Fism. Torino 6 e 7 giugno 2012

Incontro internazionale della rete sindacale Fiat/Chrysler

 

A conclusione della riunione della rete sindacale Fiat/Chrysler, tenutasi il 6 e 7 giugno a Torino, presso la sede del Centro di Formazione della Organizzazione internazionale del lavoro, è stato approvato il comunicato relativo a Fiat Industrial/Iveco, proposto dopo una riunione specifica che si è tenuta alla fine del primo giorno. Un documento più ampio e generale sui temi trattati verrà pubblicato successivamanete, previa verifica sulla lista della rete.

La riunione, più partecipata degli anni precedenti (oltre 60 delegati/e da Italia, Stati Uniti, Canada, Brasile, Germania, Spagna, Francia, Repubblica Ceca, Serbia, Turchia) ha discusso della situazione del Gruppo nei diversi paesi. In particolare sono stati affrontati i temi degli investimenti e dei mercati, delle condizioni di lavoro, la questione occupazionale, le ristrutturazioni, la contrattazione collettiva. Particolarmente animata è stata la discussione sulle conseguenze della introduzione del WCM, senza alcun confronto con i sindacati (in Europa). Per questo è stato richiesto, non solo dalla Fiom, di assumere come punti comuni della rete sindacale riguardo a WCM, la garanzia di partecipazione dei lavoratori, l'esclusione della applicazione unilaterale aziendale, il rispetto delle legislazioni nazionali e degli accordi, negoziando con il sindacato tutti gli aspetti dell'organizzazione del lavoro.

I delegati/e di Fiat industrial in Europa hanno denunciato gli effetti pesanti sull'occupazione con la chiusura di stabilimenti e con il rischio di perdita in Germania di 1000 posti di lavoro circa. Hanno inoltre denunciato la mancanza di confronto preventivo con i sindacati da parte della direzione aziendale, in spregio alle leggi nazionali esistenti (esempio: la legge sulla codeterminazione in Germania).

Dalla discussione è emerso un quadro molto diverso, in tutti i campi, tra la situazione europea e quella degli Stati Uniti. Il sindacato americano dell'auto, UAW, ha infatti esposto una valutazione estremamente positiva e ottimista, basata sui nuovi posti di lavoro creati, sull'aumento del numero degli iscritti, sulla uscita dal tunnel del rischio di chiusura per bancarotta, presente tre anni fa nella Chrysler. Il rappresentante sindacale nazionale della Chrysler ha fatto presente che questo risultato positivo è dovuto in larga misura all'impegno del presidente Obama per il salvataggio della azienda e dei suoi oltre 50.000 dipendenti, ed anche alle concessioni fatte dal sindacato nell'accordo collettivo del 2009.

Viceversa, la situazione europea è estremamente critica: con chiusure di stabilimenti (in Italia, Spagna e pericoli in Germania e Austria, per Fiat Industrial) e lunghissimi periodi di cassa integrazione. Molto preoccupante appare il forte calo delle vendite in Europa, diversamente da altre case automobilistiche, causato non solo dalla crisi, ma anche dalla mancanza di investimenti per nuovi prodotti, nella ricerca, ecc.

Sembra essere in corso uno spostamento dai siti tradizionali europei verso altri siti come la Turchia, dove diritti e libertà sindacali sono molto limitati, e la Serbia, dove la Fiat si avvale di ampio finanziamento del Governo nazionale e della Banca europea di investimenti.

Dappertutto in Europa le condizioni di lavoro sono diventate più pesanti e molto evidente il rifiuto delle direzioni aziendali ad un confronto con i sindacati, le difficoltà della contrattazione collettiva, quando non addirittura la violazione delle libertà sindacali e le discriminazioni (oltre al caso italiano, anche la Polonia ha denunciato analoga situazione). Lo stesso comitato aziendale europeo nonostante le richieste sindacali non è stato convocato ed è sempre presente l'impegno della Fiat nel mettere lavoratori e siti produttivi gli uni contro gli altri!.

Un caso particolare è quello del Brasile (18.400 dipendenti; 800.000 auto l'anno) dove il delegato dello stabilimento di Betim ha rappresentato un miglioramento nel rapporto sindacato (struttura territoriale, in quanto è proibita la rappresentanza aziendale) azienda, ma una situazione durissima delle condizioni di lavoro, tanto che i lavoratori (in media sotto i 30 anni) lasciano la fabbrica dopo due/tre anni, a causa della fatica insostenibile e dei danni alla salute. Inoltre è molto forte la pressione perché non si iscrivano al sindacato......Il nuovo investimento di Fiat spa verrà realizzato a Pernambuco, cioè in una regione senza alcuna storia e tradizione sindacale!

E' stata infine rilevata la necessità di una risposta collettiva, coordinata dalla Fism, all'atteggiamento negativo dell'amministratore delegato di Fiat/Chrysler nei confronti della Fism stessa, oltre che dei sindacati italiani, in quanto non ha dato alcuna risposta ufficiale alla lettera inviatagli un anno fa per avviare un tavolo di confronto sulla possibilità di un Accordo Quadro Internazionale e del riconoscimento di un Consglio mondiale dei lavoratori, quale interlocutore sindacale internazionale.


 

12 giugno 2012