Bruxelles,
19 marzo 2005. Circa
100.000 manifestanti hanno risposto alla chiamata della
Confederazione europea dei sindacati (Ces), sfilando per le
strade di Bruxelles in difesa dell’occupazione, dei diritti
sociali e contro la direttiva Bolkestein.
«Il
movimento dei sindacati europei – ha dichiarato durante il
comizio finale John Monks, segretario generale della Ces – è
stato molto ben rappresentato in questa euromanifestazione.»
«Noi
vogliamo che adesso i leader d’Europa ascoltino il nostro
messaggio al Summit di primavera, questa settimana: i sindacalisti europei – ha proseguito Monks – chiedono ai
governi di dare un senso sociale all’Europa, incontrando le
preoccupazioni quotidiane dei lavoratori.»
Oltre
al segretario della Ces, hanno preso la parola, durante il
comizio finale, molti dirigenti sindacali europei, riaffermando
il loro impegno per un’Europa con elevati livelli sociali, che
non vada nella direzione indicata dalla direttiva Bolkestein.
La
delegazione della Fiom – che sfilava con lo striscione «In
lotta per un’Europa di diritti e di pace» – era composta
dal segretario generale Gianni Rinaldini, da Sandra Mecozzi,
responsabile dell’Ufficio internazionale, da Sabina Petrucci,
responsabile dell’Ufficio Europa e da vari dirigenti delle
strutture regionali e territoriali tra i quali Laura Spezia
(Piemonte), Luciano Gallo (Veneto), Barbara Orlandi (Toscana),
Sergio Bellavita (Emilia-Romagna), Roberto Giudici (Milano) ecc.
Era presente, nel corteo, anche lo striscione della Fiom-Cgil
Sondrio mentre si presentava molto numerosa la delegazione
veneta della quale faceva parte anche Manuela
Marcon, una
compagna della Zanussi
di Susegana che dal palco dei movimenti antiliberisti ha letto un breve intervento riguardo
la nota vicenda che coinvolge la sua azienda e tutte quelle del
gruppo Electrolux.
La Cgil
sfilava con lo striscione «Sì all’Europa sociale, no alla
Bolkestein» mentre tra quelli presenti è stato molto
fotografato lo striscione de «il manifesto».
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