
Senza lavoro non c'è futuro.
I lavoratori e la Rsu Afv Beltrame
San Giovanni Valdarno, 3 novembre 2011