Nei
prossimi giorni pubblicheremo altre foto e interviste
dell’Assemblea, saranno aggiornate le pagine del Ccnl Biennio
e ci saranno informazioni sulle modalità dello sciopero del 6
luglio.
Alla realizzazione di queste pagine
hanno collaborato, oltre al gruppo di Fiomnet, Alessandro Pagano
della Fiom Liguria, Lisa Piras della Fiom Milano e Maria Rosa
Naldi della Fiom Emilia-Romagna.
Andrea Pasa
– Rsu Rolam, Altare (Sa)
Ho 27 anni e
da 3 sono nella rsu del mio stabilimento. In questo momento sono
da solo, in un’azienda con 240 dipendenti.
I lavoratori
non hanno idee molto chiare su quello a cui stiamo andando
incontro in questo momento, e che il problema non sono le 135.000
lire o le 90.000 lire.
Sul fatto
salariale, una grossa pubblicità è stata fatta per la prima
volta dalle segreterie provinciali, e proprio per questo ci sarà
una forte adesione allo sciopero del 6 luglio. Sempre che in
questa settimana, attraverso le assemblee, si faccia capire ai
lavoratori l’importanza di quello che sta accadendo.
Nella mia
azienda ci sono solo iscritti Fiom e perciò, sulla carta,
potrebbe sembrare tutto più semplice, ma è evidente che, nel
quadro generale, potrebbero sorgere dei problemi per le future
relazioni rispetto a questa divergenza di opinione che non è
solo sul merito contrattuale ma che potrebbe svilupparsi anche
su altri terreni, come i contratti a termine.
L’intervento
del segretario generale ha messo un accento molto forte sul
fatto che siamo la Fiom e lo siamo per determinati motivi e in
questa fase cerchiamo di affermarlo. Nei prossimi giorni prevedo
movimenti anche della Fim e della Uilm nella nostra fabbrica;
movimenti nel senso che verranno a pubblicizzare le loro ragioni
con assemblee, a fare qualche iscritto, anche da noi dove fino a
ora non si sono mai mossi.
Io sono
contento della linea che abbiamo intrapreso e non sono neanche
spaventato dell’immediato futuro. Dobbiamo prepararci ad
affrontare questo periodo, questa spaccatura, e soprattutto far
capire ai lavoratori ciò per cui stiamo lottando, che va al di
là del denaro: sono il contratto e i diritti in generale.
Teresa Barbieri – Rsu
Ansaldo industria, Milano
Nella mia fabbrica al momento c’è
una situazione inquietante, i lavoratori non capiscono la
divisione tra le tre organizzazioni. Come rsu abbiamo tentato di
fare un percorso unitario sulla questione delle lotte
contrattuali e sulle proposte nate poi al tavolo, ma il richiamo
dell’organizzazione diventa molto difficile.
Credo però che se riusciamo a
parlare con i lavoratori di questo, siamo vincenti perché la
mia è un’azienda dove la piattaforma delle 135.000 è stata
respinta, perché i lavoratori avevano un’aspettativa
superiore. Si è accettata, si è fatto lo sciopero e si è
anche avuta una risposta positiva.
Abbiamo fatto un’altra
assemblea in cui abbiamo respinto, con una vittoria strepitosa,
un precontratto.
I lavoratori adesso non
capiscono perché si firmerebbe sulle 97.000 lire quando più
volte si è detto di no, andando a scioperare.
I lavoratori sposano la tesi
della Fiom ma hanno una forte paura di questa divisione, quindi
io credo che la Fiom questa battaglia la debba fare in nome dell’unità
e non della divisione: bisogna cercare di mantenere l’unità
con le nostre convinzioni e partendo dalla piattaforma firmata
da tutti.
Se la Fiom esce vincitrice dal
confronto con le altre due organizzazioni un problema lo crea e
i padroni, se sono intelligenti, dovrebbero temere questo,
perché le tre organizzazioni insieme hanno un punto di
mediazione, un’organizzazione da sola potrebbe squilibrare i
rapporti e mettere in discussione alcune relazioni.
Sarà ancora una volta un
compito duro perché mai come adesso, come Fiom e come Cgil,
siamo chiamati a tener duro e a evitare che questa diventi una
frattura insanabile. Ma continuare con le nostre idee non può
che essere utile.
Andrea
Vertullo – Rsu Landucci srl, Pistoia
Ho 27 anni,
lavoro in un’azienda dove si fabbricano trafile per pastifici.
La mia è un’azienda che, fortunatamente, va bene e in cui
lavorano una cinquantina di operai. Non ci sono grossi problemi
di lavoro ma solo problemi di carattere organizzativo che
cerchiamo di risolvere nel migliore dei modi.
Ciò che ci ha
portato qui oggi non si può chiamare «percorso» ma piuttosto
«travaglio»; siamo stati abbandonati un po’ da tutte le
parti. Ci sentiamo presi in contropiede dai nostri compagni che
non si sa se sono più tali.
La situazione
è critica perché per questo contratto gli industriali i conti
se li sono fatti a loro esclusivo vantaggio.
A questo punto
non si parla più di un discorso prettamente economico ma si
stanno mettendo in discussione alcuni punti di vista
fondamentali, vedi la libertà di licenziamento; la precarietà
è un fatto inaccetabile dal mio punto di vista, ma
evidentemente non lo è per tutti coloro che dovrebbero
difendere i diritti dei lavoratori.
Nella Rsu
della mia azienda ci sono dei problemi di organizzazione, molte
volte ci troviamo, al momento di decidere, come è successo ad
esempio con l’accordo integrativo, nelle condizioni di
scegliere la soluzione meno dannoso. Molti lavoratori guardano
solo il lato economico, che pur è importante, ma non è
l’unico punto su cui discutere e trattare.
Io condivido
tutto quello che si sta facendo per questo contratto, anche qui,
oggi, perché penso sia arrivato il momento di muoversi, gli
operai hanno perso visibilità, lo sentono, e hanno voglia di
battere i piedi.
Il mio augurio
è quello di raggiungere gli obiettivi che ci eravamo
prefissati, non va bene chiedere 100 e poi accontentarsi di 90.
Ne va della nostra credibilità.
Mi chiamo
Daniele Cantoni, vengo da Bologna, è qualche mese che
faccio attività sindacale perché nella mia azienda che è molto
giovane, il sindacato è presente solo da due anni .
Questa è un’iniziativa
importante, mi pare di aver capito soprattutto che per il
contratto dei metalmeccanici sia un momento particolare in cui
c’è stata una divisione tra i sindacati; ci saranno delle
ragioni sia da una parte che dall’altra e bisognerà capire
soprattutto le ragioni che fanno gli interessi dei lavoratori.
Penso che la Federmeccanica
abbia fatto qualcosa per dividere i sindacati e per ora c’è
riuscita, vediamo adesso cosa succederà.
Da questa giornata mi aspetto
di capire qualcosa di più, e di dire qualcosa di importante ai
lavoratori della mia azienda anche perché non li vedo tutti
interessati: c’è una sorta di diffidenza nei confronti del
sindacato.
Mi chiamo Tiziana
Corbelli,
di Modena, sono pochi mesi che faccio attività sindacale,
condivido in pieno la posizione della Fiom nazionale: è giusto
essere qui oggi, è
giusto chiedere quello che ci spetta e non fare come Fim e Uilm,
cioè accettare quello che ci danno.
Sono Biagio Andrea e vengo da
Taranto, sono due mesi che faccio attività sindacale, lavoro
all’Ilva, i lavoratori hanno preso molto male la spaccatura
con Fim e Uilm: sono in una realtà dove il 90% dei lavoratori
sono giovani con contratti di formazione, tutti contrari alla
proposta di Federmeccanica, però questa spaccatura li lascia
tutti molto perplessi. Da questa giornata spero si ottenga un
sostegno a questa presa di posizione della Fiom e al prossimo
sciopero.
Sono Luca, di Brescia, da noi
i lavoratori volevano altri scioperi e più iniziative, dalla
giornata mi aspetto iniziative di lotta e la conferma dello
sciopero.
Siamo Romina e Stefania da
Brescia, nella nostra fabbrica dobbiamo ancora fare le assemblee
con i lavoratori, condividiamo la posizione della Fiom, da
questa giornata ci aspettiamo decisioni importanti.
Mi chiamo Pietro Scialpi,
vengo da Taranto, lavoro in Ilva. Condivido la posizione della
Fiom anche se si andrà allo sciopero divisi per la prima volta
dopo 40 anni; nella mia azienda ci sono molti giovani a
contratto di formazione e per questo ancora non rispondono
positivamente, hanno paura di iscriversi al sindacato, di esporsi con gli scioperi
a scapito della conservazione del posto di lavoro. Bisognerà
lavorare parecchio, mi aspetto che escano delle cose importanti
e non finisca tutto in una bolla di sapone.
Franco Meliadò – Segretario generale Fiom Calabria
Il mio primo
congresso Fiom è stato nel 1976. Ogni volta una emozione.
Oggi Claudio Sabattini e Sergio Cofferati hanno abbattuto
insieme qualche barriera che separava alcune anime della Fiom.
Sicuramente il contesto politico contribuisce ad aiutare questi
processi ma tutto dipenderà dalla coerenza che saremo capaci di mantenere.
Infine penso
che questo rappresenti un percorso nuovo che aiuti a compattare
tutti i lavoratori mantenendoli nelle loro differenze.
Angelo Minotti – Fiom Molise
Questa
intrapresa dalla Fiom è la strada giusta; secondo me avrebbe
dovuto decidere di uscire prima dalla concertazione con Fim e
Uilm perché troppe volte siamo stati accusati di cedere alle
decisioni di altri piuttosto che dei lavoratori.
Speriamo che
questo sia l’inizio di qualcosa di molto positivo per il
futuro.
Rosario Rappa – Segretario generale Fiom Sicilia
La Fiom con
questa battaglia si fa completamente carico della difesa
unitaria della piattaforma, e programmando lo sciopero aumenta
il valore legato al contratto inteso come tutela generale e
mantenimento dei diritti dei lavoratori.
Garantisce
inoltre lo scontro con Confindustria supportato dall’unità
di intenti con la Cgil ed il suo segretario. Tutto questo in
nome della qualità.
Per questo il
rinnovo del contratto nazionale rappresenta un punto nodale
dello scontro con Cisl e UIL, con Confindustria e nello
specifico con Fim e Uilm.
La Cgil quindi
conduce questa battaglia anche per la sua valenza politica
contro il governo Berlusconi che ha come obiettivo primo quello
di liquidare la Cgil così come precedentemente è accaduto con
il Pci. Quindi il rinnovo del contratto nazionale metalmeccanico
rappresenta un punto dirimente su questo argomento. La perfetta
sintonia con la Cgil e
con Cofferati non si traduce automaticamente nella solidarietà
di tutte le categorie; come è accaduto infatti nei giorni
scorsi nella direzione nazionale dei Ds dove alcuni sindacalisti
Cgil non si sono trovati d’accordo su un ordine del giorno a
sostegno dello sciopero dei metalmeccanici.
Mi chiamo Francesco La Carne, vengo da Bari, sono Rsu e
faccio attività sindacale da due anni. Condivido appieno la
posizione della Fiom per il rinnovo anche perché non sono
richieste dell’altro mondo, sono richieste reali che servono
soprattutto alla gente che produce i soldi per le aziende che
guadagnano. Non mi meraviglio più di tanto della rottura con Fim
e Uilm conoscendole, nella storia sono sempre stati così,
evidentemente la lotta la dobbiamo fare solamente noi. Dalla
giornata di oggi mi aspetto di intraprendere nuove iniziative di
lotta, organizzarci e poi essere pronti a partire.
Mi chiamo Franca, vengo da
Bologna
e faccio attività sindacale da 10 anni circa. Condivido in
pieno la posizione della Fiom alla trattativa, perché penso che
sia giusto difendere i diritti dei lavoratori, anche perché non
è stata chiesta la luna, spero che in questa giornata si decida
una iniziativa di lotta che allo stesso tempo mi fa un po’
paura. Nella fabbrica, con i delegati
di Fim e Uilm, nel momento in cui abbiamo deciso di lottare ci
sono stati dei contrasti, anche nelle decisioni di scioperare,
mentre i lavoratori erano d’accordo con noi.
Vengo da Pistoia mi chiamo
Simone Pecchioli, faccio attività sindacale dal 1999, come
delegato è il primo contratto nazionale a cui partecipo, mi
sembra un po’ insolito rispetto agli altri anni che ci sia
questo disaccordo con la Fim e la Uilm. Nella
mia fabbrica questa spaccatura non è molto sentita, tutti gli
iscritti sono della Fiom tranne pochi elementi della Uilm, però
è una cosa nuova anche per loro e non sanno come reagire e come
comportarsi, però essendo quasi tutti della Fiom siamo uniti. Questa
giornata è per me una esperienza nuova, e mi aspetto che venga
fuori un messaggio molto chiaro da
presentare alle controparti.
Alido Cervesato, Milano
Da
questa giornata mi aspetto che la Fiom-Cgil sia in grado di
riunificare un po’ il movimento, questo è l’elemento
centrale. So che è difficile, però è fondamentale. Io ho
vissuto anche gli anni Sessanta, tra l’altro il periodo del
contratto del ’63. Io, lavorando in una piccola azienda avevo il
contratto Api mentre mio padre lavorava in una grande azienda e ha
dovuto scioperare un anno e mezzo senza soldi; la divisione
sindacale era pesante, si è protratta per molti anni e anche quando è stata
ricomposta è rimasta anche nella testa dei militanti. Rivedere quei tempi mi
preoccupa, nel senso che le ripercussioni interne di quegli anni
sono state pesanti. Solamente il movimento del ’68-69 è
riuscito a far superare questo con le nuove generazioni.
Sicuramente
la Fiom e la Cgil devono assumere dei ruoli
effettivi, questo potrebbe dare una prospettiva anche ai giovani
di credibilità che finora era venuta un po’ a mancare.
Mauro Fuso, segretario
Fiom Toscana
E’
doveroso difendere la piattaforma, che rappresenta un mandato che
i lavoratori metalmeccanici ci hanno conferito già da gennaio e
non si può che essere dalla parte dei lavoratori. In questo
momento la spaccatura del rapporto
unitario tra Fim, Uilm e Fiom sembra un problema di difficile gestione, soprattutto
all’interno delle aziende. I lavoratori e le Rsu sono
sconcertati. La presenza di Cofferati e della Cgil è strumentale
alla difesa delle scelte dei lavoratori metalmeccanici.
Maurizio Zipponi, segretario
Fiom Lombardia
E’
necessario rilanciare l’unità dei lavoratori, intesa come una
risorsa, insistere in maniera non strumentale affinché le regole
democratiche rimangano la base costituente della Fiom: la vera
strategia è l’unità. Non sono commosso dalla presenza di
Cofferati, penso che lo sciopero del 6 liquida l’accordo di
concertazione del 1993. E’ uno sciopero che vale 10 Congressi.
Alle ore 13
e 40, Claudio Sabattini ha concluso i lavori dell’Assemblea
nazionale della Fiom che
ha visto la
partecipazione di più di 7.000 delegati,
delegate e quadri.
Luciano Gabrielli – Acciaierie di Piombino
E’ un
momento molto delicato per il sindacato metalmeccanico: occorre
portare le nostre ragioni a tutti i lavoratori, coinvolgerli
nella lotta contro lo stravolgimento delle regole.
Fim e Uilm
ripensino la loro strategia e riprendano la strada dell’unità
sindacale.
Giuseppe
Benedini, Om Fiat, Brescia
La Cgil non
lasci sola la Fiom in questa dura battaglia.
Cristina
Filippelli, Bi-ticino, Milano
La nostra
lotta ha un carattere generale, non possiamo deludere i
lavoratori.
Gianni Cappi,
Sam, Reggio Emilia
Abbiamo fatto
bene a mediare sulla cifra con Fim e Uilm, ma a salvare
l’impianto della piattaforma.
Giuseppe
Morsa, Fma Pratola Serra, Avellino
Il 18 maggio
hanno scioperato tanti giovani: ciò dimostra che il sindacato
è ancora fortemente rappresentativo.
ore 12.30.
Sergio Cofferati
La decisione
dello sciopero è importante e molto impegnativa, figlia di un
momento difficile e delicato per il sindacato confederale.
La rispetto e
la condivido.
Occorre
spiegare le nostre ragioni e convincere i lavoratori della loro
bontà. Mirare a una soluzione positiva della vertenza deve
essere il nostro obiettivo. Una soluzione positiva è la
conferma, in primo luogo, del contratto nazionale e del suo
ruolo.
La proposta di
Federmeccanica contiene elementi che possono modificare assetti
e regole future.
Confindustria
chiede vantaggi fiscali indifferenziati a sostituzione della
svalutazione competitiva della moneta. Ciò penalizzerebbe
soprattutto il Mezzogiorno.
E poi, sul
versante contrattuale, l’adeguamento salariale solo
all’inflazione programmata e la redditività come unico
parametro della contrattazione aziendale, penalizzerebbe il
potere d’acquisto dei salari.
Federmeccanica
si candida, con la sua proposta, a fare da apripista
all’alterazione di regole e meccanismi redistributivi.
E poi, un
giudizio positivo sarà dato dalle dimensioni dell’adeguamento
salariale che dovrà essere “congruo” cioè in grado di non
comprimere i salari a danno dei consumi delle famiglie. Ciò è
essenziale per la crescita della domanda interna e dello
sviluppo.
Infine, un
giudizio positivo deve passare per la riconferma di un rapporto
lineare con i lavoratori.
Non si
abbandona una piattaforma alla prima difficoltà senza
negoziare!
Il successo
degli scioperi sin qui promossi rappresenta un fatto di grande
rilievo, fondato sul rapporto positivo con i lavoratori:
mutamenti della piattaforma senza un loro coinvolgimento
rappresenterebbe un grave errore.
Allora, lo
sciopero proclamato dalla Fiom è a tutela di tutti i
lavoratori.
Per noi i
diritti sono sistemi di regole e politiche e vanno difese. Di
fronte alle critiche che pioveranno su di noi dovremmo dire che
poche migliaia di lire, quando rappresentano un diritto, sono per
noi un valore da difendere.
Lo sciopero da
voi indetto è una scelta di dignità: vale la pena correre il
rischio. Che correremo
comunque insieme!
Questa è una vertenza al
centro della quale non c’è semplicemente la parte salariale del
contratto, ma il futuro stesso del Contratto nazionale.
La richiesta sul positivo
andamento di settore serve a riconoscere che c’è il lavoro
dietro la crescita che si è registrata e, quindi, la ricchezza
generata va ridistribuita anche ai lavoratori!
La mediazione raggiunta
con la piattaforma unitaria tiene conto non solo
dell’inflazione pregressa ed attesa, ma anche del buon
andamento di settore. E’ un punto per noi qualificante, che
abbiamo fortemente voluto. Ha
ragione Pininfarina: la Fiom, a questo punto, non rinuncia!
Ma
Federmeccanica contesta anche la richiesta relativa al recupero
dell’inflazione, con la tesi che non è recuperabile quella
importata: come se i lavoratori italiani, ad esempio, non
avessero già pagato i rincari della benzina!
Ridurre,
come vorrebbero, i rinnovi contrattuali alla sola inflazione
programmata significherebbe tagliare sistematicamente i salari
riducendone progressivamente il potere d’acquisto.
Federmeccanica
contropropone alla nostra piattaforma unitaria un secco no al suo impianto e
115.000 lire d’aumento. Ma si tratta di 97.000 più 18.000 da
recuperare sull’inflazione attesa.
Passatemi
la battuta!
115.000
lire sono finte, come finti sono gli scioperi proclamati da Fim
e Uilm!
Fim
e Uilm si sono espresse per accettare come base della trattativa
la proposta di Federmeccanica.
Ci
chiedono di scioperare unitariamente: noi per i nostri
obiettivi, loro per i loro!
Fim
e Uilm scioperano per poter fare (è una possibilità)
l’accordo separato.
Noi
diciamo no, alla proposta di Federmeccanica perché in realtà,
quella proposta è alternativa alla nostra piattaforma, noi
abbiamo chiesto 135 mila lire, loro ce ne offrono 97, le 18 sono
un
qualcosa che non c’è
dentro agli accordi e che di fatto snatura il sistema complessivo
delle regole contrattuali e in questo modo Federmeccanica cerca di non
rispondere a due punti fondamentali della nostra piattaforma che
sono il recupero integrale del differenziale
di inflazione, il riconoscimento che quando il settore va
bene i salari possono aumentare anche
oltre l’inflazione, di fatto le proposte che si fanno anche
con questo anticipo sono largamente al di sotto della
nostra piattaforma e quindi per questo non sono accettabili.
Allo
stato tra le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici ci sono
giudizi diversi su questa proposta, noi il punto che consideriamo
irrinunciabile è la piattaforma votata da tutti i lavoratori,
quello per noi deve rimanere il riferimento
preciso, perché è una piattaforma unitaria che ha avuto il
consenso delle lavoratrici e dei
lavoratori. Io credo che sia possibile ricomporre le posizioni tra
le organizzazioni sindacali se
la parola viene data ai lavoratori e se ciò che
i lavoratori dicono e fanno diventa il riferimento; quindi anche
la nostra proclamazione di
iniziativa di lotta che è sulla piattaforma unitaria,
alla fine io credo sia un atto per rimettere in
campo i lavoratori e di chiedere a tutte le organizzazioni
sindacali di rispettare il mandato
e il volere dei lavoratori.
Fim
e Uilm
giocano allo stato su una ambiguità, quando si propone ai
lavoratori di fare sciopero, deve essere chiaro su che cosa gli
si chiede di fare sciopero, noi stiamo chiedendo di scioperare in
difesa della piattaforma unitaria, Fim e Uilm stanno decidendo che lo
sciopero può servire per le trattative, quando
sanno
perfettamente che Federmeccanica ha posto una
pregiudiziale, se ribadiamo la nostra piattaforma non c’è la
trattativa, quindi io credo che su questo punto debba esserci
chiarezza, e in questo senso se nei prossimi giorni Fim e Uilm
intenderanno cambiare opinione nel rapporto anche con i
lavoratori, bene, in
caso contrario lo sciopero che noi abbiamo proclamato ha una
motivazione precisa ed è
a sostegno della piattaforma unitaria anche da loro approvata.
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