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16 maggio 2003: giornata
nazionale di lotta |
Resoconti delle iniziative |
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Lello
Raffo, Fiom nazionale Dopo le assemblee fatte nelle fabbriche in questi giorni, i lavoratori hanno capito l'imbroglio di questo accordo separato, che toglie i diritti, toglie il salario e la libertà. La flessibilità dell'orario di lavoro, adesso, fa retrocedere le condizioni dei lavoratori a prima degli anni Cinquanta. Il
corteo è stato vivace, colorato e molto partecipato – circa 6.000
persone. I lavoratori hanno sottolineato la mancata democrazia, con la
firma dell'accordo separato del 7 maggio, anche negli slogan durante la
manifestazione: "I proprietari del contratto sono i
lavoratori". I
primi dati dal territorio di Cagliari sull’adesione allo sciopero
della Fiom confermano la buona riuscita riscontrata a livello nazionale. Già
nei giorni scorsi avevamo avuto un ottimo livello di interesse e
partecipazione alle assemblee svolte in tutte le aziende del territorio
che verranno concluse entro la fine di maggio, con il passaggio alle
aziende d’appalto che operano nelle Zone industriali di Macchiareddu e
Sarroch, le aziende di produzione come la Bridgestone Metalpha Italia,
le aziende che appartengono al settore dell’auto e quasi tutte le
aziende che operano nel settore della ricerca (CRS4) e della new economy. Tali
assemblee hanno l’intento di spiegare, analizzando il merito delle
questioni, le ragioni che ci impediscono di sottoscrivere l’accordo
sul Ccnl siglato dalla Federmeccanica, dalla Fim e dalla Uilm e la
necessità di effettuare le 16 ore di sciopero (entro il mese di maggio)
in difesa del Contratto collettivo nazionale di lavoro e della sua
funzione, contro il tentativo di introdurre nel Contratto ulteriori
strumenti legislativi che rendono più precario il mercato del lavoro e
che comportano la fine dell’orario settimanale massimo, per la difesa
del potere d’acquisto delle retribuzioni, per riaffermare il principio
della democrazia nei luoghi di lavoro e per riconquistare la giusta
autonomia nei processi negoziali sia aziendali sia nazionali. -
Mario Sinopoli, segretario generale Fiom Calabria C'è grande soddisfazione per l'andamento dello sciopero di oggi, che ha registrato ovunque adesioni superiori al numero degli iscritti alla nostra categoria, a dimostrazione della giustezza della linea politica della Fiom. È quindi necessario andare avanti nella strada scelta, per ottenere un vero contratto di lavoro. - Maurizio
Mascoli, segretario generale Fiom Campania I lavoratori metalmeccanici della Campania non si sono fatti intimidire da Pezzotta e Angeletti. L’adesione allo sciopero della Fiom per un vero contratto nazionale, per i diritti e la democrazia sindacale è altissimo: 90% all’Alfa di Pomigliano e nelle aziende collegate, 75% negli stabilimenti Merloni di Teverola, pressoché totale alla Fiat Avio di Acerra e di Pomigliano. In quest’ultima azienda il licenziamento di 19 giovani in contratto di formazione ripropone la battaglia contro la precarietà che è al centro della piattaforma della Fiom. - Venne il giorno dello sciopero e i metalmeccanici della Campania risposero compatti. Con queste parole è possibile riassumere la giornata di sciopero generale indetta dalla Fiom. In ogni capoluogo di provincia sono stati effettuati presidi e manifestazioni. A Napoli, a piazza dei Martiri, di fronte a circa 2.000 lavoratori, ha parlato Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom. Le adesioni sono state molto alte, tanto per fare qualche esempio, allo stabilimento Alfa di Pomigliano d’Arco 90%, alla Magnaghi l’adesione è stata del 80%. 90% alla Fincantieri e alla Avis di Castellammare di Stabia, 80% all’Ansaldo. Alla Whirlpool si è raggiunto il 90%, con lo sciopero indetto unitariamente da Fim, Fiom e Uilm, mentre alla Exide di Casalnuovo il 100%. Discorso a parte sono gli stabilimenti Fiat Avio di Acerra e Pomigliano, qui l’adesione, pressoché totale, è la risposta ferma e decisa dei lavoratori a seguito del licenziamento di 19 operai con contratto di formazione. E’ anche il rifiuto di un rinnovo contrattuale in cui la precarietà aumenta e le condizioni generali di lavoro peggiorano. A Caserta, dove c’è stato un presidio presso l’Unione degli industriali, adesioni massicce si sono avute alla Silia e alla Ecobat (90%), 80% all’Automotive System, e alla Worthington, 75% alla Merloni e alla Laminazione Sottile, dove sono state proclamate otto ore di sciopero. Alta partecipazione anche dei lavoratori, della Firema (75%), alla Jabil e alla Eds Italia Software (70%). Adesioni del 60% alla Marconi e alla Siemens di Marcianise. Alte adesioni si sono registrate anche nelle piccole e medie aziende. Qui si è anche assistito ad azioni intimidatorie tanto chiamate in causa nei giorni scorsi da Fim e Uilm. Infatti, alla Firema Trasporti il delegato della Fim ha aggredito i lavoratori e gli iscritti Fiom che si stavano preparando a raggiungere il presidio. Nelle altre province la partecipazione allo sciopero si attesta intorno al 70%, con punte al 90% negli scatolifici, nelle fonderie, nei depuratori e nelle piccole aziende del salernitano; con un’affollata assembla pubblica ad Avellino e con presidio presso l’Unione degli industriali a Benevento. Il perché fosse giusto scioperare ce lo dicono due delegati. Giusy Di Caprio, della Eds Italia Software, così sintetizza le motivazioni dell’adesione allo sciopero: “La Fiom ha seguito fin dall’inizio un percorso democratico sia nell’elaborazione della piattaforma, sia per quanto riguarda la partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori. Di fronte alle chiusure di Fim e Uilm non potevamo fare altro che scioperare, in quanto l’ipotesi è peggiorativa sotto tutti i punti di vista, basti pensare ai riferimenti alla legge 30, alle modifiche sull’orario di lavoro e alla complessiva riduzione dei diritti e delle tutele dei lavoratori”. Per Gabriele Tartaglione, dello stabilimento 11 Merloni, “occorreva indire lo sciopero e chiedere ai lavoratori di partecipare perché è messo in seria discussione la validità e il valore del contratto nazionale di lavoro e la dignità dei lavoratori. Inoltre, sta diventando sistematico da parte di Federmeccanica negare un vero e dignitoso aumento salariale per gli addetti all’industria metalmeccanica. E’ impensabile, infatti, che le aziende continuino a perseguire la competitività riducendo costantemente il salario”. Emilia - Romagna-
Francesca Re David, Fiom Lo
sciopero e la manifestazione sono andati molto bene: in piazza a Bologna
c'erano 7-8.000 persone e si respirava un clima molto "carico"
tra i lavoratori, la cui richiesta è quella di andare avanti con
concretezza per conquistare il contratto. È questo che chiedono alla
Fiom, in modo forte ed evidente. Denunciano nel paese una democrazia
ferita, a causa del non ascolto delle lavoratrici e dei lavoratori, che
non riconoscono l'accordo separato come contratto dei metalmeccanici. Buone
l’adesione allo sciopero generale dei metalmeccanici e la
partecipazione alla manifestazione cittadina alla quale hanno
partecipato anche i lavoratori della provincia di Savona. A partire
dalle 9 i manifestanti hanno cominciato a confluire nei due punti di
concentramento alla Stazione marittima e presso il varco portuale dell’area
delle Riparazioni navali; intorno alle 10 i due cortei si sono unificati
per seguire il percorso che ha portato a piazza Matteotti dove i
relatori hanno proposto i loro interventi. Complessivamente
c’è stata una adesione allo sciopero con percentuali dal 60 al 100%,
punta raggiunta alle officine e nei cantieri delle riparazioni navali., Una
volta raggiunta la piazza del palco, le lavoratrici e i lavoratori
metalmeccanici genovesi – circa 5.000 – sono stati salutati dalla
relazione introduttiva di Corrado Cavanna, segretario generale Fiom di
Genova, il quale ha posto subito l’accento sulle ragioni della Fiom e
della sua lotta: “La battaglia della Fiom è una battaglia di
libertà; la libertà per i lavoratori di poter decidere delle
condizioni di lavoro, del salario, della qualità del contratto di
lavoro”. Nel merito dell’accordo: “Rispettiamo le scelte di Fim e
Uilm ma riteniamo che non rappresentino gli interessi dei lavoratori
metalmeccanici”. Cavanna conclude invitando tutti i lavoratori,
compresi quelli che aderiscono a Fim e Uilm a sostenere la lotta per
respingere un modello sindacale neo-corporativo e per un contratto vero,
equo e dignitoso. L’intervento
finale è affidato a Riccardo Nencini, segretario nazionale Fiom che
apre con la suggestiva immagine di una catena di solidarietà che
collega tutte le città d’Italia in una risposta di lotta contro il
contratto scritto sotto dettatura di Federmeccanica. “La Cisl ci ha da
sempre spiegato l’importanza dell’autonomia contrattuale delle parti
rifiutando con queste argomentazioni ogni forma di legislazione sulla
rappresentanza. Non si capisce perché per il contratto dei
metalmeccanici questa convinzione venga meno dato che intere parti della
normativa vengono rinviate ai contenuti delle leggi di prossima
attuazione. Non si capisce perché i lavoratori dell’industria
metalmeccanica, che è il cuore della produzione di ricchezza di questo
paese, non abbiano il diritto a un contratto dignitoso”. Per la Fiom
la vertenza è ancora aperta; gli aumenti salariali sono un anticipo
rispetto al contratto che si dovrà chiudere con la Fiom; la normativa
vigente, per la Fiom, è quella contenuta nel contratto che la Fiom ha
firmato e cioè quello del 1999. Queste in sintesi le affermazioni di
Nencini sulla attuale situazione contrattuale; gli applausi più sentiti
arrivano quando si fa riferimento alle accuse di copertura al
terrorismo: “Nessuno venga a parlare alla Fiom di collusione col
terrorismo. La Fiom ha pagato care la sua convinta opposizione alle
pratiche terroristiche nella sua storia. La Fiom è il sindacato al
quale era iscritto Guido Rossa”. Nencini conclude dando appuntamento
al 23 maggio con la convocazione del Comitato centrale al quale è
affidato il compito di indicare la linea per proseguire la vertenza,
linea attraverso la quale coinvolgere i lavoratori per renderli
protagonisti nella conquista di un contratto, un buon contratto, un
contratto dignitoso. -
Maurizio Zipponi, segretario generale
Fiom Milano: "Oggi è una
bella giornata per Milano: può guardare e vedere i metalmeccanici in
piazza. Siamo in tanti e con questo sciopero inizia la nostra lotta per
il vero contratto dei metalmeccanici, noi chiediamo che siano i
lavoratori a esprimersi sul loro contratto e chiediamo a Federmeccanica
chi crede di poter rappresentare, e come crede di trattare i lavoratori.
È necessario rispettarli, perché se non hanno un salario adeguato,
tutto il sistema ne risente e non si può sperare in nessuna crescita
dei consumi. Occorrerà calma, prudenza e saggezza ma oggi è solo
l'inizio di una lunga fase di lotte articolate fabbrica per fabbrica, i
padroni dovranno fare i conti con il più importante sindacato italiano. -
Gianni Rinaldini, segretario generale
Fiom, nel suo intervento dal
palco, ha dichiarato che "Questo sciopero generale è innanzitutto
un messaggio chiaro e preciso: non è possibile fare un contratto solo
con alcuni sindacati e pretendere di imporlo a tutti i lavoratori,
questo non è tollerabile. Non ci appassionano le guerre sulle cifre,
già alle 8 di questa mattina qualcuno dichiarava che lo sciopero era un
fallimento e che le fabbriche erano tutte al lavoro; noi diciamo solo di
guardare a questa piazza e di fare i conti questa sera sui dati reali
della produzione". "Il
contratto di Federmeccanica con Fim e Uilm, e sotto la regia attenta di
Cisl e Uil, sancisce una sola cosa: la fine del contratto nazionale.
Tutta la parte normativa viene cancellata e si afferma che d'ora in poi
si applicheranno le leggi preparate dal governo sugli orari, sul part
time, sulla flessibilità. Sull'inquadramento hanno scritto che dal 1°
gennaio 2007 ci sarà un menu "chiavi in mano" pronto a essere
adeguato alle esigenze di ogni azienda: a quel punto sarà la fine anche
dell'inquadramento nazionale. Anche sul salario occorre essere chiari:
hanno scritto che l'aumento è di 69 euro mentre gli altri 21, elargiti
alla fine del periodo di vigenza del biennio economico, sono da
conglobare nel rinnovo per gli anni 2005-2006, sono cioè un semplice
acconto sul prossimo rinnovo. Con la firma per un aumento di 69 euro è
stata accettata l'inflazione programmata dal governo, tant'è che la
prima offerta dei padroni era stata di 67 euro!". E
ancora: "La vicenda del referendum del 15 giugno fa parte della
nostra battaglia per l'estensione dei diritti dei lavoratori. Non faccio
polemiche, ma l'idea di lanciare il boicottaggio del referendum non ci
appartiene, non fa parte della nostra cultura, e questa idea è
diventata improvvisamente così popolare (anche tra chi diceva di votare
no) da quando alcuni sondaggi segnalano che questo referendum può
essere anche vinto". "Vorrei
chiudere con due osservazioni: mi dicono che Fim e Uilm intendono
proporre un referendum segreto sul contratto solo per i loro iscritti,
mentre a tutti gli altri lavoratori verrebbe sottoposta una scheda con
nome, cognome, fabbrica (e liberatoria rispetto alla legge sulla
privacy) dove si dovrebbe dichiarare il rifiuto del contratto; spero sia
uno scherzo, che non si arrivi a questo livello, ma deve essere chiaro
che noi chiediamo una cosa sola: un referendum serio tra tutti i
lavoratori perché il contratto è loro!". -
Laura
Spezia, segretario generale Fiom Piemonte Lo
sciopero di oggi dimostra che i lavoratori e le lavoratrici vogliono un
buon contratto e che l'accordo in perdita non conclude la vertenza. Oggi
non è che l'inizio del conflitto, che continuerà in tutte le aziende,
è la nostra battaglia per un contratto che difenda salario e diritti. Soltanto ieri sono rientrati i lavoratori in fabbrica e, nonostante le note difficoltà nell'organizzare le assemblee all'interno degli stabilimenti, c'è un dato di partecipazione oggi allo sciopero del 30-40%, con punte più alte in Carrozzeria. Claudio Stacchini (Fiom V lega), si ritiene soddisfatto: "È un buon inizio per recuperare il tempo che in Fiat è stato perso in questi ultimi mesi". Rosario Rappa, Fiom nazionale Parlando davanti alla sede dell’Unione degli industriali, dove è stato organizzato un presidio dai lavoratori della Fiom, Rosario Rappa della Fiom nazionale ha affermato, tra le altre cose, che “il pacchetto delle 16 ore e la manifestazione di oggi è l’inizio di un conflitto che si preannuncia lungo e difficile che non si esaurirà in 10-15 giorni di iniziative.” “Con il prossimo Comitato centrale della Fiom – ha continuato Rappa – decideremo altre iniziative per incidere sulle attività produttive e sulla produzione.” “Pensiamo a forme di lotta molto articolate dentro le aziende.” “L’obiettivo della Fiom – ha concluso – è di fare un contratto sulla base della piattorma presentata e approvata da 460 mila lavoratori metalmeccanici.” -
Fiat di Termini Imerese Le assemblee dei giorni precedenti lo sciopero alla Fiat sono andate molto bene, e nonostante la cassa integrazione abbia inciso parecchio nei mesi scorsi nelle tasche dei lavoratori, lo sciopero di oggi ha causato una riduzione nella produzione del 50%. La
manifestazione a Firenze ha avuto la presenza di circa 6.000 lavoratori;
le adesioni allo sciopero sono state tra il 60 e il 90% con punte anche
del 100%. Durante il corteo c'è stata una fermata alla Prefettura di
Firenze con la consegna da parte della Fiom di Firenze e di Tino Magni,
segretario nazionale della Fiom, di un documento
in cui si richiede che venga fatta una legge sulla rappresentatività.
Al comizio tenutosi in piazza Ognissanti e introdotto dal segretario
generale della Fiom Firenze Mauro Fuso sono intervenuti i delegati Fiom
Tania Lari della Matec, Caterina Cirri della Scala group e Fabio
Signorini del Nuovo Pignone. Tino
Magni, nelle sue conclusioni, ha innanzitutto espresso solidarietà alla
Cisl per l'attentato alla sede di Cagliari, ma ha anche ribadito che
nessun accostamento può esser fatto sulle iniziative sindacali e il
terrorismo.
Riguardo il contratto, il segretario nazionale della Fiom si è
chiesto quale possa essere il valore di un accordo che non ha spostato
Federmeccanica dalle sue posizioni. “Noi
vogliamo invece – dice Magni – un contratto sottoposto al giudizio
libero dei lavoratori e una legge sulla rappresentanza come quella del
pubblico impiego e non firme separate, non accordi separati, ma accordi
firmati dai lavoratori.” - Luciano Gallo, segretario generale regionale La
partecipazione allo sciopero è stata massiccia e le manifestazioni e i
presidi sono riusciti perfettamente, specialmente a Padova, con la
presenza di circa 4.000 lavoratori alla manifestazione in centro città.
Questo dimostra anzitutto a Federmeccanica, che l'accordo separato
firmato con le organizzazioni sindacali minoritarie non è un contratto
vero, perché non permette la pace sociale, e i lavoratori
metalmeccanici del Veneto con lo sciopero e le manifestazioni dimostrano
di rifiutare la riduzione dei diritti, la precarizzazione del lavoro, la
riduzione del potere d'acquisto dei salari. -
Treviso - Italo Zanchetta, delegato Rsu Zanussi di
Susegana (Tv) Questa
mattina abbiamo fatto un presidio di "testimonianza", non
duro, e lo sciopero è andato bene, anche meglio delle aspettative,
oltre il 65%. Con la firma dell'accordo separato si è consolidata una frattura molto forte, lo abbiamo visto nelle assemblee di questi giorni tra i lavoratori, che hanno avuto una partecipazione attenta. Ci chiedono direttive precise sul futuro, perché si rendono conto che con l'applicazione del nuovo contratto molte condizioni peggioreranno, una per tutte l'orario di lavoro notturno: ci sarà una netta perdita del salario, e quando ciò accadrà, ci sarà la piena consapevolezza dell'imbroglio. |