Comitato centrale della Fiom-Cgil del 19 aprile 2002

 

Con 137 voti favorevoli, 2 contrari, 1 scheda bianca e 5 astenuti su 145 votanti del Comitato centrale, Gianni Rinaldini è il nuovo segretario generale della Fiom-Cgil.

Succede a Claudio Sabattini che ha guidato la categoria dei metalmeccanici della Cgil negli ultimi otto anni.


Il Comitato centrale della Fiom ha eletto segretari Giorgio Cremaschi, Celestino Magni, Riccardo Nencini, Francesca Re David, che insieme a Gianni Rinaldini compongono la nuova segreteria nazionale.


Approvati i seguenti quatto ordini del giorno:

Ordine del giorno conclusivo sulla situazione generale

Il Comitato centrale della Fiom  esprime grande soddisfazione per l’eccezionale riuscita dello sciopero del 16 aprile, tra tutti i lavoratori, in particolare nella categoria dei metalmeccanici.

Tutta l’industria metalmeccanica si è fermata e le adesioni allo sciopero sono state altissime tra gli operai come tra gli impiegati, nelle grandi come nelle piccole aziende. Particolare rilevanza ha la partecipazione allo sciopero dei giovani e dei tanti lavoratori precari, che, spesso sfidando pressioni e intimidazioni, hanno scelto di aderire alla lotta per i diritti. Gli stessi dati delle controparti, nel distinguere tra il risultato dello sciopero nelle aziende sopra e sotto i 15 dipendenti, hanno implicitamente ammesso che là ove le adesioni sono state più contenute, ciò è unicamente dovuto all’assenza delle tutele e dei diritti garantiti dall’articolo 18 e complessivamente dallo Statuto dei lavoratori.

Il successo dello sciopero è una chiara indicazione della necessità di continuare e sviluppare la mobilitazione per fermare e sconfiggere l’attacco del governo e della Confindustria ai diritti dei lavoratori e alla contrattazione.

La Fiom condivide e conferma l’impostazione alla base della lotta in corso secondo la quale nessuna trattativa è possibile fino a che viene mantenuto l’attacco sull’articolo 18 e finché non vengono stralciate e ritirate le deleghe che contengono questo attacco, l’introduzione dell’arbitrato, la decontribuzione sulle pensioni. Tutto l’impianto delle deleghe del governo va comunque respinto, dal mercato del lavoro, al fisco, alla scuola, perché tutte le deleghe propongono la destrutturazione dei diritti del lavoro e anche di quelli sociali.

Permanendo dunque questa impostazione del governo e della Confindustria, saranno necessarie nuove iniziative di lotta sia a livello generale che articolato.

La Fiom considera positivo che l’attacco ai diritti del lavoro, già esplicitatosi in Parlamento con la richiesta del voto di fiducia sul gravissimo provvedimento sull’emersione, che toglie per tre anni tutti i diritti sindacali e cancella le azioni di risarcimento individuale dei lavoratori interessati, riceva un’adeguata opposizione in sede istituzionale, anche con il ricorso a forme ostruzionistiche.

La grande partecipazione allo sciopero dei giovani e dei precari sconfigge il disegno del governo e della Confindustria di contrapporre padri e figli, lavoratori più tutelati a quelli meno tutelati, ma al tempo stesso consegna a tutto il movimento sindacale la necessità di un impegno forte per l’estensione dei diritti e delle stesse tutele dell’articolo 18 a tutto il mondo del lavoro che ne è sprovvisto. Su questo terreno occorre costruire un’iniziativa generale e sviluppare la stessa iniziativa nei luoghi di lavoro.

La Fiom considera necessario che il movimento di lotta generale per i diritti sia accompagnato da una ripresa dell’iniziativa della categoria. Questa deve avvenire innanzi tutto partendo dalla ripresa della mobilitazione per il contratto nazionale, ancora aperto dopo l’accordo separato. Sullo stesso piano va rilanciata l’iniziativa per la democrazia sindacale.

Nello stesso tempo è necessario che in tutti i luoghi di lavoro parta una vasta iniziativa rivendicativa, che abbia al centro le condizioni di lavoro, la lotta alla flessibilità selvaggia e alla precarietà. Su questo piano tutta la Fiom deve essere impegnata a costruire un’iniziativa nelle imprese che corrisponda alla dimensione generale dello scontro.

È necessario che il sistema delle imprese comprenda ovunque che la posizione assunta dalla Confindustria implica necessariamente l’accentuarsi del conflitto in ogni luogo di lavoro.

Nel confermare per tutte queste ragioni lo sciopero dello straordinario, auspicando che questa forma di lotta venga estesa in tutti i luoghi di lavoro, anche nelle altre categorie, ovunque le aziende non si distinguono esplicitamente dalle scelte della Confindustria sull’articolo 18, la Fiom impegna tutte le proprie organizzazioni a sviluppare adeguate iniziative di lotta in ogni luogo di lavoro.

La Fiom deciderà nella prossima riunione del Comitato centrale un programma più dettagliato di iniziativa e la convocazione dell’assemblea nazionale dei delegati.


Ordine del giorno/2

Il Comitato centrale della Fiom considera di assoluta gravità l’attacco compiuto ai danni del segretario generale della Fiom del Friuli-Venezia Giulia da un quotidiano e rimbalzato su altri organi di stampa.

L’assassinio del professor Marco Biagi è stato vergognosamente strumentalizzato per dare avvio a una vera e propria campagna di diffamazione dai contorni ambigui e pericolosi avanzando sospetti di collateralismo  della Cgil, e della Fiom in particolare, con le Brigate rosse.

L’espressione più odiosa di questa iniziativa è stata riattualizzare – falsando pesantemente la realtà – una storia processuale risalente a venti anni fa per meri reati associativi, per la quale ogni debito con la giustizia è stato riconosciuto e pagato e di cui la Fiom e la Cgil erano naturalmente perfettamente a conoscenza.

Colpisce anche come questo attacco sia stato rivolto contro un dirigente sindacale che da anni si occupa di un’azienda – la Zanussi – che in questi giorni è stata protagonista di altri tentativi di distorsione e criminalizzazione del comportamento della Fiom, sia di Rsu sia di dirigenti locali e nazionali, speculando in modo incosciente sulla gravità del momento e cercando di stabilire un nesso fra la lotta sindacale e il terrorismo.

È ancora più grave che questa irresponsabilità sia stata avallata da dirigenti della Federmeccanica, della Confindustria, e persino del governo.

Lo stravolgimento consapevolmente tentato della normale dialettica sociale, di cui il conflitto è parte integrante, è inammissibile e pericoloso per la democrazia.

Di questo fa parte il denunciare come svelamento di informazioni riservatissime collaborazioni ripetutamente ostentate sulla stampa e nei convegni, mentre è proprio chi denuncia a fare nomi di “accusati e accusatori”.

Attraverso l’uso spregiudicato di mezzi di informazione c’è chi si sente autorizzato a dire tutto e il contrario di tutto, senza curarsi delle conseguenze sulle persone di insinuazioni prive di fondamento e con l’obiettivo chiaro di gettare un’ombra di sospetto sulla Fiom. Ma la nostra storia e i nostri comportamenti parlano chiaro.

Il sindacato e il movimento dei lavoratori sono sempre stati contro il terrorismo, lo hanno sempre contrastato e ne sono stati vittime. Su questo non c’è dubbio possibile.

Confermare con coerenza le nostre scelte, ribadire con tutta la determinazione e la serenità necessarie il nostro modo di fare sindacato nel legame inscindibile con le lavoratrici e i lavoratori, è la risposta con cui la Fiom intende respingere ogni provocazione.

Difendere il diritto a sostenere con forza il proprio punto di vista è una battaglia per la democrazia.


Ordine del giorno/3

Il Comitato centrale della Fiom ritiene irresponsabile e provocatoria la scelta delle industrie Pininfarina di procedere al licenziamento della Rsu Mario Bertolo, rappresentante sindacale della Fiom-Cgil.

La scelta del licenziamento che è stato avviato nella settimana che precedeva e preparava lo sciopero generale del 16 è aggravata non solo dal momento che rivela la volontà di intimidire il movimento di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche dalla strumentalità del provvedimento rispetto a una presunta insubordinazione.

Il Comitato centrale esprime la solidarietà e il pieno sostegno al proprio compagno e altrettanto pieno sostegno a tutte le iniziative che le lavoratrici e i lavoratori, le Rsu e le Organizzazioni sindacali stanno svolgendo e realizzeranno a tutela del lavoratore per il suo reintegro in fabbrica.


Ordine del giorno/4 

Il Comitato centrale della Fiom-Cgil esprime la sua più piena e più viva solidarietà a Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro, vergognosamente colpiti da un incredibile attacco verbale del presidente del Consiglio.

Quest’attacco non può essere sottovalutato e certo non viene sottovalutato da chi, come noi, sta conducendo una battaglia sindacale unitaria a difesa dei diritti delle persone che lavorano.

Si può anzi dire che le parole del presidente del Consiglio svelino ciò che veramente pensano gli imprenditori quando vogliono sopprimere l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: vogliono avere le mani libere per poter cacciare via dai posti di lavoro tutte le persone che a loro, per un motivo o per l’altro, semplicemente non piacciono.

Roma, 19 aprile 2002