Fondo pensione complementare 

per le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici

dell'industria privata e dell'installazione di impianti

a cura di Gianni Ferrante



Il fondo a regime 2002

Data Documento
19 dicembre 2002

Pubblichiamo qui di seguito il testo della lettera (a firma G. Ferrante e G.Cremaschi) inviata (3 dicembre 2002) agli organi di Cometa (e per conoscenza alle altre parti istitutive), contenente una richiesta per il miglioramento dei servizi nei confronti degli iscritti.

Cometa ci ha risposto in data 18 dicembre 2002 e riportiamo il testo della lettera.

La lettera della Fiom a Cometa 

Ci sono pervenute svariate segnalazioni di associati al fondo Cometa che dopo aver fatto domanda di riscatto e aver atteso diversi mesi non riescono poi ad avere notizia circa lo stato della loro pratica di liquidazione.

In conseguenza di questo stato di cose siamo a richiederVi di voler istituire una procedura che assicuri a chi fosse in attesa di riscatto di poter ricevere – dopo un determinato lasso di tempo – per scritto a casa notizie circa i ritardi nella chiusura della pratica.

Accade anche che associati vengano a sapere dopo un lungo periodo di attesa e difficoltà nei contatti che alla base del ritardo ci sono carenze cui l’interessato avrebbe potuto porre rimedio se raggiunto e informato.

Se il limite temporale che il Fondo si è dato è quello di sei mesi (massimo) nella liquidazione della pratica, valicato questo termine il Fondo dovrebbe sollecitamente inviare all’iscritto un’informativa. Se poi si volesse migliorare il rapporto con gli associati/bili si potrebbe anche pensare (compatibilmente con i vincoli amministrativi) di abbassare un poco questo termine.

Nell’auspicio che possiate accogliere la nostra richiesta, restiamo in attesa di un cortese riscontro.

AugurandoVi un buon lavoro, cordiali saluti

p. la Fiom Nazionale

Giorgio Cremaschi   Gianni Ferrante

 

La risposta di Cometa

Egregi Signori,

la procedura di elaborazione dei riscatti che Cometa ha attuato nel tempo è stata sempre guidata dalla consapevolezza della criticità che tale processo rappresenta per gli aderenti e dalla volontà di minimizzare eventuali disservizi.

I tempi di liquidazione dei riscatti sono fortemente condizionati dalla qualità dei dati rappresentativi della posizione e dalla velocità di soluzione delle anomalie che coinvolgono Aziende ed Aderenti.

Sino ad oggi Cometa ha liquidato circa 42.500 posizioni ed ha reso disponibili ad Aziende ed Aderenti strumenti di comunicazione efficienti: il proprio sito www.cometafondo.it ed il call center. Attraverso questi canali e quelli più tradizionali (lettere e fax) è stato realizzato lo scambio di informazioni necessario alla soluzione delle anomalie.

Il costante aumento delle domande di riscatto ed il conseguente maggiore interesse da parte degli Aderenti per questa fase di vita del fondo, hanno reso necessario realizzare nuovi strumenti di comunicazione nei confronti degli Aderenti e delle Aziende su questi temi.

Cometa, in collaborazione con il proprio Service amministrativo, ha contribuito all’implementazione di un novo sistema informativo denominato Cometamatica, che abilita nuove funzioni in questa area di interesse. Le nuove funzionalità consentono agli Aderenti ed alle Aziende di avere informazioni, attraverso il sito, in tempo reale con riguardo alle posizioni contributive ed anche, e questo solo per gli aderenti, informazioni relative allo stato di avanzamento delle pratiche di riscatto.

Alla normale prassi adottata in questi anni, che consisteva nella comunicazione, per vie tradizionali, alle aziende ed agli aderenti delle situazioni che non permettevano la liquidazione delle posizioni, si aggiunge ora la possibilità per l’aderente di verificare l’iter della sua pratica direttamente sul sito. Questo consentirà ad Aziende  ed Aderenti di essere parte attiva nella soluzione di eventuali problemi che rallentano il processo di liquidazione, segnalando informazioni errate o incomplete.

L’aderente in particolare può collegarsi a Cometamatica e tramite la sezione aderenti del sito internet www.cometafondo.it e previa digitazione del proprio ID utente e della propria passaword verificare la propria situazione anagrafica, contributiva e lo stato della pratica di riscatto.

Sul sito www.cometafondo.it è disponibile una sezione dedicata a Cometamatica che spiega all’aderente le principali funzionalità e che contiene anche una legenda atta ad aiutare l’aderente nel comprendere le varie fasi che una pratica di riscatto deve attraversare.

La nuova procedura adottata dovrebbe permettere di ridurre i tempi di liquidazione dei riscatti permettendo alle Aziende di individuare e risolvere eventuali anomalie anche direttamente on-line ed agli Aderenti di essere informati delle situazioni che bloccano le pratiche e di intervenire direttamente, o, se possibile, tramite le proprie ex–aziende.

L’obiettivo di Cometa è quello di evadere la maggior parte delle pratiche entro 4 mesi dal momento in cui vengono ricevute. Per quanto riguarda le pratiche che presentano anomalie la tempistica potrà risultare diversa e dipendere anche dalla tempestività delle azioni che le Aziende intraprenderanno per risolvere i problemi a loro segnalati.

A disposizione per eventuali chiarimenti che si rendessero necessari,

Cordiali saluti

                                                                                                Maurizio Agazzi

                                                                                                Direttore Cometa

Milano, 18 dicembre 2002

dicembre 2002 L’andamento di Cometa. di Gianni Ferrante (da Rassegna Sindacale)

26 ottobre. Il Consiglio di amministrazione di Cometa ha proceduto all'assunzione di un responsabile finanziario del fondo, scelto attraverso un bando pubblicato su "il Sole-24 ore" e una successiva selezione. 

Il professionista in questione avrà tra l'altro il compito di monitorare con regolarità l'operato dei gestori finanziari e di analizzare i diversi strumenti di valutazione disponibili, offrendo al Consiglio ipotesi, valutazioni ed eventuali correttivi.

 

23 ottobre. Si è svolto a Roma l’incontro tra le parti istitutive di Cometa (presenti Fim, Fiom, Uilm, Federmeccanica, Assistal e Cometa). Nel corso della riunione è stato fatto il punto sui principali temi riguardanti la fase attuale del fondo

Al 15 settembre risultano 389.500 iscritti a Cometa, a cui vanno sottratti circa 40mila posizioni riscattate per pensionamento (44,27%), dimissioni (37,48%), mobilità (13,28%) o licenziamento (2,06%), decessi (1,62%), fallimento (1,29%).

Tra le nuove iniziative del fondo va ricordato come con la contribuzione di ottobre 2002 sia partito il progetto Cometamatica. La aziende associate potranno controllare e aggiornare la propria posizione anagrafica e quella dei propri Aderenti; compilare le distinte di contribuzione on line o inviare direttamente il file della distinta sul sito; controllare il risultato della lavorazione delle distinte e sistemare eventuali anomalie; iscrivere on line un nuovo aderente.

Cometa ha inoltre aderito al progetto di misurazione della performance sviluppato da Mefop in partnership con Russell Mellon Caps, una tra le principali società mondiali specializzata nell’analisi delle performance . Il progetto misura, tra l’altro, la capacità del gestore selezionato di aggiungere valore al rendimento del fondo.

Sempre in materia finanziaria il Consiglio di amministrazione di Cometa ha iniziato un lavoro di approfondimento su modelli gestionali che consentano, senza rinunciare alle opportunità derivanti dai mercati finanziari, di realizzare ipotesi di rendimenti minimi per gli associati anche indipendentemente dall’andamento dei mercati stessi.

La previsione dell’obbligatorietà di destinazione del Tfr a fondi pensione contenuta nella Delega e gli andamenti negativi dei mercati finanziari hanno accelerato nel mondo dei fondi negoziali la scelta del passaggio al multicomparto.

Tra i fondi che stanno preparando il passaggio al multicomparto si ricordano:Fonchim (operativo dal gennaio 2003), Fondenergia (metà del 2003), Telemaco, Fopen, Solidarietà Veneto (ottobre 2002). Per Cometa l’obiettivo dichiarato è quello di attuare il passaggio con l’inizio del 2004: la seconda metà del 2003 (dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni) sarà dedicata alla raccolta delle scelte degli aderenti a valle dell’informazione loro inviata.

Le parti sociali, nell’incontro hanno stabilito di varare un programma teso ad ampliare le iscrizioni a Cometa. Prima tappa sarà un’iniziativa nazionale da tenersi a metà dicembre 2002, che coinvolgerà i componenti l’Assemblea dei rappresentanti dei soci, le parti istitutive e i rappresentanti territoriali delle oo.ss e rappresentanze dei datori di lavoro. Nel corso della riunione tra le parti sociali è stata sottolineata l’importanza che ognuna delle parti in gioco svolga un proprio ruolo attivo: Cometa, Federmeccanica e organizzazioni sindacali.

22 ottobre

Riunione nazionale in Cgil dei responsabili delle Federazioni nazionali di categoria e dei componenti dei Consigli di amministrazione di nomina Cgil. La riunione è stata aperta dalla nuova Segretaria Cgil incaricata di seguire la previdenza pubblica e complementare, Morena Piccinini (coadiuvata da Daniele Cerri e Laura Martini).

La relatrice ha esordito ricordando le difficoltà di diversa natura che si incontrano nella diffusione della previdenza complementare (1.050.000 iscritti, distribuiti in 42 fondi negoziali). Le difficoltà riguardano un processo legislativo relativo alla previdenza complementare che non è stato pienamente compiuto e reso incerto da continue modifiche, di complessa gestione, cui si è aggiunta una legge delega che rischia di modificare strutturalmente la materia. Questo stato di cose rischia di fatto di generare una differenziazione di opportunità tra iscritti e non iscritti, con particolare danno per i lavoratori più giovani.

Rispetto alla delega sulla previdenza è stato evidenziata la capacità della Cgil nel respingere l’idea della decontribuzione e dell’obbligatorietà.

Il cattivo andamento dei mercati finanziari non intacca il valore positivo dell’adesione ai fondi pensione negoziali: la previdenza complementare è un investimento di lungo periodo che va visto tenendo anche conto del contributo dell’azienda (di cui non usufruisce chi non è iscritto) e che non può vedere solo un confronto tra il Tfr lasciato in azienda e quello collocato nel fondo.

Piccinini ha sottolineato l’importanza di rilanciare gli strumenti di informazione per gli iscritti e per i potenziali iscritti e i servizi sul territorio.

Un problema particolare è dato dalla vita difficile che si prospetta ai fondi che avendo un ridotto numero di iscritti vedono minacciate le proprie risorse dagli obblighi di spesa cui un fondo va comunque incontro: è quindi utile nel medio periodo ricercare sinergie con fondi più grandi per abbattere le spese e non sottrarre risorse eccessivi agli investimenti.

Il dibattito che è seguito alla relazione ha posto in evidenza tra l’altro i problemi legati ai fondi più piccoli, spesso formati da aziende di piccole e piccolissime dimensioni, situazioni che rendono particolarmente difficile e oneroso l’intervento di proselitismo da parte del sindacato.

A conclusione è stato proposto un percorso di incontri con le segreterie nazionali delle categorie e una serie di riunioni a livello regionale per realizzare un confronto sui temi attuali della previdenza complementare.

15 ottobre

 

Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Federmeccanica, Assistal hanno sottoscritto una dichiarazione comune (pubblicata sul n.3 del periodico inviato a tutti gli iscritti, “Cometa News”) che esprime il giudizio delle parti istitutive sulla difficile fase in corso e sull’operato del fondo Cometa.
24 marzo 2002.

Prossime scadenze. Il 17 aprile si svolgerà a Roma, presso la Fiom nazionale,la riunione del coordinamento dei fondi pensione. Alla riunione partecipano i responsabili regionali e territoriali Fiom per i fondi e i rappresentanti dell'Assemblea dei soci (in vista dell'Assemblea annuale di Cometa che si svolgerà a Milano il 23 aprile p.v.). 

Dal 6 all'8 maggio si svolgerà a Verbania, in Lombardia, un corso di formazione e aggiornamento per i componenti Fiom dell'assemblea dei rappresentanti dei soci di Cometa.

 

26 febbraio 2002

Cometa: considerazioni e informazioni sul nuovo anno di gestione.

A    Con l’inizio del nuovo anno si producono come di consueto bilanci sull’anno appena trascorso. Tra i bilanci vi sono quelli sui risultati dei diversi prodotti finanziari e tra questi i risultati dei fondi di previdenza negoziale, tra i quali c’è il fondo dei metalmeccanici, Cometa. 

Ufficialmente, l’Assemblea dei rappresentanti dei soci del fondo si svolgerà verso la fine di aprile. In quell’occasione verrà approvato il bilancio e si valuterà il lavoro del fondo sotto i diversi profili. Intanto alcuni giornali hanno dato notizia degli esiti 2001 in termini di rendimenti. Può risultare quindi utile qualche richiamo a riguardo, cogliendo anche l’occasione per una riflessione più larga.

B.  L’avvio del 2002 vede al lavoro il nuovo Consiglio di amministrazione di Cometa (eletto alla fine di novembre), presieduto da G. Militello e rinnovato in molti suoi componenti. Consiglio e Assemblea hanno ora il compito di accompagnare il fondo di previdenza dei metalmeccanici attraverso la sua prima maturità.

Le strutture del fondo sono state ormai avviate e collaudate (Banca depositaria, Service amministrativo e gestori finanziari). Già nella precedente consigliatura erano state poste le basi per un loro sviluppo.

Si pensi al Servizio di informazioni telefonico (call center) via internet, reso interattivo per rendere autonomo l’iscritto nell’aggiornamento e nella correzione dei dati.

Si pensi al progetto Cometamatica (in via di applicazione), ideato al fine di mettere il Service amministrativo (Accenture) e il Fondo in condizioni di affrontare la fase nuova che si avrà con l’introduzione del multicomparto. Cometa infatti intrattiene rapporti amministrativi continuativi con oltre 10mila aziende metalmeccaniche, molte piccole o piccolissime. Solo un funzionamento regolare, automatizzato dei versamenti da parte delle aziende potrà consentire di convogliare con rapidità le risorse degli iscritti nelle diverse linee di investimento previste dal multicomparto.

Si pensi ancora all’avvio di strumenti di controllo (con alcuni soggetti specializzati, come Russel Mellow e Prometeia) dell’operato dei sei gestori finanziari.

Sono esempi che vogliono testimoniare come il fondo in questi primi anni di attività non sia rimasto fermo, ma abbia agito in varie direzioni in termini di rafforzamento e di adeguamento.

Già a metà del 2001 il CdA di Cometa è intervenuto sui gestori cambiandone uno (Invesco), particolarmente impegnato su investimenti azionari spinti (Linea “crescita”), sostituendolo con un altro (Abn Amro) più confacente agli obiettivi del Fondo in una fase di crescita negativa.

Un ulteriore segno di attivismo si è manifestato nel momento in cui il Fondo, nell’ambito delle sue prerogative e delle convenzioni con i gestori, è intervenuto sulla composizione degli investimenti, cambiandola, per contenere gli effetti negativi dei mercati nell’autunno 2001, prima dell’11 settembre.

Certo, due anni pieni di Orso, come si dice, ovvero di andamenti al ribasso delle borse, costituiscono un fatto abbastanza eccezionale nella storia finanziaria di questo dopoguerra e qualche strascico dolente lo hanno inevitabilmente lasciato.

Sul mercato alcuni fondi azionari sono arrivati a perdere fino al 50 %; l’indice mondiale delle borse (Msci World) ha fatto registrare nel 2001 una perdita del 13,36% e Piazza affari del 24,63% (Mibtel).

Non è certo il caso di Cometa, le cui finalità pensionistiche e non speculative, la tengono lontana da simili esiti, essendo tarata su una strategia di rischio prudente. E in questo ambito, pur avendo Cometa subìto le influenze generali del mercato, ha comunque saputo contenere le perdite. Se, per esempio, guardiamo i risultati dei fondi comuni bilanciati, prodotti abbastanza simili ai fondi negoziali, vediamo che nell’insieme hanno fatto registrare –6,18%.

Sempre in termini di confronto, si può guardare anche alle performance dei fondi aperti per i quali il rendimento medio aggregato è stato del –5,6% (-2,8% nel biennio 2000-01).

Non si tratta di dati che cambiano il senso dei risultati raggiunti dal fondo dei meccanici, ma fanno parte di un doveroso confronto con le realtà circostanti.

C.     Ma vediamo quali sono state le performance di alcuni fondi di previdenza integrativa negoziale nel 2001.

Fondo

Rendimenti

2001

Quota

2001

Quota

2000

1. Cometa 0.23 21.639 21.590
2. Cooperlavoro 6.03 21.246 20.038
3. Fonchim - 1.46

23.660

24.011
4. Fondenergia - 1.71 21.275 21.651
5. F.pensione capi e quadri Fiat  0.20 20.200 20.159
6. Fondodentisti:
-          linea Scudo 4.86 21.414 20.422
-          linea Progressione - 1.30 19.454 19.711
-          linea Espansione - 8.47 17.201 18.793

Qualche indicazione per la lettura dei dati riportati.

1.   Cometa è alla fine del suo secondo anno di esercizio effettivo dell’investimento finanziario (1.739 miliardi. il capitale amministrato). Nel 2000 aveva riportato un risultato di incremento della quota pari a 3,90%; stesso risultato aveva ottenuto nel ’99, ma attraverso un impiego in liquidità, ovvero in “pronti contro termine”.

L’incremento dello 0,23% nel 2001 corrisponde a una quota che al 31 dicembre 2000 valeva 21.590,679 lire e al 31 dicembre 2001 21.639,18 lire. La strategia di investimento adottata nel ’99 dal Consiglio di Amministrazione di Cometa (70% obbligazioni e 30% titoli azionari italiani ed esteri) non appare messa in discussione dagli andamenti negativi dell’anno trascorso.

2.   Cooperlavoro, il fondo dei lavoratori delle cooperative ha iniziato l’attività finanziaria a settembre del 2001, riuscendo quindi ad approfittare della ripresa del mercato azionario nell’ultimo scorcio d’anno. Per il resto dell’anno il capitale è stato impiegato in liquidità quindi lontano dai rischi.

3.   Volendo guardare a un orizzonte temporale più lungo, come è giusto fare per un investimento di tipo previdenziale, va ricordato che Fonchim, il fondo dei lavoratori chimici, ha riportato nei quattro anni di esercizio compiuti un incremento della quota pari al 18,3%, mentre negli stessi quattro anni il tfr si è apprezzato del 13,07%.

4.   Fondenergia è il fondo dei dipendenti del gruppo Eni. Nel 2000 la quota di era valorizzata del 3,85%, 4,00% nel ’99 e 3,42% nel ‘98.

5.   Per il fondo Capi e quadri Fiat la valorizzazione della quota è stata in realtà dello 0,39%. Lo scarto è dovuto alla valorizzazione di risparmi nell’attività amministrativa. Nel 2000 invece il rendimento è stato dell’1,57%, ottenuto in parte con “pronti contro termine” e in parte con investimento finanziario vero e proprio.

6.   Tra i fondi negoziali operativi il Fondodentisti per il momento è l’unico multicomparto. Le tre linee di investimento riportate comprendono una quota di azioni crescente.

A questi può essere aggiunto il risultato del fondo Previambiente (fondo dei lavoratori delle aziende pubbliche e private dell'igiene ambientale, dell'edilizia residenziale e degli enti culturali) che conta a fine 2001 16mila iscritti. Il fondo, che non ha ancora iniziato l'investimento finanziario, attraverso i "pronti contro termine ha realizzato un incremento della quota del 5%).

D.  Nei fondi negoziali, così come nei fondi comuni, alla quota viene assegnato un valore iniziale convenzionale di lire 20.000. L’acquisto delle quote avviene ogni trimestre, all’atto del versamento dei contributi al fondo. Il numero delle quote acquistate ogni trimestre si ottiene dividendo l’importo di ogni singolo contributo, al netto delle spese associative, per il valore della quota nel giorno dell’acquisto. Il valore delle quote è determinato dal rendimento degli investimenti effettuati dal fondo, al netto di tutti i costi di gestione.

Le spese di gestione sostenute da Cometa nel 1999 sono state lo 0,77%, nel 2000 lo 0,61% e nel 2001 lo 0,50% del capitale amministrato. Si tratta di percentuali contenute e decrescenti, tenuto conto, come ovvio, che la fase di avvio è stata più onerosa.

Sia nel 2000 che nel 2001 la gestione finanziaria ha risentito di un’elevata volatilità del mercato europeo e di quello mondiale nel suo insieme, sia sul segmento obbligazionario che su quello azionario. Per quanto Cometa abbia cercato di intervenire, nei margini consentiti, sui fattori modificabili, non è stato possibile invertire quella che è stata una dura realtà. Ma come abbiamo ricordato, l’investimento finanziario previdenziale, per le sue finalità, ha un approccio prudente al mercato, a maggior ragione ha senso osservarne i risultati sul lungo periodo.

Possiamo anzi dire, come si vede dai dati citati, che i risultati dei fondi chiusi, in particolare di Cometa, hanno retto all’urto sfavorevole dei mercati. Certo resta la nota dolente di aver realizzato nel 2001 un risultato inferiore a quello previsto dal rendimento del tfr (3,2% nel 2001), mentre nel 2000 e nel ’99 il confronto è stato favorevole (3,9% il rendimento del fondo contro il 3,5% del rendimento del tfr).

Se l’investimento finanziario di Cometa ha dato nel 2001 un risultato modesto, il che costituisce un aspetto che va valutato in sé, è anche giusto ricordare che il montante accantonato dall’iscritto nel fondo è formato da entrate diverse, ovvero da due contributi provenienti direttamente dal lavoratore (quota di retribuzione e quota di tfr) e da un contributo dell’azienda, risorsa di cui non usufruisce il lavoratore non iscritto al fondo.

La natura composta delle risorse accantonate nel fondo non può essere omessa, per cui quando il lavoratore iscritto riceve l’estratto conto annuale, oppure entra in possesso del capitale versato dopo aver chiesto il riscatto, deve tenere presente la composizione dell’ammontare a suo nome, ovvero deve tenere conto di tutti gli elementi.

E.   Un aspetto complesso riguarda la tassazione. Il fatto che i contributi versati al fondo siano deducibili fiscalmente (fino a 10 milioni o al 12% del reddito complessivo dell’associato o al doppio della quota di tfr destinata al fondo), non significa che il capitale liquidato all’iscritto non vada soggetto a tassazione (tassazione separata, con il fondo che fa da sostituto d’imposta).

Nel caso in cui una parte del capitale fosse convertito in rendita vitalizia il trattamento fiscale sarebbe diverso, più favorevole, ma questo è un aspetto che qui non interessa approfondire.

Sul peso del fisco nella previdenza integrativa il confronto con il governo è aperto da tempo. La previdenza integrativa è figlia di una riforma del welfare generale. L’affermazione e la generalizzazione di questo nuovo strumento richiedono forme di incentivazione all’iscrizione, in particolare dei giovani. Sia nel 2000 che nel 2001 i quotidiani, ad esempio, parlando di previdenza integrativa hanno a lungo riportato la richiesta sindacale di abbassare l’imposizione sui rendimenti finanziari attualmente all’11%.

Dopo una prima fase in cui la preoccupazione prevalente dei governi è stata quella di agevolare il decollo della previdenza integrativa, successivamente è prevalso uno stallo piuttosto che una definizione chiara ed equilibrata della materia; sono cresciuti i tentativi di scambiare soluzioni per la previdenza complementare con strumenti di flessibilità, ci si è inoltre preoccupati di fare spazio ai fondi aperti.

Ma tornando al tema specifico della tassazione, va tenuto presente che al momento della liquidazione, ovvero nel momento in cui il lavoratore riscatta il suo capitale, nell’estratto conto del lavoratore viene riportato sia il montante lordo che quello netto. Nel primo caso si osserva il risultato realizzato dall’ attività di investimento del fondo; nel secondo si ha la situazione a valle delle imposte, come per ogni forma di reddito. Si tratta di regole generali e norme note, ampiamente spiegate e non occultate nei materiali informativi distribuiti agli iscritti, ma in qualche caso rimosse dalla comprensibile delusione che accompagna un’annata finanziaria negativa.

 Spese di gestione: nel ’99 Cometa, nell’obiettivo di massimizzare i risultati in termini di rendimento, non ha fatto ricorso alla quota associativa a carico dell’iscritto (massimo 40.000 lire consentite, 20.000 per l’azienda e 20.000 per il lavoratore). Nel 2000 e 2001 sono state invece richieste 24.000 (12.000 + 12.000) delle 40.000 disponibili, contenendo al meglio le spese di gestione. Una delle cose che a riguardo possono essere richiamate è che oltre a una necessaria politica del fondo tesa al risparmio, occorre tenere presente che un fondo efficiente deve investire risorse in una diffusa attività di informazione verso gli iscritti e in attività di servizio a favore degli utenti.

Al lavoratore iscritto va dunque fornita un’argomentazione chiara, facilmente raggiungibile e completa dei risultati dell’attività del fondo.

Pur tenendo presente le ragionevoli contrarietà che può provocare una fase negativa degli andamenti di borsa, va ricordato ancora una volta che l’atteggiamento corretto nei confronti di un investimento finanziario con finalità previdenziali è quello di valutarlo sul periodo medio-lungo.

L’investimento in un fondo previdenziale è strutturato su parametri di rischio prudenti (e quindi, corrispondentemente, su un rendimento contenuto) e il confronto con altri prodotti di mercato (anche similari), come abbiamo riportato più sopra, fa vedere come in generale l’investitore abbia subìto sul mercato effetti assai più sfavorevoli, in particolare nel settore azionario.

Va anche ricordato che Cometa è un fondo a contribuzione definita e non a prestazione definita, cosa quest’ultima che certo permetterebbe all’associato di sapere a priori qual è il guadagno minimo garantito, ma è ovvio che questa garanzia avrebbe un costo che inciderebbe in modo significativo sui guadagni.

Il meccanismo di funzionamento dell’investimento previdenziale è chiaro nelle sue parti, e ormai non sono pochi quelli che hanno un minimo di dimestichezza con i mercati finanziari: pensare, ad esempio, che le somme accantonate siano estranee al prelievo fiscale al momento del ritiro del capitale o che i risultati siano in qualche modo garantiti o che debbano essere “comunque” superiori al rendimento del tfr, attribuire bassi rendimenti a un generico cattivo funzionamento del fondo, significa non aver fatto una verifica dei dati di fatto che pure sono in possesso dell’iscritto (scheda informativa all’atto dell’iscrizione, sito Internet con la composizione e l’aggiornamento della posizione contributiva del singolo iscritto, estratto conto individuale annuale).

La giovane esperienza dei fondi previdenziali negoziali, e Cometa è il più grande tra questi, si è avvalsa fin dall’inizio di competenze professionali qualificate e indipendenti. Funzioni di controllo e competenze specialistiche si confrontano nell’attività del Consiglio di amministrazione, cui si affiancano strumenti tecnici e di consulenza tesi a compiere le necessarie verifiche degli atti e delle scelte effettuate.

L’impegno a fare meglio, ad affinare gli strumenti di controllo e di conoscenza per ottimizzare i risultati è un’esigenza legittima e necessaria. Da questo punto di vista le strutture sindacali della Fiom, il coordinamento nazionale sui fondi pensione, l’Assemblea dei rappresentanti dei soci devono, ognuno con le proprie prerogative, mantenere alta l’iniziativa e l’informazione verso i lavoratori iscritti e quelli che si vogliono iscrivere. L’impegno preso verso i lavoratori e il rispetto di un diritto contrattuale devono tradursi in servizi forniti agli iscritti (anche con l’ausilio del patronato) e in occasioni di informazione corretta e completa: ciò contribuirà tra l’altro a respingere argomentazioni basate su disinformazione o atteggiamenti contrari in modo pregiudiziale.

Informazioni e chiarimenti potranno infine essere occasione utile per evidenziare l’intreccio tra previdenza complementare e ipotesi del governo sulla delega per le pensioni. Il delicato equilibrio tra previdenza pubblica e complementare alla base della riforma Dini, non può assolutamente essere stravolto.

10 gennaio 2002

Consulta Cgil sui fondi pensione a Milano. I lavori hanno preso avvio presentando gli impegni assunti dalla Confederazione per sviluppare i rapporti tra i lavoratori iscritti ai fondi, le fonti istitutive e le strutture di servizio della Cgil (Inca, Caaf). E’ così in preparazione un corso di formazione per gli addetti alle strutture di servizio, così come si sta aggiornando (e generalizzando) il programma informatizzato (impostato dalla Fiom) per facilitare la lettura della busta paga e controllare la posizione contributiva degli iscritti ai fondi pensione negoziale da parte di Caaf e Inca.

Più in particolare è stato segnalato lo svolgimento della Conferenza Cgil sui servizi , che si terrà a Roma il 31/1 e il 1°/2. Nel secondo giorno una parte dei lavori sarà riservata alla presentazione di una relazione sui fondi pensione e a una “tavola rotonda” cui parteciperanno i presidenti di nomina sindacale dei fondi. Sarà quindi importante garantire la partecipazione di quanti seguono le vicende della previdenza integrativa e in particolare dei consiglieri di amministrazione e dei componenti le Assemblee dei rappresentanti dei soci.

Laura Martini, del Coordinamento Welfare Cgil, ha proseguito ricordando il valore centrale della previdenza negoziale nell’ambito della contrattazione e la necessità di superare i ritardi che si stanno accumulando verso i giovani: quest’ultimi infatti ricavano un danno materiale dalla mancata iscrizione alla previdenza integrativa e rischiano di vederlo amplificato dalle scelte del governo in merito alla decontribuzione.

Successivamente è intervenuto Daniele Cerri, sempre del Coordinamento Cgil. per fare il punto sullo stato dei fondi. L’accento è stato posto su quei fondi che attraversano difficoltà e ritardi nel prendere il via. Si veda, ad esempio, per quanto riguarda i meccanici, il caso di Artifond che, grazie alla proroga ricevuta dalla Covip,dovrà raccogliere 10mila iscrizioni entro il I semestre 2002!! Gli interessati devono quindi mobilitarsi al più presto per raggiungere questo obiettivo, che non appare scontato (attualmente gli iscritti certificati sono 2000, altri 1500 sono in via di certificazione).

Nel dibattito che è seguito alle comunicazioni introduttive sono state poste in risalto le difficoltà che hanno vissuto i fondi con caratteristiche intercategoriale: tra l’altro una visione di tipo confederale ha finito per indebolire il ruolo delle singole categorie.

Aldilà delle difficoltà di decollo per alcuni, altri problemi vanno affrontati , in particolare per i fondi più piccoli: la messa in comune di servizi, ad esempio, che ottimizzi le prestazioni a favore degli utenti e consenta risparmi. Ma non solo i fondi devono muoversi in questo senso; anche le parti istitutive devono rinforzare i servizi agli associati.

Lapadula, responsabile delle politiche sociali della Cgil, ha analizzato la valenza negativa della bozza di delega sulla riforma del sistema previdenziale del governo: Molti aspetti restano indefiniti ( per esempio, la quota di Tfr maturando–tutto?, una parte?,tutto ma con gradualità?- da versare al fondo) tra cui anche il meccanismo più o meno generalizzato che destina le risorse provenienti dal tfr ai fondi. Il sindacato predilige una soluzione di “silenzio-assenso” (ovvero adesione automatica salvo disdetta). L’orientamento sindacale  è anche favorevole a fondi pensione (fondi negoziali e fondi aperti) che mantengono pur sempre un carattere di trasparenza rispetto a forme pensionistiche legate a piani individuali.

Se la vicenda richiamata raggiungerà una soluzione bisognerà prevedere un forte impegno delle organizzazioni sindacali da qui all’autunno prossimo in termini di proselitismo verso i fondi negoziali per contrastare probabili azioni congiunte tra compagnie di assicurazione e datori di lavoro che tenderanno a condizionare le scelte dei lavoratori in azienda.

Ma il punto più indigeribile riguarda il tema della decontribuzione sui nuovi assunti: 5 punti in meno per indirizzare tfr verso i fondi, ottenendo così un risparmio per le imprese in termini di costo del lavoro, minori introiti per la previdenza pubblica (compensati con le entrate dei parasubordinati?) e una maggiore convenienza per le imprese a sostituire lavoratori in organico con neo-assunti.

La logica della previdenza complementare è appunto integrativa; non può significare un progressivo smantellamento della previdenza pubblica.

Ma continuano anche a persistere preoccupazioni per il futuro della previdenza negoziale, visti i continui tentativi del governo di modificarne funzionamento, risorse e finalità

11 gennaio 2002

Riunione a Roma del Coordinamento dei fondi pensione. Si tratta di una struttura di recente creazione di cui già abbiamo dato conto su questo sito e che vuole svolgere un’azione di analisi e scelta per lo sviluppo concreto dei fondi, senza alterare l’apporto e il ruolo forniti da altre strutture (per esempio, Mefop: apporto scientifico; Osservatorio confederale: sede politica unitaria di elaborazione). Il Coordinamento si propone di assumere – fatti tutti i necessari passaggi- una veste di vera e propria Associazione

A coordinare la struttura provvisoria sono stati confermati per il 2002, Agazzi(Cometa), Ruggini (Previambiente) e Messina (Fonchim).

Nelle precedenti riunioni il coordinamento ha esaminato i temi strategici della comunicazione; ora sta approfondendo quelli legati al lancio del multicomparto. Il lavoro proseguirà articolandosi attraverso gruppi di lavoro dedicati ad aspetti specifici. E’ stato preso l’impegno di organizzare una conferenza pubblica per marzo al fine di rendere maggiormente visibili le esigenze e il lavoro svolto dai fondi pensione negoziali.

www.cometafondo.it