Abruzzo
- Lello Raffo, Fiom nazionale

Ancona

Cagliari

Campania
- Maurizio Mascoli, segretario generale Fiom Campania
- Venne il giorno dello sciopero e i metalmeccanici della Campania risposero compatti.

Calabria
-
Mario Sinopoli, segretario generale Fiom Calabria

Emilia-Romagna
-
Francesca Re David, segretaria nazionale Fiom.

Genova

Lombardia:
- Maurizio Zipponi, Fiom Milano.
- Gianni Rinaldini, segretario generale Fiom.
- Le foto

Piemonte
- Laura Spezia, segretario generale Fiom Piemonte
- Fiat di Mirafiori
- Le foto (collegamento alla Fiom Piemonte)

Roma
- Rosario Rappa, Fiom nazionale
- Le foto

Sicilia
- Fiat di Termini Imerese

Toscana

Veneto
-
Luciano Gallo, segretario generale Fiom Veneto
- Italo Zanchetta, delegato Rsu Zanussi di Susegana (Tv).

 16 maggio 2003:

giornata nazionale di lotta
per il contratto
le iniziative

Documenti e comunicati

Resoconti delle iniziative

I dati

 

Abruzzo

- Lello Raffo, Fiom nazionale

Dopo le assemblee fatte nelle fabbriche in questi giorni, i lavoratori hanno capito l'imbroglio di questo accordo separato, che toglie i diritti, toglie il salario e la libertà. La flessibilità dell'orario di lavoro, adesso, fa retrocedere le condizioni dei lavoratori a prima degli anni Cinquanta.

Ancona

Il corteo è stato vivace, colorato e molto partecipato – circa 6.000 persone. I lavoratori hanno sottolineato la mancata democrazia, con la firma dell'accordo separato del 7 maggio, anche negli slogan durante la manifestazione: "I proprietari del contratto sono i lavoratori".  

Cagliari

I primi dati dal territorio di Cagliari sull’adesione allo sciopero della Fiom confermano la buona riuscita riscontrata a livello nazionale.

Già nei giorni scorsi avevamo avuto un ottimo livello di interesse e partecipazione alle assemblee svolte in tutte le aziende del territorio che verranno concluse entro la fine di maggio, con il passaggio alle aziende d’appalto che operano nelle Zone industriali di Macchiareddu e Sarroch, le aziende di produzione come la Bridgestone Metalpha Italia, le aziende che appartengono al settore dell’auto e quasi tutte le aziende che operano nel settore della ricerca (CRS4) e della new economy.

Tali assemblee hanno l’intento di spiegare, analizzando il merito delle questioni, le ragioni che ci impediscono di sottoscrivere l’accordo sul Ccnl siglato dalla Federmeccanica, dalla Fim e dalla Uilm e la necessità di effettuare le 16 ore di sciopero (entro il mese di maggio) in difesa del Contratto collettivo nazionale di lavoro e della sua funzione, contro il tentativo di introdurre nel Contratto ulteriori strumenti legislativi che rendono più precario il mercato del lavoro e che comportano la fine dell’orario settimanale massimo, per la difesa del potere d’acquisto delle retribuzioni, per riaffermare il principio della democrazia nei luoghi di lavoro e per riconquistare la giusta autonomia nei processi negoziali sia aziendali sia nazionali.  

Calabria

- Mario Sinopoli, segretario generale Fiom Calabria

C'è grande soddisfazione per l'andamento dello sciopero di oggi, che ha registrato ovunque adesioni superiori al numero degli iscritti alla nostra categoria, a dimostrazione della giustezza della linea politica della Fiom. È quindi necessario andare avanti nella strada scelta, per ottenere un vero contratto di lavoro.

Campania  

- Maurizio Mascoli, segretario generale Fiom Campania

I lavoratori metalmeccanici della Campania non si sono fatti intimidire da Pezzotta e Angeletti.

L’adesione allo sciopero della Fiom per un vero contratto nazionale, per i diritti e la democrazia sindacale è altissimo: 90% all’Alfa di Pomigliano e nelle aziende collegate, 75% negli stabilimenti Merloni di Teverola, pressoché totale alla Fiat Avio di Acerra e di Pomigliano.

In quest’ultima azienda il licenziamento di 19 giovani in contratto di formazione ripropone la battaglia contro la precarietà che è al centro della piattaforma della Fiom.

- Venne il giorno dello sciopero e i metalmeccanici della Campania risposero compatti. 

Con queste parole è possibile riassumere la giornata di sciopero generale indetta dalla Fiom. In ogni capoluogo di provincia sono stati effettuati presidi e manifestazioni.

A Napoli, a piazza dei Martiri, di fronte a circa 2.000 lavoratori, ha parlato Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom.

Le adesioni sono state molto alte, tanto per fare qualche esempio, allo stabilimento Alfa di Pomigliano d’Arco 90%, alla Magnaghi l’adesione è stata del 80%. 90% alla Fincantieri e alla Avis di Castellammare di Stabia, 80% all’Ansaldo. Alla Whirlpool si è raggiunto il 90%, con lo sciopero indetto unitariamente da Fim, Fiom e Uilm, mentre alla Exide di Casalnuovo il 100%. Discorso a parte sono gli stabilimenti Fiat Avio di Acerra e Pomigliano,  qui l’adesione, pressoché totale, è la risposta ferma e decisa dei lavoratori a seguito del licenziamento di 19 operai con contratto di formazione. E’ anche il rifiuto di un rinnovo contrattuale in cui la precarietà aumenta e le condizioni generali di lavoro peggiorano.

A Caserta, dove c’è stato un presidio presso l’Unione degli industriali, adesioni massicce si sono avute alla Silia e alla Ecobat (90%), 80% all’Automotive System, e alla Worthington, 75% alla Merloni e alla Laminazione Sottile, dove sono state proclamate otto ore di sciopero. Alta partecipazione anche dei lavoratori, della Firema (75%), alla Jabil e alla Eds Italia Software (70%). Adesioni del 60% alla Marconi e alla Siemens di Marcianise. Alte adesioni si sono registrate anche nelle piccole e medie aziende. Qui si è anche assistito ad azioni intimidatorie tanto chiamate in causa nei giorni scorsi da Fim e Uilm. Infatti, alla Firema Trasporti il delegato della Fim ha aggredito i lavoratori e gli iscritti Fiom che si stavano preparando a raggiungere il presidio.

Nelle altre province la partecipazione allo sciopero si attesta intorno al 70%, con punte al 90% negli scatolifici, nelle fonderie, nei depuratori e nelle piccole aziende del salernitano; con un’affollata assembla pubblica ad Avellino e con presidio presso l’Unione degli industriali a Benevento.

Il perché fosse giusto scioperare ce lo dicono due delegati.

Giusy Di Caprio, della Eds Italia Software, così sintetizza le motivazioni dell’adesione allo sciopero: “La Fiom ha seguito fin dall’inizio un percorso democratico sia nell’elaborazione della piattaforma, sia per quanto riguarda la partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori. Di fronte alle chiusure di Fim e Uilm non potevamo fare altro che scioperare, in quanto l’ipotesi è peggiorativa sotto tutti i punti di vista, basti pensare ai riferimenti alla legge 30, alle modifiche sull’orario di lavoro e alla complessiva riduzione dei diritti e delle tutele dei lavoratori”.

Per Gabriele Tartaglione, dello stabilimento 11 Merloni, “occorreva indire lo sciopero e chiedere ai lavoratori di partecipare perché è messo in seria discussione la validità e il valore del contratto nazionale di lavoro e la dignità dei lavoratori. Inoltre, sta diventando sistematico da parte di Federmeccanica negare un vero e dignitoso aumento salariale per gli addetti all’industria metalmeccanica. E’ impensabile, infatti, che le aziende continuino a perseguire la competitività riducendo costantemente il salario”.

Emilia - Romagna

- Francesca Re David, Fiom nazionale  

Lo sciopero e la manifestazione sono andati molto bene: in piazza a Bologna c'erano 7-8.000 persone e si respirava un clima molto "carico" tra i lavoratori, la cui richiesta è quella di andare avanti con concretezza per conquistare il contratto. È questo che chiedono alla Fiom, in modo forte ed evidente. Denunciano nel paese una democrazia ferita, a causa del non ascolto delle lavoratrici e dei lavoratori, che non riconoscono l'accordo separato come contratto dei metalmeccanici.

Genova

Buone l’adesione allo sciopero generale dei metalmeccanici e la partecipazione alla manifestazione cittadina alla quale hanno partecipato anche i lavoratori della provincia di Savona. A partire dalle 9 i manifestanti hanno cominciato a confluire nei due punti di concentramento alla Stazione marittima e presso il varco portuale dell’area delle Riparazioni navali; intorno alle 10 i due cortei si sono unificati per seguire il percorso che ha portato a piazza Matteotti dove i relatori hanno proposto i loro interventi.

Complessivamente c’è stata una adesione allo sciopero con percentuali dal 60 al 100%, punta raggiunta alle officine e nei cantieri delle riparazioni navali.,

Una volta raggiunta la piazza del palco, le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici genovesi – circa 5.000 – sono stati salutati dalla relazione introduttiva di Corrado Cavanna, segretario generale Fiom di Genova, il quale ha posto subito l’accento sulle ragioni della Fiom e della sua lotta: “La battaglia della Fiom è una battaglia di libertà; la libertà per i lavoratori di poter decidere delle condizioni di lavoro, del salario, della qualità del contratto di lavoro”. Nel merito dell’accordo: “Rispettiamo le scelte di Fim e Uilm ma riteniamo che non rappresentino gli interessi dei lavoratori metalmeccanici”. Cavanna conclude invitando tutti i lavoratori, compresi quelli che aderiscono a Fim e Uilm a sostenere la lotta per respingere un modello sindacale neo-corporativo e per un contratto vero, equo e dignitoso.

L’intervento finale è affidato a Riccardo Nencini, segretario nazionale Fiom che apre con la suggestiva immagine di una catena di solidarietà che collega tutte le città d’Italia in una risposta di lotta contro il contratto scritto sotto dettatura di Federmeccanica. “La Cisl ci ha da sempre spiegato l’importanza dell’autonomia contrattuale delle parti rifiutando con queste argomentazioni ogni forma di legislazione sulla rappresentanza. Non si capisce perché per il contratto dei metalmeccanici questa convinzione venga meno dato che intere parti della normativa vengono rinviate ai contenuti delle leggi di prossima attuazione. Non si capisce perché i lavoratori dell’industria metalmeccanica, che è il cuore della produzione di ricchezza di questo paese, non abbiano il diritto a un contratto dignitoso”. Per la Fiom la vertenza è ancora aperta; gli aumenti salariali sono un anticipo rispetto al contratto che si dovrà chiudere con la Fiom; la normativa vigente, per la Fiom, è quella contenuta nel contratto che la Fiom ha firmato e cioè quello del 1999. Queste in sintesi le affermazioni di Nencini sulla attuale situazione contrattuale; gli applausi più sentiti arrivano quando si fa riferimento alle accuse di copertura al terrorismo: “Nessuno venga a parlare alla Fiom di collusione col terrorismo. La Fiom ha pagato care la sua convinta opposizione alle pratiche terroristiche nella sua storia. La Fiom è il sindacato al quale era iscritto Guido Rossa”. Nencini conclude dando appuntamento al 23 maggio con la convocazione del Comitato centrale al quale è affidato il compito di indicare la linea per proseguire la vertenza, linea attraverso la quale coinvolgere i lavoratori per renderli protagonisti nella conquista di un contratto, un buon contratto, un contratto dignitoso.

Lombardia

- Maurizio Zipponi, segretario generale Fiom Milano: "Oggi è una bella giornata per Milano: può guardare e vedere i metalmeccanici in piazza. Siamo in tanti e con questo sciopero inizia la nostra lotta per il vero contratto dei metalmeccanici, noi chiediamo che siano i lavoratori a esprimersi sul loro contratto e chiediamo a Federmeccanica chi crede di poter rappresentare, e come crede di trattare i lavoratori. È necessario rispettarli, perché se non hanno un salario adeguato, tutto il sistema ne risente e non si può sperare in nessuna crescita dei consumi. Occorrerà calma, prudenza e saggezza ma oggi è solo l'inizio di una lunga fase di lotte articolate fabbrica per fabbrica, i padroni dovranno fare i conti con il più importante sindacato italiano.

- Gianni Rinaldini, segretario generale Fiom, nel suo intervento dal palco, ha dichiarato che "Questo sciopero generale è innanzitutto un messaggio chiaro e preciso: non è possibile fare un contratto solo con alcuni sindacati e pretendere di imporlo a tutti i lavoratori, questo non è tollerabile. Non ci appassionano le guerre sulle cifre, già alle 8 di questa mattina qualcuno dichiarava che lo sciopero era un fallimento e che le fabbriche erano tutte al lavoro; noi diciamo solo di guardare a questa piazza e di fare i conti questa sera sui dati reali della produzione".

"Il contratto di Federmeccanica con Fim e Uilm, e sotto la regia attenta di Cisl e Uil, sancisce una sola cosa: la fine del contratto nazionale. Tutta la parte normativa viene cancellata e si afferma che d'ora in poi si applicheranno le leggi preparate dal governo sugli orari, sul part time, sulla flessibilità. Sull'inquadramento hanno scritto che dal 1° gennaio 2007 ci sarà un menu "chiavi in mano" pronto a essere adeguato alle esigenze di ogni azienda: a quel punto sarà la fine anche dell'inquadramento nazionale. Anche sul salario occorre essere chiari: hanno scritto che l'aumento è di 69 euro mentre gli altri 21, elargiti alla fine del periodo di vigenza del biennio economico, sono da conglobare nel rinnovo per gli anni 2005-2006, sono cioè un semplice acconto sul prossimo rinnovo. Con la firma per un aumento di 69 euro è stata accettata l'inflazione programmata dal governo, tant'è che la prima offerta dei padroni era stata di 67 euro!".

E ancora: "La vicenda del referendum del 15 giugno fa parte della nostra battaglia per l'estensione dei diritti dei lavoratori. Non faccio polemiche, ma l'idea di lanciare il boicottaggio del referendum non ci appartiene, non fa parte della nostra cultura, e questa idea è diventata improvvisamente così popolare (anche tra chi diceva di votare no) da quando alcuni sondaggi segnalano che questo referendum può essere anche vinto".

"Vorrei chiudere con due osservazioni: mi dicono che Fim e Uilm intendono proporre un referendum segreto sul contratto solo per i loro iscritti, mentre a tutti gli altri lavoratori verrebbe sottoposta una scheda con nome, cognome, fabbrica (e liberatoria rispetto alla legge sulla privacy) dove si dovrebbe dichiarare il rifiuto del contratto; spero sia uno scherzo, che non si arrivi a questo livello, ma deve essere chiaro che noi chiediamo una cosa sola: un referendum serio tra tutti i lavoratori perché il contratto è loro!".

"Noi siamo contro ogni atto di terrorismo, ma nessuno può insultarci mischiando il terrorismo con le nostre lotte per un altro contratto, non dobbiamo lasciarci trascinare in sterili polemiche che hanno l'unico scopo di distogliere l'attenzione dal merito: dobbiamo discutere del contratto nazionale dei metalmeccanici e non di altre favole."

Piemonte

- Laura Spezia, segretario generale Fiom Piemonte

Lo sciopero di oggi dimostra che i lavoratori e le lavoratrici vogliono un buon contratto e che l'accordo in perdita non conclude la vertenza. Oggi non è che l'inizio del conflitto, che continuerà in tutte le aziende, è la nostra battaglia per un contratto che difenda salario e diritti. Lo sciopero di oggi dimostra che le lavoratrici e i lavoratori non sono rassegnati, vogliono decidere loro sulle materie che li riguardano e non vogliono che la democrazia venga cancellata dalle fabbriche.

- Fiat di Mirafiori

Soltanto ieri sono rientrati i lavoratori in fabbrica e, nonostante le note difficoltà nell'organizzare  le assemblee all'interno degli stabilimenti, c'è un dato di partecipazione oggi allo sciopero del 30-40%, con punte più alte in Carrozzeria. Claudio Stacchini (Fiom V lega), si ritiene soddisfatto: "È un buon inizio per recuperare il tempo che in Fiat è stato perso in questi ultimi mesi".

Roma

Rosario Rappa, Fiom nazionale

Parlando davanti alla sede dell’Unione degli industriali, dove è stato organizzato un presidio dai lavoratori della Fiom, Rosario Rappa della Fiom nazionale ha affermato, tra le altre cose, che “il pacchetto delle 16 ore e la manifestazione di oggi è l’inizio di un conflitto che si preannuncia lungo e difficile che non si esaurirà in 10-15 giorni di iniziative.”

“Con il prossimo Comitato centrale della Fiom – ha continuato Rappa – decideremo altre iniziative per incidere sulle attività produttive e sulla produzione.”

“Pensiamo a forme di lotta molto articolate dentro le aziende.”

“L’obiettivo della Fiom – ha concluso – è di fare un contratto sulla base della piattorma presentata e approvata da 460 mila lavoratori metalmeccanici.”

Sicilia

- Fiat di Termini Imerese

Le assemblee dei giorni precedenti lo sciopero alla Fiat sono andate molto bene, e nonostante la cassa integrazione abbia inciso parecchio nei mesi scorsi nelle tasche dei lavoratori, lo sciopero di oggi ha causato una riduzione nella produzione del 50%.

Toscana

La manifestazione a Firenze ha avuto la presenza di circa 6.000 lavoratori; le adesioni allo sciopero sono state tra il 60 e il 90% con punte anche del 100%. Durante il corteo c'è stata una fermata alla Prefettura di Firenze con la consegna da parte della Fiom di Firenze e di Tino Magni, segretario nazionale della Fiom, di un documento in cui si richiede che venga fatta una legge sulla rappresentatività. Al comizio tenutosi in piazza Ognissanti e introdotto dal segretario generale della Fiom Firenze Mauro Fuso sono intervenuti i delegati Fiom Tania Lari della Matec, Caterina Cirri della Scala group e Fabio Signorini del Nuovo Pignone.

Tino Magni, nelle sue conclusioni, ha innanzitutto espresso solidarietà alla Cisl per l'attentato alla sede di Cagliari, ma ha anche ribadito che nessun accostamento può esser fatto sulle iniziative sindacali e il terrorismo. Riguardo il contratto, il segretario nazionale della Fiom si è chiesto quale possa essere il valore di un accordo che non ha spostato Federmeccanica dalle sue posizioni. “Noi vogliamo invece – dice Magni – un contratto sottoposto al giudizio libero dei lavoratori e una legge sulla rappresentanza come quella del pubblico impiego e non firme separate, non accordi separati, ma accordi firmati dai lavoratori.” “Il contratto – continua il segretario – non è del sindacato ma dei lavoratori e da questo presupposto che bisogna continuare le nostre battaglie, sia a livello generale sia fabbrica per fabbrica. Le aziende devono capire che senza la Fiom non si gestisce nulla; bisognerà fare degli scioperi articolati e degli scioperi degli straordinari, che possano incidere sempre di più nelle aziende. Su questo la Fiom dovrà essere rigida. La lotta sarà lunga e nel prossimo Comitato centrale prenderemo delle decisioni sulle prossime iniziative. Le nostre azioni dovranno essere mirate a far sì che i padroni si dissocino da Federmeccanica. Concorderemo con i lavoratori le linee migliori per far sì che questa lotta riesca, per battere il disegno delle aziende, disegno basato su bassi costi e quindi pochi diritti, prodotti poveri senza qualità, senza innovazione tecnologica, e dovremo realizzare delle lotte più incisive possibili.”  

Veneto

- Luciano Gallo, segretario generale regionale

La partecipazione allo sciopero è stata massiccia e le manifestazioni e i presidi sono riusciti perfettamente, specialmente a Padova, con la presenza di circa 4.000 lavoratori alla manifestazione in centro città. Questo dimostra anzitutto a Federmeccanica, che l'accordo separato firmato con le organizzazioni sindacali minoritarie non è un contratto vero, perché non permette la pace sociale, e i lavoratori metalmeccanici del Veneto con lo sciopero e le manifestazioni dimostrano di rifiutare la riduzione dei diritti, la precarizzazione del lavoro, la riduzione del potere d'acquisto dei salari. A Fim e Uilm, i lavoratori dimostrano oggi di non sentirsi rappresentati, e di volere invece una vera trattativa sull'unica piattaforma votata e approvata dai lavoratori, che è quella della Fiom.

- Treviso - Italo Zanchetta, delegato Rsu Zanussi di Susegana (Tv)

Questa mattina abbiamo fatto un presidio di "testimonianza", non duro, e lo sciopero è andato bene, anche meglio delle aspettative, oltre il 65%.

Con la firma dell'accordo separato si è consolidata una frattura molto forte, lo abbiamo visto nelle assemblee di questi giorni tra i lavoratori, che hanno avuto una partecipazione attenta. Ci chiedono direttive precise sul futuro, perché si rendono conto che con l'applicazione del nuovo contratto molte condizioni peggioreranno, una per tutte l'orario di lavoro notturno: ci sarà una netta perdita del salario, e quando ciò accadrà, ci sarà la piena consapevolezza dell'imbroglio.