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  le pagine della pace
 

 

Angelo Alberti - Iveco di Suzzara (Mn)

Per quanto riguarda il rinnovo del contratto, il fatto di presentare tre piattaforme divise porta molta preoccupazione tra i lavoratori, perché l'idea comune è quella che Confindustria e Federmeccanica non solo sceglieranno la richiesta più bassa, ma rilanceranno e cercheranno di imporre una loro proposta al ribasso.

Questa fantomatica denuncia che vuole fare Federmeccanica rispetto allo sciopero del 21 febbraio, mette un po' di preoccupazione perché, come inizio, è molto difficile, particolare; pur considerando che la maggioranza dei lavoratori sono d'accordo con la posizione della Fiom - e Mantova  è schierata sulla nostra posizione, sulla  nostra proposta di contratto nazionale - la vediamo tutti però molto difficile, per le motivazioni che dicevo prima.

Come delegati dobbiamo dare sempre il massimo per fare in modo che queste iniziative della Fiom riescano, per evitare che le persone si demoralizzino, cioè che di fronte a tutte queste difficoltà si dica: "Va beh, accettiamo qualcosa e chiudiamola lì". Sarà compito nostro fare in modo che questo non accada.

Oggi, qui a Bologna , speriamo di vedere riconfermate le nostre richieste, anche perché altrimenti vorrebbe dire che ci siamo sbagliati prima e soprattutto si deve dare il massimo supporto a tutti i delegati e a tutte le fabbriche dove siamo presenti e non solo, per convincere anche chi oggi è ancora titubante, che la nostra richiesta è quella giusta, è quella da chiedere.

Domani c'è la manifestazione nazionale contro la guerra e sarò a Roma, verrò con uno spirito pacifista, anche perché la guerra comunque è contro la popolazione, è contro ogni diritto. Ha fatto bene la Fiom a dichiararlo per prima, che la guerra è la negazione di ogni diritto: ci battiamo per i diritti e quindi su questo dobbiamo continuare.

 

Silvia Gianati - Laris calorifica di Pianoro (Bo)

Io sono una giovane delegata, lo sono solo da due anni, però condivido l'idea della Fiom: questo contratto sarebbe molto importante per noi, però penso che ci sta aspettando una strada molto dura, perché chiediamo cose molto importanti, necessarie per noi lavoratori, che però si trovano completamente all'opposto di quello che il nostro governo ci vuole offrire e proporre.

Oggi da questa Assemblea nazionale mi aspetto che si prendano delle decisioni chiare su quello che si vuole fare, in modo da potere andare poi in fabbrica a dire ai nostri lavoratori come si vuole  muovere la Fiom, dando loro qualche sicurezza così che ci seguano nelle iniziative.

Dove lavoro io, la maggior parte dei lavoratori mi seguono in tutto, però più in generale c'è un po' di disinteresse, soprattutto da parte dei più giovani, ed è brutto questo secondo me. Sappiamo di dovere continuare la lotta, ma bisogna avere delle risposte precise su come continuare: è un modo secondo me per attirare ancora più la gente, perché i lavoratori sono disposti a lottare, ad andare avanti, però bisogna dirgli come, e quale strada intendiamo percorrere. Poi durante il tragitto si può aggiustare il tiro a seconda delle risposte che si hanno, ma già cominciare a dare delle prime indicazioni, aiuta.

Ho raccolto anche io le firme per il referendum sull'articolo 18, abbiamo fatto tutto il possibile, abbiamo cercato di coinvolgere più lavoratori possibili. Poi ovviamente rimangono sempre alcune persone che non sono neanche disposte ad ascoltarti, ma sono poche.

Ho lottato anche io per avere quella famosa bandiera della pace, abito qui a Bologna e quando giri per le strade, queste bandiere appese fanno una scenografia bellissima, e poi secondo me non c'è mai giustificazione per la guerra. Io ho letto i libri di Gino Strada e sarebbe bello che le facessero leggere a tutti, addirittura fin nelle scuole, perché capisci veramente che non serve la guerra  perché colpisce bambini, civili, non colpisce le persone che vorrebbe andare a colpire.

 

Carmine Colella - Mbda di Napoli

L'azienda dove lavoro ha subìto diversi cambi societari, prima Alenia sistemi con la fusione con Eritalia, poi l'ultima in ordine di tempo è la divisione tra Alenia Marconi system, specializzata nella radaristica civile e militare, e la Mbda missile systems, la fabbrica dove lavoro io, che è articolata sul territorio nazionale in tre siti, uno a La Spezia, uno a Roma, uno al Fusaro di Napoli.

Credo che sulla strategia contrattuale futura dobbiamo cominciare a riflettere un po' di più perché io sono convinto che prima o poi sul contratto, su cui abbiamo tre piattaforme separate, ci metteranno d'accordo D'Amato, Bombassei e Biglieri, nel senso che se loro cercheranno di praticare i decreti attuativi della legge delega del governo anche in un modo subdolo del contratto, io non vedo come scioglieremo questa questione, nel senso che Fim e Uilm insieme a Cisl e Uil sono i firmatari del Patto per l'Italia che ha spianato la strada sui decreti attuativi. Noi lo potremo solo fare nella misura in cui riusciamo a trovare tra i lavoratori una grande unità sulla giustezza delle nostre argomentazioni, della nostra lotta. Questo si può fare, a partire dalle assemblee che devono precedere lo sciopero del 21 [di febbraio, ndr], perché se noi riuscissimo a portare in piazza più lavoratori non solo della Fiom, ma di tutte le organizzazioni sindacali, probabilmente daremmo un grande segnale di unità sia allo sciopero che alla lotta contrattuale.

La cosa che mi preoccupa invece è che sull'attacco ai diritti, al diritto di sciopero soprattutto, la dichiarazione infelice di Savino Pezzotta - "non toccate i miei iscritti" - allontana, non aiuta il tentativo di ricomporre l'unità sindacale, e questo è sbagliato, annulla gli sforzi. A chi ci accusa di essere in una battaglia di scioperi politici, io dico: se questo governo fa delle politiche asociali, se questo governo fa delle politiche contro i diritti, soprattutto il diritto di sciopero, se questo governo mette in campo queste cose, bene, io non ho nessuna paura a dire che lo sciopero del 21 è anche uno sciopero contro questo governo.

Alla manifestazione per la pace domani ci sarò anch'io, anche se sembra una contraddizione perché la mia fabbrica è un po' "guerrafondaia"; lavoro in un'azienda che produce sistemi di difesa e voglio chiarire un concetto: abbiamo un sistema di difesa europeo per prevenire attacchi terroristici, ma il problema è che siamo subalterni agli americani, e gli Usa stanno dimostrando che il loro presidente sta pagando all'industria americana degli armamenti per la vittoria alle elezioni, è per questo che Bush non fa una politica di difesa per la pace, ma noi potremmo essere autonomi da loro dal punto di vista difensivo.

Dalla mia fabbrica penso però che domani saremo pochissimi, se escludiamo la parte più rappresentativa del comitato degli iscritti della Fiom, perché non riusciamo ad aggregare, non perché gli altri non sentono il concetto della pace come un bene fondamentale, è per la contraddizione che viviamo, lavorando in una fabbrica che produce missili e sistemi molto sofisticati.

 

Angelo Barbato - Fiat di Termini Imerese (Pa)

Mi aspettavo di sentire proprio ciò che ha detto Rinaldini, perché sono cose molto forti e in questo momento ritengo che la strada che dobbiamo percorrere è quella di seguire molto il nostro istinto e in modo particolare stare con i lavoratori. L'attacco di Federmeccanica di questi giorni per lo sciopero in più di quattro ore, lo spiegava benissimo Rinaldini, è un attacco pretestuoso, di chi vuole semplicemente mettere le mani avanti per cercare di dare un indirizzo alla prossima riunione sul contratto che vada nella direzione di isolare, di mettere in un angolo la Fiom.