Cometa:
considerazioni e informazioni sul nuovo anno di gestione.
A
Con l’inizio del nuovo anno si producono come di consueto bilanci sull’anno
appena trascorso. Tra i bilanci vi sono quelli sui risultati dei diversi
prodotti finanziari e tra questi i risultati dei fondi di previdenza negoziale,
tra i quali c’è il fondo dei metalmeccanici, Cometa.
Ufficialmente, l’Assemblea dei rappresentanti
dei soci del fondo si svolgerà verso la fine di aprile. In quell’occasione
verrà approvato il bilancio e si valuterà il lavoro del fondo sotto i diversi
profili. Intanto alcuni giornali hanno dato notizia degli esiti 2001 in termini
di rendimenti. Può risultare quindi utile qualche richiamo a riguardo,
cogliendo anche l’occasione per una riflessione più larga.
B.
L’avvio del 2002 vede al lavoro il nuovo Consiglio di amministrazione
di Cometa (eletto alla fine di novembre), presieduto da G. Militello e rinnovato
in molti suoi componenti. Consiglio e Assemblea hanno ora il compito di
accompagnare il fondo di previdenza dei metalmeccanici attraverso la sua prima
maturità.
Le
strutture del fondo sono state ormai avviate e collaudate (Banca depositaria,
Service amministrativo e gestori finanziari). Già nella precedente
consigliatura erano state poste le basi per un loro sviluppo.
Si
pensi al Servizio di informazioni telefonico (call center) via internet,
reso interattivo per rendere autonomo l’iscritto nell’aggiornamento e nella
correzione dei dati.
Si
pensi al progetto Cometamatica (in via di applicazione), ideato al fine di
mettere il Service amministrativo (Accenture) e il Fondo in condizioni di
affrontare la fase nuova che si avrà con l’introduzione del multicomparto.
Cometa infatti intrattiene rapporti amministrativi continuativi con oltre 10mila
aziende metalmeccaniche, molte piccole o piccolissime. Solo un funzionamento
regolare, automatizzato dei versamenti da parte delle aziende potrà consentire
di convogliare con rapidità le risorse degli iscritti nelle diverse linee di
investimento previste dal multicomparto.
Si
pensi ancora all’avvio di strumenti di controllo (con alcuni soggetti
specializzati, come Russel Mellow e Prometeia) dell’operato dei sei gestori
finanziari.
Sono
esempi che vogliono testimoniare come il fondo in questi primi anni di attività
non sia rimasto fermo, ma abbia agito in varie direzioni in termini di
rafforzamento e di adeguamento.
Già
a metà del 2001 il CdA di Cometa è intervenuto sui gestori cambiandone uno
(Invesco), particolarmente impegnato su investimenti azionari spinti (Linea “crescita”),
sostituendolo con un altro (Abn Amro) più confacente agli obiettivi del Fondo
in una fase di crescita negativa.
Un
ulteriore segno di attivismo si è manifestato nel momento in cui il Fondo, nell’ambito
delle sue prerogative e delle convenzioni con i gestori, è intervenuto sulla
composizione degli investimenti, cambiandola, per contenere gli effetti negativi
dei mercati nell’autunno 2001, prima dell’11 settembre.
Certo,
due anni pieni di Orso, come si dice, ovvero di andamenti al ribasso delle
borse, costituiscono un fatto abbastanza eccezionale nella storia finanziaria di
questo dopoguerra e qualche strascico dolente lo hanno inevitabilmente lasciato.
Sul
mercato alcuni fondi azionari sono arrivati a perdere fino al 50 %; l’indice
mondiale delle borse (Msci World) ha fatto registrare nel 2001 una perdita del
13,36% e Piazza affari del 24,63% (Mibtel).
Non
è certo il caso di Cometa, le cui finalità pensionistiche e non speculative,
la tengono lontana da simili esiti, essendo tarata su una strategia di rischio
prudente. E in questo ambito, pur avendo Cometa subìto le influenze generali
del mercato, ha comunque saputo contenere le perdite. Se, per esempio, guardiamo
i risultati dei fondi comuni bilanciati, prodotti abbastanza simili ai
fondi negoziali, vediamo che nell’insieme hanno fatto registrare –6,18%.
Sempre
in termini di confronto, si può guardare anche alle performance dei fondi
aperti per i quali il rendimento medio aggregato è stato del –5,6%
(-2,8% nel biennio 2000-01).
Non
si tratta di dati che cambiano il senso dei risultati raggiunti dal fondo dei
meccanici, ma fanno parte di un doveroso confronto con le realtà circostanti.
C.
Ma vediamo quali sono state le performance di alcuni fondi di
previdenza integrativa negoziale nel 2001.
Fondo
|
Rendimenti
2001 |
Quota
2001 |
Quota
2000 |
1.
Cometa |
0.23 |
21.639 |
21.590 |
2.
Cooperlavoro |
6.03 |
21.246 |
20.038 |
3.
Fonchim |
-
1.46 |
23.660
|
24.011 |
4.
Fondenergia |
-
1.71 |
21.275 |
21.651 |
5.
F.pensione capi e quadri Fiat |
0.20 |
20.200 |
20.159 |
6.
Fondodentisti: |
|
|
|
-
linea Scudo |
4.86 |
21.414 |
20.422 |
-
linea Progressione |
-
1.30 |
19.454 |
19.711
|
-
linea Espansione |
-
8.47 |
17.201 |
18.793 |
Qualche indicazione
per la lettura dei dati riportati.
1.
Cometa è alla fine del suo secondo anno di esercizio effettivo dell’investimento
finanziario (1.739 miliardi. il capitale amministrato). Nel 2000 aveva riportato
un risultato di incremento della quota pari a 3,90%; stesso risultato aveva
ottenuto nel ’99, ma attraverso un impiego in liquidità, ovvero in “pronti
contro termine”.
L’incremento
dello 0,23% nel 2001 corrisponde a una quota che al 31 dicembre 2000 valeva
21.590,679 lire e al 31 dicembre 2001 21.639,18 lire. La strategia di
investimento adottata nel ’99 dal Consiglio di Amministrazione di Cometa (70%
obbligazioni e 30% titoli azionari italiani ed esteri) non appare messa in
discussione dagli andamenti negativi dell’anno trascorso.
2.
Cooperlavoro, il fondo dei lavoratori delle cooperative ha iniziato l’attività
finanziaria a settembre del 2001, riuscendo quindi ad approfittare della ripresa
del mercato azionario nell’ultimo scorcio d’anno. Per il resto dell’anno
il capitale è stato impiegato in liquidità quindi lontano dai rischi.
3.
Volendo guardare a un orizzonte temporale più lungo, come è giusto fare
per un investimento di tipo previdenziale, va ricordato che Fonchim, il fondo
dei lavoratori chimici, ha riportato nei quattro anni di esercizio compiuti un
incremento della quota pari al 18,3%, mentre negli stessi quattro anni il tfr si
è apprezzato del 13,07%.
4.
Fondenergia è il fondo dei dipendenti del gruppo Eni. Nel 2000 la quota
di era valorizzata del 3,85%, 4,00% nel ’99 e 3,42% nel ‘98.
5.
Per il fondo Capi e quadri Fiat la valorizzazione della quota è stata in
realtà dello 0,39%. Lo scarto è dovuto alla valorizzazione di risparmi nell’attività
amministrativa. Nel 2000 invece il rendimento è stato dell’1,57%, ottenuto in
parte con “pronti contro termine” e in parte con investimento finanziario
vero e proprio.
6.
Tra i fondi negoziali operativi il Fondodentisti per il momento è l’unico
multicomparto. Le tre linee di investimento riportate comprendono una quota di
azioni crescente.
A questi può essere
aggiunto il risultato del fondo Previambiente (fondo dei lavoratori delle
aziende pubbliche e private dell'igiene ambientale, dell'edilizia residenziale e
degli enti culturali) che conta a fine 2001 16mila iscritti. Il fondo, che non
ha ancora iniziato l'investimento finanziario, attraverso i "pronti contro
termine ha realizzato un incremento della quota del 5%).
D.
Nei fondi negoziali, così come nei fondi comuni, alla quota
viene assegnato un valore iniziale convenzionale di lire 20.000. L’acquisto
delle quote avviene ogni trimestre, all’atto del versamento dei contributi al
fondo. Il numero delle quote acquistate ogni trimestre si ottiene dividendo l’importo
di ogni singolo contributo, al netto delle spese associative, per il valore
della quota nel giorno dell’acquisto. Il valore delle quote è determinato dal
rendimento degli investimenti effettuati dal fondo, al netto di tutti i costi di
gestione.
Le
spese di gestione sostenute da Cometa nel 1999 sono state lo 0,77%, nel 2000 lo
0,61% e nel 2001 lo 0,50% del capitale amministrato. Si tratta di percentuali
contenute e decrescenti, tenuto conto, come ovvio, che la fase di avvio è stata
più onerosa.
Sia
nel 2000 che nel 2001 la gestione finanziaria ha risentito di un’elevata
volatilità del mercato europeo e di quello mondiale nel suo insieme, sia sul
segmento obbligazionario che su quello azionario. Per quanto Cometa abbia
cercato di intervenire, nei margini consentiti, sui fattori modificabili, non è
stato possibile invertire quella che è stata una dura realtà. Ma come abbiamo
ricordato, l’investimento finanziario previdenziale, per le sue finalità, ha
un approccio prudente al mercato, a maggior ragione ha senso osservarne i
risultati sul lungo periodo.
Possiamo
anzi dire, come si vede dai dati citati, che i risultati dei fondi chiusi, in
particolare di Cometa, hanno retto all’urto sfavorevole dei mercati. Certo
resta la nota dolente di aver realizzato nel 2001 un risultato inferiore a
quello previsto dal rendimento del tfr (3,2% nel 2001), mentre nel 2000 e nel
’99 il confronto è stato favorevole (3,9% il rendimento del fondo contro il
3,5% del rendimento del tfr).
Se
l’investimento finanziario di Cometa ha dato nel 2001 un risultato modesto, il
che costituisce un aspetto che va valutato in sé, è anche giusto ricordare che
il montante accantonato dall’iscritto nel fondo è formato da entrate diverse,
ovvero da due contributi provenienti direttamente dal lavoratore (quota di
retribuzione e quota di tfr) e da un contributo dell’azienda, risorsa di cui
non usufruisce il lavoratore non iscritto al fondo.
La
natura composta delle risorse accantonate nel fondo non può essere omessa, per
cui quando il lavoratore iscritto riceve l’estratto conto annuale, oppure
entra in possesso del capitale versato dopo aver chiesto il riscatto, deve
tenere presente la composizione dell’ammontare a suo nome, ovvero deve tenere
conto di tutti gli elementi.
E.
Un aspetto complesso riguarda la tassazione. Il fatto che i contributi
versati al fondo siano deducibili fiscalmente (fino a 10 milioni o al 12% del
reddito complessivo dell’associato o al doppio della quota di tfr destinata al
fondo), non significa che il capitale liquidato all’iscritto non vada soggetto
a tassazione (tassazione separata, con il fondo che fa da sostituto d’imposta).
Nel
caso in cui una parte del capitale fosse convertito in rendita vitalizia il
trattamento fiscale sarebbe diverso, più favorevole, ma questo è un aspetto
che qui non interessa approfondire.
Sul
peso del fisco nella previdenza integrativa il confronto con il governo è
aperto da tempo. La previdenza integrativa è figlia di una riforma del welfare
generale. L’affermazione e la generalizzazione di questo nuovo strumento
richiedono forme di incentivazione all’iscrizione, in particolare dei giovani.
Sia nel 2000 che nel 2001 i quotidiani, ad esempio, parlando di previdenza
integrativa hanno a lungo riportato la richiesta sindacale di abbassare l’imposizione
sui rendimenti finanziari attualmente all’11%.
Dopo
una prima fase in cui la preoccupazione prevalente dei governi è stata quella
di agevolare il decollo della previdenza integrativa, successivamente è
prevalso uno stallo piuttosto che una definizione chiara ed equilibrata della
materia; sono cresciuti i tentativi di scambiare soluzioni per la previdenza
complementare con strumenti di flessibilità, ci si è inoltre preoccupati di
fare spazio ai fondi aperti.
Ma
tornando al tema specifico della tassazione, va tenuto presente che al momento
della liquidazione, ovvero nel momento in cui il lavoratore riscatta il suo
capitale, nell’estratto conto del lavoratore viene riportato sia il montante
lordo che quello netto. Nel primo caso si osserva il risultato realizzato dall’
attività di investimento del fondo; nel secondo si ha la situazione a valle
delle imposte, come per ogni forma di reddito. Si tratta di regole generali e
norme note, ampiamente spiegate e non occultate nei materiali informativi
distribuiti agli iscritti, ma in qualche caso rimosse dalla comprensibile
delusione che accompagna un’annata finanziaria negativa.
Spese
di gestione: nel ’99 Cometa, nell’obiettivo di massimizzare i risultati
in termini di rendimento, non ha fatto ricorso alla quota associativa a carico
dell’iscritto (massimo 40.000 lire consentite, 20.000 per l’azienda e 20.000
per il lavoratore). Nel 2000 e 2001 sono state invece richieste 24.000 (12.000 +
12.000) delle 40.000 disponibili, contenendo al meglio le spese di gestione. Una
delle cose che a riguardo possono essere richiamate è che oltre a una
necessaria politica del fondo tesa al risparmio, occorre tenere presente che un
fondo efficiente deve investire risorse in una diffusa attività di informazione
verso gli iscritti e in attività di servizio a favore degli utenti.
Al
lavoratore iscritto va dunque fornita un’argomentazione chiara, facilmente
raggiungibile e completa dei risultati dell’attività del fondo.
Pur
tenendo presente le ragionevoli contrarietà che può provocare una fase
negativa degli andamenti di borsa, va ricordato ancora una volta che l’atteggiamento
corretto nei confronti di un investimento finanziario con finalità
previdenziali è quello di valutarlo sul periodo medio-lungo.
L’investimento
in un fondo previdenziale è strutturato su parametri di rischio prudenti (e
quindi, corrispondentemente, su un rendimento contenuto) e il confronto con
altri prodotti di mercato (anche similari), come abbiamo riportato più sopra,
fa vedere come in generale l’investitore abbia subìto sul mercato effetti
assai più sfavorevoli, in particolare nel settore azionario.
Va
anche ricordato che Cometa è un fondo a contribuzione definita e non a
prestazione definita, cosa quest’ultima che certo permetterebbe all’associato
di sapere a priori qual è il guadagno minimo garantito, ma è ovvio che questa
garanzia avrebbe un costo che inciderebbe in modo significativo sui guadagni.
Il
meccanismo di funzionamento dell’investimento previdenziale è chiaro nelle
sue parti, e ormai non sono pochi quelli che hanno un minimo di dimestichezza
con i mercati finanziari: pensare, ad esempio, che le somme accantonate siano
estranee al prelievo fiscale al momento del ritiro del capitale o che i
risultati siano in qualche modo garantiti o che debbano essere “comunque”
superiori al rendimento del tfr, attribuire bassi rendimenti a un generico
cattivo funzionamento del fondo, significa non aver fatto una verifica dei dati
di fatto che pure sono in possesso dell’iscritto (scheda informativa all’atto
dell’iscrizione, sito Internet con la composizione e l’aggiornamento della
posizione contributiva del singolo iscritto, estratto conto individuale
annuale).
La
giovane esperienza dei fondi previdenziali negoziali, e Cometa è il più grande
tra questi, si è avvalsa fin dall’inizio di competenze professionali
qualificate e indipendenti. Funzioni di controllo e competenze specialistiche si
confrontano nell’attività del Consiglio di amministrazione, cui si affiancano
strumenti tecnici e di consulenza tesi a compiere le necessarie verifiche degli
atti e delle scelte effettuate.
L’impegno
a fare meglio, ad affinare gli strumenti di controllo e di conoscenza per
ottimizzare i risultati è un’esigenza legittima e necessaria. Da questo punto
di vista le strutture sindacali della Fiom, il coordinamento nazionale sui fondi
pensione, l’Assemblea dei rappresentanti dei soci devono, ognuno con le
proprie prerogative, mantenere alta l’iniziativa e l’informazione verso i
lavoratori iscritti e quelli che si vogliono iscrivere. L’impegno preso verso
i lavoratori e il rispetto di un diritto contrattuale devono tradursi in servizi
forniti agli iscritti (anche con l’ausilio del patronato) e in occasioni di
informazione corretta e completa: ciò contribuirà tra l’altro a respingere
argomentazioni basate su disinformazione o atteggiamenti contrari in modo
pregiudiziale.
Informazioni
e chiarimenti potranno infine essere occasione utile per evidenziare l’intreccio
tra previdenza complementare e ipotesi del governo sulla delega per le pensioni.
Il delicato equilibrio tra previdenza pubblica e complementare alla base della
riforma Dini, non può assolutamente essere stravolto.
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