Assemblea nazionale - Verona, 28 settembre 2001
Dentro l'Assemblea | Documenti e comunicati | Fotografie |
Ore 8.30. Non si sono fatti attendere. I pullman varcano i cancelli del Palazzetto dello sport alle ore 8,30. Le delegate e i delegati delle fabbriche del Veneto e della Campania sono tra i primi ad arrivare. Nel piazzale antistante il palazzetto gli altoparlanti del camper che la Camera del lavoro di Verona utilizza per le iniziative sindacali cittadine diffondono giusto un po’ di musica. All’interno ci sono già gli stand della Fiom e della sua casa editrice Meta Edizioni. Materiali prodotti in occasione dei cento anni della Fiom, le riviste “Notizie internazionali”, il numero di Fiom-net e-news, dedicato all’assemblea. C’è anche la video cassetta, “Un film sulla Fiom” coprodotto con l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, a cura di Ansano Giannarelli e Silvia Savorelli. Si sta allestendo lo stand di Emergency, l’associazione con la quale la Fiom collabora a un progetto di solidarietà internazionale. La Fiom di Verona ha organizzato degli stand gastronomici. Alberto Carraro – delegato Zf PadovaOggi vedo gente molto entusiasta e curiosa di sapere come andrà a finire questa vicenda del contratto. Ci aspettiamo di avere linee guida che chiariscano le idee dei lavoratori a riguardo di tutta la partita che si è svolta, perché è stata volutamente confusa. Renato Agnolon – delegato Rds Padova
Come ti sembra l’atmosfera
di questa assemblea? L’atmosfera di questa
assemblea è abbastanza simpatica, ma deve ancora iniziare, poi
vedremo. Ho la sensazione che
la nostra posizione sia una delle peggiori. Comunque… Cosa ti aspetti? Che bisogni
senti come priorità? Mi aspetto che vengano rispettati i nostri diritti e basta. Gianfranco
Masin – ex delegato Bf Padova
La mia era una ditta che produceva tavoli da disegno e
arredamento per stazioni, aeroporti e arredo per la casa. Ora sono in
mobilità da due anni. Qui a Verona l’atmosfera mi sembra buona, adesso sentiremo i vari relatori cosa ci propongono e cosa possiamo fare. Vorrei trovare la possibilità di risolvere un problema
che penso riguardi tutti i lavoratori. E quindi la speranza di poter
continuare una politica Fiom, che è diversa – ovviamente – da
quella delle altre organizzazioni. Roberto
Maestrelli – delegato Boferraro Spa di Verona
Mi sembra che l’atmosfera
di questa assemblea sia come le solite, con i problemi però
inerenti alla spaccatura che c’è stata con le altre due
confederazioni. E’ difficile interpretare lo stato d’animo dei lavoratori, secondo il mio punto di vista non erano abituati ad una situazione di questo tipo: ci sono opinioni divergenti su questo. I lavoratori, parlo per gli iscritti della Fiom - sempre in merito alla trattativa della Fiom del contratto nazionale – dimostrano una maggiore armonia. Sento la loro solidarietà ma anche la solidarietà degli altri iscritti alle altre confederazioni, però unita ad una situazione di insicurezza su quello che potrà portare questa situazione. Ore 10,30: saluto all’Assemblea Nazionale
Care compagne e cari
compagni, nel darvi il benvenuto voglio porgervi l‘abbraccio di
tutta la Fiom di Verona. E’ per noi motivo di grande soddisfazione
ospitare un momento così importante di discussione della nostra
categoria. Questa Assemblea si svolge in una situazione particolarmente delicata, per alcuni aspetti inedita. Abbiamo assistito nei giorni
scorsi a eventi che mai avremmo potuto immaginare e a una preoccupante
evoluzione della strategia terroristica che ha avuto come obiettivi le
città di New York e di Washington, con effetti drammatici e migliaia
di vittime.
Questi eventi luttuosi hanno
messo in discussione molte delle certezze sulle quali si basano le
democrazie occidentali, hanno scosso le economie dei paesi più
industrializzati, hanno incrinato profondamente le capacità
diplomatiche internazionali e, purtroppo, si vanno delineando sempre
più scenari orientati a una inevitabile ritorsione. Se da una parte dobbiamo
condannare fermamente ogni azione terroristica, non possiamo però
declinare le nostre scelte alla sola opzione della ritorsione, o
peggio della guerra. Con questi mezzi, nel perseguire chi predica o pratica il
terrorismo, sarebbero colpiti inevitabilmente cittadini, bambini,
donne, uomini, popolazioni inermi che non meritano certo la rabbia di
chi ha subìto un attentato, anche se così efferato. Da una parte si farebbe il
gioco dei terroristi che mescolando religione, e malessere sociale
cercano la legittimazione delle loro inaccettabili azioni. Dall’altra, il confronto
tra Nord e Sud del mondo basato sulla contrapposizione religiosa o
etnica, diventa sempre più un alibi per chi dall’alto della propria
supremazia deve trovare l’espediente per giustificare una disparità
economica che è la vera contraddizione irrisolta. Sono preoccupanti le posizioni che tendono a criminalizzare in maniera generalizzata intere popolazioni. Vanno condannate quelle affermazioni che speculando su una inaccettabile equazione immigrati uguale terroristi rappresentano espliciti inni all’intolleranza e alla violenza. Sono pericolose le affermazioni del Presidente del Consiglio Onorevole Berlusconi su una presunta superiorità di civiltà. Pure nella complessità
della vicenda, la risposta a questi attentati non può rischiare di
essere l’innesco di una più aspra spirale di violenza, vanno invece
promossi interventi attraverso le diplomazie che devono riprendere il
loro lavoro, attraverso l’ONU che impegni i governi a trovare
adeguate azioni di giustizia e di riequilibrio economico, in sostanza
non ci dobbiamo rassegnare alla logica della guerra. In questo scenario il contratto dei metalmeccanici può sembrare un aspetto marginale e la gravità del momento può far passare in secondo ordine le questioni contrattuali. Proprio per questo invece è
opportuno discutere assieme. Questa assemblea deve essere l’occasione
per fare il punto della situazione e non può essere certo il punto d’arrivo,
dobbiamo promuovere e sostenere le iniziative messe in campo per
rilanciare efficacemente la nostra azione sia sul piano contrattuale
che sul confronto col governo e la politica confindustriale. I provvedimenti che il
tandem governo-confindustria stanno promovendo infatti, sono un
attacco a tutto campo che
pregiudica regole e sicurezze dei lavoratori e dei cittadini. Sono, ovviamente, la
conferma del patto di ferro stretto tra governo ed industriali, il
mantenimento delle promesse elettorali come l’abolizione della tassa
di successione, la revisione del diritto societario, il falso in
bilancio, la legge sull’immigrazione, l’articolo 18 dello Statuto
dei lavoratori, i contratti a termine, le pensioni, la sanità la
scuola, tutto con un unico scopo ridurre, tagliare Stato sociale, una
sorta di Robin Hood alla rovescia che in nome della competitività di
impresa toglie legittime e necessarie sicurezze ai lavoratori e ai
cittadini. Tutto questo con l’attenzione
di non impattare nel sindacato, nella Cgil, proponendo un meccanismo
come quello del doppio regime sul sistema previdenziale o sull’articolo
18 che rompendo tra le diverse generazioni di lavoratori offre
falsamente sicurezze a chi è gia nel mercato del lavoro a scapito di
chi vi deve ancora entrare e non ha voce per rivendicare i propri
diritti. Per questo abbiamo un
compito impegnativo, come categoria e come confederazione, dobbiamo
affrontare con rigore e determinazione le questioni in campo. Va difesa la contrattazione
sui due livelli nazionale e decentrato, dove con il contratto
nazionale vengono difesi, conquistati ed estesi a tutti pari diritti
normativi ed economici. Per questo va riconquistato
il confronto con Federmeccanica, vanno ribadite le ragioni che ci
hanno portato a presentare una piattaforma rispettosa delle regole date; non possiamo accettare un
accordo che anticipa una inflazione incoerente con il Dpef presentato
dal Governo; non possiamo accettare un accordo che non recupera
pienamente il differenziale tra
inflazione programmata e inflazione reale; non possiamo accettare che
nei periodi positivi di andamento del settore non vi sia una adeguata
re-distribuzione per tutti i lavoratori. Con la raccolta delle firme
vogliamo dire di no al contratto di Fim e Uilm con Federmeccanica, l’accordo
separato oltre a mancare sulla parte economica, evidenzia un grave
difetto di democrazia che è preambolo ad un più ampio disegno di
deregolamentazione contrattuale, necessita sempre più avere una legge
sulla rappresentanza che vincoli le piattaforme e gli accordi al
Referendum dei lavoratori. I lavoratori che hanno
votato la piattaforma devono avere
la possibilità di votare anche il contratto, dobbiamo togliere il
paradosso che una minoranza possa decidere per la totalità di una
categoria, sarebbe come legittimare chiunque a fare il Contratto
Nazionale, con il pericolo di una deriva al ribasso sui diritti, sul
salario, magari giustificata da ragioni localiste oggi qui da noi
sempre più insistenti. Perciò questa non può
essere solo l’iniziativa dei metalmeccanici, quello che oggi tocca
alla Fiom potrebbe ripetersi in ogni ambito contrattuale e per
sostenere una sfida di tale portata serve allora l’impegno della
Cgil e di tutte le categorie, noi come Fiom abbiamo iniziato, e la
vogliamo vincere, insieme. Di nuovo benvenuti, dunque,
e buona discussione a tutti. Leonardo Piol – Ima di Osano di Bologna
L’atmosfera è positiva, la partecipazione è
buona, spero che anche i risultati lo siano. Vedo che la raccolta di
firme procede bene. L’aspettativa principale è che almeno si faccia
il referendum e che i lavoratori possano esprimere la loro opinione. Dai miei colleghi la sensazione che percepisco è
principalmente il bisogno della democrazia, di contare e quindi di
esprimere la propria opinione. Per quanto riguarda tutto il resto
comincia ad esserci una certa preoccupazione per tutta la situazione
generale. Stefania Ventura – Fini compressori di Zola Pedrosa
L’atmosfera è positiva: ci sono molti delegati,
e mi aspetto di portare a casa lo sciopero generale, anche se io
faccio parte dei fortunati, perché la mia azienda – che è l’Api
– ha firmato, però parteciperemo per solidarietà. Giorgietta Bellinzan – Fini compressori di Zola
Pedrosa
Le mie impressioni sono positive: bello, tutti
allegri, per adesso… speriamo di portare un po’ di ottimismo ai
nostri compagni. I lavoratori, i miei colleghi si aspettano sempre il
meglio: questo è un momento di incertezza e hanno bisogno di essere
sostenuti un po’ di più. Ettore Tancini – Breda Menarini Bus di Bologna
L’atmosfera mi sembra festosa e piena di
speranze, è quello che mi aspettavo. Oggi vorrei ricevere una traccia
del percorso che dobbiamo fare per l’autunno, per questa situazione
che vede attaccati i diritti e vede messa in discussione anche la
democrazia nei posti di lavoro, perché quando si ragiona sull’impedimento
ai lavoratori di esprimersi sul voto su accordi che chiunque firma, io
credo che la democrazia venga messa sotto i tacchi. Per cui io mi
aspetto che da Verona, dalla Fiom in particolare, esca fuori e l’indicazione
di un percorso che ci possa permettere di esprimerci, nei prossimi
mesi, trovando soprattutto i collegamenti e le alleanze necessarie per
evitare di rispondere in modo isolato. Irma Monari – Ducati Iscar di Casalecchio,
Bologna
Per il momento l’atmosfera è abbastanza buona,
mi sembra che ci sia partecipazione. Dovremmo aspettare poi per vedere
i risultati. Le mie aspettative? Mi aspetto buone notizie, però il
periodo non è molto propenso. Magari spero in una manifestazione, che
oggi si esca da qui avendo deciso un giorno per manifestare – se
riusciamo a farci sentire anche in un altro modo… Però buone
notizie non so se ne verranno. Per i lavoratori che rappresento posso dire che
loro, come bisogni, hanno necessità di più giustizia, molti non sono
stati d’accordo con queste firme per il contratto e sono scontenti.
Quindi mi aspetto di poter dire un giorno che anche loro sono attivi e
vogliono partecipare. Carmine Colella – delegato Alenia Marconi System
Secondo me si deve puntare sull’importanza della
raccolta delle nostre firme: perché altrimenti passa il principio che
pochi possano decidere per tutti, anche in merito a situazioni limite
quali l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Non dobbiamo mollare e dobbiamo riconquistarci
questo spazio di democrazia e rappresentatività, perché non possiamo
consentire a due organizzazioni si arrogano il diritto di decidere per
tutta la categoria: se passa una volta passa per sempre. C’è la
legge di rappresentanza al parlamento – la legge sulla
rappresentanza e la rappresentatività – che va approvata
definitivamente, proprio per evitare che erga omnes altri
decidano per tutti. Il terrorismo influisce sugli umori delle masse, ma
non deve pesare sulle manifestazioni sindacali. L’Onu deve fare il
suo lavoro, il sindacato deve difendere i lavoratori. Sono due ruoli
differenti. Emilio Ciotta – delegato Almaec Sta, Lione, Avellino In origine la mia fabbrica è nata con i contributi
della ricostruzione 219 per radiatori e derivati, poi è stata
rilevata dal gruppo
Piaggio e produce presso fusi in alluminio per componentistica dei
motori Piaggio. Ora è rilevata da un gruppo di Frosinone, lavoriamo
sia per Fiat, Volskwaghen, Ford… in questo momento è cassa
integrazione. L’atmosfera è tesa, anche perché il nostro “no”
a questo contratto è già stato dato. Abbiamo avviato la raccolta
delle firme per arrivare al referendum. Raffaele Maienta – Promo Spa di Caserta
La nostra fabbrica lavora nell’indotto Fiat, che
fa pezzi per auto. Vedo quest’assemblea con un’atmosfera un po’
più fredda rispetto al clima che si era creato a Bologna. Però noi
dobbiamo ritrovare la nostra identità nelle cose e dobbiamo capire
che questo è uno scontro importantissimo, anche sul fattore di
diritti delle persone e quindi dobbiamo discutere di quale contratto
noi vogliamo riproporre e quale contratto vogliamo dare a queste
persone. Quindi penso che oggi deve uscire una proposta
forte: questa è una fase importante e quindi dobbiamo essere pronti
ad eventuali inconvenienti. Nel nostro territorio il clima è un po’ freddo
rispetto a questa cosa, dobbiamo far capire alle persone che qui sono
in gioco dei diritti. Come diceva anche Cofferati: se poche lire
rappresentano un diritto è ovvio che questo va al di là del loro
valore economico, che si presenta al momento. Quindi dobbiamo essere
forti, insistere e portare avanti questa battaglia, che spero si
concluda favorevolmente per i lavoratori della Fiom. Antonio Marzenta – Dab Pumps, Padova La mia è una multinazionale danese che in Italia
occupa 800 dipendenti. Produciamo pompe per il sollevamento acqua, la
nostra è un’azienda sindacalizzata da vecchia data, il nostro è un
settore che attualmente non ha problemi di occupazione, anzi chiudiamo
l’anno in positivo: mancano ancora tre mesi alla fine dell’anno ma
l’andamento di mercato va abbastanza bene. Dentro la mia azienda i lavoratori, in special modo
i giovani percepiscono il messaggio che questo contratto non è stato
fatto come lo si chiedeva e ci sono parecchi scontenti, anche se poi
esistono anche altre organizzazioni che hanno chiuso il contratto e a
loro va bene. Ma io vedo che i lavoratori non sono così d’accordo.
Anzi, questa mattina siamo venuti in diversi delegati della nostra
azienda – anche giovani – per esprimere la nostra disapprovazione,
affrontare e sostenere le iniziative che questa assemblea deciderà. Arturo Tonello – delegato Gbs di Padova, ex Sangatti
Golfetto Berga
L’atmosfera di questa assemblea mi sembra
abbastanza buona, anche se ho l’impressione che siano meno dell’altra
volta. Vorrei sentire che finalmente si possa andare verso
una conclusione di questo contratto, perché credo che i lavoratori
della Fiom stiano aspettando. Si aspettano le 18.000 lire che ci erano
state promesse, però sanno anche che per avere queste 18.000 lire
bisognerà fare altre lotte. Noi crediamo che si possa ottenere questo cercando di parlare prima delle lotte, perché facendo le lotte non so se oggi riusciremo a coinvolgere le stesse persone di un mese fa, questa è la mia preoccupazione. Fabio Di Gioia – delegato Fiat Auto, direzione
commerciale Torino Mirafiori
Le decisioni prese nell’ultima assemblea di
luglio sono per me importanti e ancora da perseguire, perché ne va
dell’esistenza del sindacato. Quello che ha ancora al centro gli
interessi dei lavoratori e non la tutela dei singoli o contingenze
locali. Riguardo al terrorismo la Fiat, nel comprensorio di
Mirafiori, ha già applicato “l’economia di guerra” e
sicuramente tutto questo potrà influire sul nostro agire e
manifestare. Antonio Di Tonno – delegato Sevel Val di Sangro,
Chieti Quella intrapresa dalla Fiom è l’unica strada
perseguibile perché ci siamo ormai avviati allo scontro e questo
rappresenta l’unico modo possibile per opporci alla stagnazione con
Federmeccanica, Fim e Uilm. Rappresenta la nostra sopravvivenza, perché
altrimenti saremmo ancora fuori mercato. Non dobbiamo dimenticarci che il sostentamento
della Fiom viene dal mondo del lavoro, dobbiamo ricercare sempre il
consenso della gente. Il terrorismo sarà strumentalizzato, ma non potrà
incidere perché comunque il mercato ha reagito bene, per esempio la
Fiat non ha visto esiti negativi dall’attacco agli Stati Uniti,
poiché il suo mercato non si svolge nel Medio Oriente. Lu Mamidou – delegato Meneghetti, Bassano del Grappa
Bisogna chiedere ai
lavoratori se sono ancora d’accordo sulle posizioni della
Fiom riguardo la vertenza contrattuale. Secondo me è giusto tenere la
linea dura perché ciò che ha chiesto la Fiom rappresenta un diritto
sacrosanto dei lavoratori. Il terrorismo non può condizionare la libertà dei cittadini di dimostrare le proprie idee in modo democratico. Io sono mussulmano, la religione non può portare odio: l’Islam rappresenta pace, fratellanza e rispetto. Io vivo bene a Bassano del Grappa, ho solo il problema della casa, infatti mi sento quasi un robot che produce: ho solo dei doveri e pochi diritti. Stefano Scolari – Metalworker di Brescia
L’atmosfera è ottima, c’è molta affluenza, la
gente è stanca delle solite promesse non mantenute da parte di
Confindustria. Io vorrei sentirmi dire “contratto”! Perché è
inaccettabile che dopo quasi un anno stiamo ancora discutendo di
soldi; mentre altre associazioni – Confapi – l’hanno già
firmato, e invece Federmeccanica non vuole firmare il contratto. Non
riusciamo a capirlo. Se poi c’è una divisione fra di loro, io non
lo so. Puapu Maz – delegato Metalworker di Brescia
Qui c’è un bel clima: caloroso, pieno di gente.
Sono qui in Italia da circa 6 anni e da circa 5 anni lavoro. Come lavoratore vorrei sentirmi dire è che queste
richieste sono quelle che si possono avanzare nel mondo dei
metalmeccanici. I miei colleghi in fabbrica si aspettano molto da
questa stagione di contratto, infatti prima di venire qui mi hanno
detto: “andate e lottate per noi, perché anche noi vogliamo quanto
chiederete voi lì”. Annamaria Rossi – Fram, Castelfranco Veneto
E’ entusiasmante, per adesso. Vedremo l’inizio
dell’assemblea. Vorrei sentire un buon accordo per il contratto. Vorrei che esistessero posti di lavoro, nuovi
contratti migliori, niente licenziamenti… credo sia un augurio che
tutti si fanno. Muttacchetti –Fracarro industrie, Castelfranco
La sensazione è forte e vissuta: almeno vedere
tutta questa gente. Ho l’intenzione di ascoltare cose positive, ma
non mi fermerò qui: come delegata porterò in fabbrica quello che
esce da questa assemblea. Mi piacerebbe uscissero cose positive sul contratto
nazionale e la determinazione di una lotta sentita e portata avanti.
Per poter caricare i delegati e poter poi caricare la gente che fa
attualmente fatica e così non li perdiamo. Questo è uno dei
problemi. Contratti di lavoro, contratti positivi e qualcosa di
fortemente sentito. Carmine Colella – delegato Alenia Marconi SystemSecondo me si deve puntare sull’importanza della raccolta delle nostre firme: perché altrimenti passa il principio che pochi possano decidere per tutti, anche in merito a situazioni limite quali l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Non dobbiamo mollare e dobbiamo riconquistarci questo spazio di democrazia e rappresentatività, perché non possiamo consentire a due organizzazioni si arrogano il diritto di decidere per tutta la categoria: se passa una volta passa per sempre. C’è la legge di rappresentanza al parlamento – la legge sulla rappresentanza e la rappresentatività – che va approvata definitivamente, proprio per evitare che erga omnes altri decidano per tutti. Il terrorismo influisce sugli umori delle masse, ma non deve pesare sulle manifestazioni sindacali. L’Onu deve fare il suo lavoro, il sindacato deve difendere i lavoratori. Sono due ruoli differenti. Emilio Ciotta – delegato Almaec Sta, Lione, AvellinoIn origine la mia fabbrica è nata con i contributi della ricostruzione 219 per radiatori e derivati, poi è stata rilevata dal gruppo Piaggio e produce presso fusi in alluminio per componentistica dei motori Piaggio. Ora è rilevata da un gruppo di Frosinone, lavoriamo sia per Fiat, Volskwaghen, Ford… in questo momento è cassa integrazione. L’atmosfera è tesa, anche perché il nostro “no” a questo contratto è già stato dato. Abbiamo avviato la raccolta delle firme per arrivare al referendum. Raffaele Maienta – Promo Spa di CasertaLa nostra fabbrica lavora nell’indotto Fiat, che fa pezzi per auto. Vedo quest’assemblea con un’atmosfera un po’ più fredda rispetto al clima che si era creato a Bologna. Però noi dobbiamo ritrovare la nostra identità nelle cose e dobbiamo capire che questo è uno scontro importantissimo, anche sul fattore di diritti delle persone e quindi dobbiamo discutere di quale contratto noi vogliamo riproporre e quale contratto vogliamo dare a queste persone. Quindi penso che oggi deve uscire una proposta forte : questa è una fase importante e quindi dobbiamo essere pronti ad eventuali inconvenienti. Nel nostro territorio il clima è un po’ freddo rispetto a questa cosa, dobbiamo far capire alle persone che qui sono in gioco dei diritti. Come diceva anche Cofferati: se poche lire rappresentano un diritto è ovvio che questo va al di là del loro valore economico, che si presenta al momento. Quindi dobbiamo essere forti, insistere e portare avanti questa battaglia, che spero si concluda favorevolmente per i lavoratori della Fiom. Antonio Marzenta – Dab Pumps, Padova La mia è una multinazionale danese che in Italia occupa 800 dipendenti. Produciamo pompe per il sollevamento acqua, la nostra è un’azienda sindacalizzata da vecchia data, il nostro è un settore che attualmente non ha problemi di occupazione, anzi chiudiamo l’anno in positivo: mancano ancora tre mesi alla fine dell’anno ma l’andamento di mercato va abbastanza bene. Dentro la mia azienda i lavoratori, in special modo i giovani percepiscono il messaggio che questo contratto non è stato fatto come lo si chiedeva e ci sono parecchi scontenti, anche se poi esistono anche altre organizzazioni che hanno chiuso il contratto e a loro va bene. Ma io vedo che i lavoratori non sono così d’accordo. Anzi, questa mattina siamo venuti in diversi delegati della nostra azienda – anche giovani – per esprimere la nostra disapprovazione, affrontare e sostenere le iniziative che questa assemblea deciderà. Arturo Tonello – delegato Gbs di Padova, ex Sangatti Golfetto BergaL’atmosfera di questa assemblea mi sembra abbastanza buona, anche se ho l’impressione che siano meno dell’altra volta. Vorrei sentire che finalmente si possa andare verso una conclusione di questo contratto, perché credo che i lavoratori della Fiom stiano aspettando. Si aspettano le 18.000 lire che ci erano state promesse, però sanno anche che per avere queste 18.000 lire bisognerà fare altre lotte. Noi crediamo che si possa ottenere questo cercando di parlare prima delle lotte, perché facendo le lotte non so se oggi riusciremo a coinvolgere le stesse persone di un mese fa, questa è la mia preoccupazione. Dopo l'intervento di C. Sabattini Con i compagni stavo discutendo che dopo l’intervento che ha fatto Sabattini qualsiasi altro intervento sarebbe comunque inutile, perché secondo me ha espresso pienamente il sentimento che più di tutti si muove nella Fiom, e anche nel mondo del lavoro dei non iscritti. Ha centrato quindi le aspettative che i lavoratori hanno all’interno dei luoghi di lavoro. Perché da troppo tempo si vedono decisioni prese da alti livelli, per nobili cause – più o meno – ma che comunque non riflettono quelle che sono le aspettative dei lavoratori. Nel suo intervento mi ha colpito soprattutto quando lui spiega che nessuno si può arrogare il diritto di scegliere per quanto riguarda la collettività, che possano quindi scegliere soltanto le tre teste cioè le teste dei dirigenti dei tre sindacati. Questo è contrario a qualsiasi logica di associazione sindacale, proprio perché il sindacato si deve riferire a una pluralità e non a un singolo elemento dentro il sindacato. ... Abbiamo sentito molte volte Sabattini. Onestamente sono d’accordo con il compagno, mi è piaciuto anche per la decisione di andare a Roma. Era il minimo che si poteva fare. E questo deve far riflettere anche la Cgil. Adesso abbiamo anche il congresso con la Cgil e anche i compagni della maggioranza devono prendere le sue posizioni. ... L’intervento ci ha dato una sensazione che condivido al massimo, perché sono cose veramente reali e penso che la gente che segue questa situazione non deve avere alcun dubbio rispetto a questo. Delle sue parole mi ha colpito soprattutto la voglia di far partecipare molta gente. Tutto mi ha colpito. E’ stato un gran discorso. ... Condivido: bisogna sollevare lo sciopero e andare a Roma a manifestare. La proposta delle iniziative di lotta e dello sciopero: erano queste le aspettative dei lavoratori. E’ la risposta concreta. ... Le aspettative dei lavoratori, o almeno la posizione che la Fiom ha tenuto nel contratto, doveva avere una logica conseguenza nella programmazione allo sciopero generale. E questo c’è stato. Ma io ritengo importante, ma credo anche i lavoratori, è che l’altro aspetto, l’altro pezzo che manca è quello sulla democrazia. E quindi a decidere che ci debba essere una legge sulla rappresentanza, a decidere che la parola sui contratti la devono avere i lavoratori. E su questo il riscontro che abbiamo avuto nelle assemblee è stato un riscontro largamente condiviso, oltreché il merito della differenza della posizione della Fiom rispetto a Fim e Uilm. Oltre alla differenza di denaro, ha soprattutto importanza la differenza che c’è tra la regola stabilita dall’accordo di luglio sul contratto e quello che nell’accordo è stato disatteso: perché noi prendiamo dei soldi in anticipo e ci manca un pezzo della piattaforma, e questa è una cosa che dal punto di vista politico è gravissima. Ma i lavoratori hanno patito in particolare il fatto di non poter dir la loro in un modo o nell’altro rispetto all’esito della trattativa. ... Credo che le parole di Sabattini hanno proprio centrato questo, insieme al passaggio sulla Finanziaria. ... Io ritengo che il passaggio della democraticità sia importante, che la legislatura abbia proprio questa carenza nel discorso, che solo una parte dei lavoratori hanno votato questa intesa. Sarebbe giusto, invece, poterla sottoporre a tutti i lavoratori per poter spingere anche il governo a fare una legge che riconosca questo diritto per poter veder sancito ogni qualvolta venga firmato un contratto da parte di tutti i lavoratori della categoria, la possibilità di poter dire la sua su questo discorso di democraticità del contratto. Un passaggio in particolare mi ha colpito ed è proprio questo: ritengo che sia giusto e bisogna portarlo avanti. E’ giusto che si sia proclamato e si programmi uno sciopero generale, è anche giusto che si faccia – se i nostri politici non sentono il bisogno di mettere a posto questo discorso della votazione del referendum della piattaforma – si spinga per raccogliere le firme per fare una legge nuova. ... Ho sentito proprio quello che volevo. Sono d’accordo. Condivido tutto. Indubbiamente il passaggio più importante è stato quello relativo al contratto. Sono entusiasta e andrò sicuramente a Roma per manifestare. ... Sono soddisfatto: ho trovato le risposte che mi aspettavo di avere. ... Quello che mi ha impressionato di più è la linea che la Cgil sta facendo in ambito nazionale, che è quella più realista per il mondo e per il momento che viviamo adesso. E’ importante che la Cgil e tutto il movimento sindacale si schieri per la pace e per anche per le giuste cose che dovrebbero essere fatte nel mondo. ... Condivido tutto, l’unica critica è che lo sciopero si doveva cominciare prima! |