Conclusioni del coordinamento nazionale Fiom dell’artigianato, svoltosi l'11 marzo 2004, con la segreteria nazionale.

 

Il Coordinamento nazionale Fiom dei metalmeccanici artigiani, pur apprezzando i risultati salariali a compensazione di una lunga carenza contrattuale, giudica che l’ipotesi di intesa interconfederale del 3 marzo non corrisponda ai livelli minimi necessari per garantire l’autonomia e la funzione unificante del contratto nazionale di categoria.

Per questo il coordinamento chiede alla confederazione di procedere ad una revisione del testo, prima della sigla definitiva, almeno sui punti che mettono in discussione l’unità dei diritti e il livello nazionale delle retribuzioni dei lavoratori artigiani.

Per questo il coordinamento chiede:

1.        che sia eliminata la formulazione sulla “pari cogenza” dei due livelli di contrattazione. Formulazione che indebolisce il valore normativo del contratto nazionale e apre la via della competizione tra regioni.

2.        Che sia garantita la tutela del potere d’acquisto integralmente nel contratto nazionale, escludendo formulazioni che la trasferiscano a livello regionale. Inoltre, come più volte affermato dalla stessa confederazione, la produttività non può essere rigidamente assegnata alla sola sede regionale.

3.        Che si escluda il mercato del lavoro dalle materie affidate agli enti bilaterali, riassegnando invece la piena competenza su di esso al contratto nazionale. In caso contrario, verrebbe meno la scelta della Cgil di non accettare il coinvolgimento del sindacato nella gestione della Legge 30 e si correrebbe il rischio di una frantumazione territoriale delle regole sul rapporto di lavoro.

Altri punti possono essere valutati criticamente nell’intesa. Il fatto che il rinnovo del contratto nazionale avvenga solo sulla parte economica e non su quella normativa, con in più un allineamento di tutti i nuovi contratti alla stessa data, quella nella quale dovrebbe entrare in vigore il nuovo modello contrattuale. E’ evidente il rischio di un depotenziamento del contratto nazionale e di una centralizzazione di tutte le vertenze. Inoltre non può essere condivisa la subordinazione delle erogazioni dell’Inps a quelle degli enti bilaterali, scelta che porta ad un inversione dei poteri e dei diritti tra pubblico e privato. L’assegnazione agli Enti bilaterali delle competenze in materia di rappresentanza e sindacalizzazione, può aprire la via a forme di sindacalizzazione che la Fiom e la Cgil hanno sempre respinto.

L’accettazione di una forma di regionalizzazione, per il Veneto, della previdenza integrativa è un precedente che può generalizzarsi a danno della tutela dei diritti comuni dei lavoratori su tutto il territorio nazionale.

Il coordinamento mantiene un giudizio critico su tutti questi punti, ma in ogni caso ritiene determinanti le richieste di modifica nei tre punti sopra enunciati. Senza di essere il giudizio sull’ipotesi di intesa non sarebbe positivo.

Quanto avvenuto con l’ipotesi di intesa rappresenta solo un ulteriore momento di una situazione complessivamente critica del settore artigiano, nel quale si registrano rapporti di forza deboli e difficoltà di organizzazione sindacale enorme. Questo mentre invece crescono i bisogni salariali e normativi dei lavoratori e la necessità di tutela contro la frantumazione del lavoro.

Lo stresso sistema bilaterale confederale mostra contraddizioni e debolezze, come dimostra anche il fatto che le adesioni dei lavoratori ad Artifond siano state inferiori alle 10 mila preventivate, venendo in grandissima parte dai soli metalmeccanici.

La Fiom e la Cgil devono dunque sottoporre ad attenta verifica tutta l’esperienza e l’iniziativa nel settore, a partire dal sistema bilaterale, con il coinvolgimento di tutta l’organizzazione. Occorre ridefinire il ruolo della categoria e quello della contrattazione, che vanno rafforzati, soprattutto ricostruendo la partecipazione e il diretto coinvolgimento dei lavoratori artigiani nelle scelte negoziali del sindacato. A tale scopo è necessario superare quella logica di puro servizio che man mano si è affermata nella attività sindacale di settore.

La Fiom convocherà l’assemblea nazionale dei delegati delle aziende artigiane metalmeccaniche per la prossima metà di aprile, per definire le proposte e le iniziative per la ripresa della contrattazione nel settore.

 

Il Coordinamento nazionale Fiom dell’artigianato

 

Roma, 11 marzo 2004