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Quando,
intorno alle 7,30, si cominciano a vedere i primi striscioni distesi nella
piazza antistante la stazione ferroviaria di Trieste, è abbastanza facile
immaginare una grande manifestazione. Infatti, a partire da quell’ora, arrivano i primi pullman dai quali scendono i lavoratori delle sedi Fincantieri sparse per tutta Italia: si comincia con il pullman del cantiere di Sestri ponente e della base genovese di Wartsila, per poi vedere arrivare il gruppo della Isotta Fraschini di Bari e via via il Muggiano di Spezia, Riva Trigoso, Castellammare di Stabia, Monfalcone, Marghera, Ancona, la sede direzionale di Trieste. Al
momento della partenza del corteo, intorno alle 10,30, più di duemila
persone gonfiano la manifestazione collegata alle otto ore di sciopero di
tutto il gruppo Fincantieri. Il
percorso porta verso la stazione marittima ma una deviazione porta i
manifestanti a effettuare un rumoroso girotondo attorno alla sede triestina
della Fincantieri, intorno alle 11. “La
partecipazione agli scioperi è buona”, Torraco della Rsu di Monfalcone
racconta di come sia sentita questa vertenza in azienda. “Grande
importanza viene assegnata alla richiesta salariale ma la questione dei
diritti è molto sentita e assegna alla vertenza una importanza sul piano
generale. Noi possiamo vedere in azienda cosa significano regimi di diritti
diversi nel confronto con le ditte di appalto. Questi scioperi stanno
incidendo, nonostante la difficoltà di rapportarsi con un’azienda sorda a
rivendicazioni assolutamente sindacali.”. Il
percorso continua e il corteo transita davanti alla sede della locale
Confindustria. Carolei di Castellammare di Stabia racconta di un crescendo delle adesione alle iniziative: “Soprattutto i giovani capiscono che con i dati di inflazione di oggi, senza un salario adeguato sarà difficile costruirsi una vita autonoma. Per questo ci si possono accollare 12 ore di viaggio senza sentirne il peso”. Al
cantiere di Marghera l’appoggio è ormai garantito anche da numerosi
lavoratori iscritti a Fim e Uilm. Fabio Querin della Rsu ci racconta di una
grande determinazione dei lavoratori: “ Fincantieri deve accettare il
confronto, altrimenti le forme di lotta diventeranno più incisive”. Il
coordinatore nazionale Sandro Bianchi appare soddisfatto della riuscita
della manifestazione: “Ci hanno sfidato e hanno perso: loro dicevano che
avremmo portato 500 persone. Mi sembra che siamo un po’ di più…” Borini, coordinatore nazionale Wartsila sottolinea la difficoltà di una vertenza di questo tipo con una azienda come la sua: “Credo però che il risultato del referendum sia significativo e ci indica che questa è la strada maestra per la riconquista del contratto nazionale”. L’arrivo nella piazza dove è stato allestito il palco dà un colpo d’occhio importante con tutti gli striscioni distesi a formare un cerchio attorno ai relatori. Apre Saulle, segretario generale della Fiom di Trieste e si susseguono delegati di tutti i siti Fincantieri. Le conclusioni di Bianchi sono molto decise: “Il fronte confindustriale si sta aprendo. Perciò occorre tenere duro anche in questa vertenza. Abbiamo due punti di conflitto con Fincantieri: la privatizzazione e il precontratto. Non abbiamo nessun interesse a colpire Fincantieri: questa è una vertenza come le altre, finalizzata a un accordo, gestita con responsabilità, ma il tempo sta per scadere. Nel coordinamento del 3 ottobre, se non ci saranno fatti nuovi, decideremo di passare a forme di lotta più aspre che potrebbero portare al blocco dei cantieri. Abbiamo un vincolo con i lavoratori. Per scioglierlo c’è un solo modo: fare l’accordo sul precontratto”. La manifestazione si conclude intorno alle 12,30 con la soddisfazione degli organizzatori e dei lavoratori che vi hanno partecipato. Sarà certamente un evento che l’azienda non potrà ignorare. 29/09/2003 - Ufficio stampa e relazioni esterne. Contratto metalmeccanici. Bloccata la produzione dagli scioperi Fiom in Fincantieri e alla Wärtsilä. Un corteo pieno di giovani sfila per le vie di Trieste. Nerozzi (Cgil): “Intensificare l’azione di lotta” |