Fiamm:
la situazione di
Maurizio Ferron, Fiom Montecchio Le
ristrutturazioni tra il 2000 e il 2003 Nel
periodo 2000/2001 cominciano gli interventi di ristrutturazione nel
gruppo Fiamm, il primo dei quali è lo spostamento della produzione di
batterie di avviamento da Montecchio a Veronella, insieme a un accordo
per la gestione degli esuberi e la chiusura di uno stabilimento di
produzione di batterie di avviamento in Belgio. A
cavallo tra 2002 e 2003 l’azienda presenta un secondo intervento di
ristrutturazione che comporta, tra l'altro, una riduzione di personale
di circa 80 dipendenti ad Avezzano (L’Aquila) – risultato della
dismissione della produzione di batterie piccole ermetiche – e un
taglio di personale che interessa circa 40 impiegati prevalentemente
della sede direzionale di Montecchio e in minima misura ad Almisano. A
fine 2003 il gruppo conta un totale di 3.200 dipendenti, di cui 1.500 in
Italia – circa 800 nel vicentino. L'azienda
evidenzia, nel 2002 e nel 2003,
una situazione di difficoltà con calo del fatturato dovuto a vari
fattori tra cui la concorrenza nei mercati, la riduzione dei prezzi di
vendita, la contrazione dei volumi produttivi, il cambio monetario
euro/dollaro, il forte aumento del costo delle materie prime
(soprattutto il piombo), il dumping del costo del lavoro rispetto a Cina e India ecc. I
bilanci di quei due anni si chiudono in passivo con perdite
rispettivamente di circa 30 e 50 milioni di euro su un totale di quasi
500 milioni di fatturato. La sofferenza dal punto di vista del bilancio
consolidato e le difficoltà sul piano finanziario comportano un
crescente indebitamento con le banche che, a fine 2003, ammonta a quasi
200 milioni di euro. Febbraio
2004: l’azienda presenta il piano industriale A
fine febbraio 2004 la Fiamm comunica l'intenzione di procedere con un
piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 851 posti di lavoro
nel gruppo (433 in Italia, 200 nella sola provincia di Vicenza), con la
chiusura dello stabilimento di produzione degli avvisatori acustici in
Francia. Il
piano, inoltre, prevede la delocalizzazione – in particolare in India
e Cina – di parte delle produzioni di batterie industriali per
telecomunicazioni e avvisatori acustici. Ma
l'azienda annuncia anche l'intenzione di chiudere l'intero stabilimento
degli avvisatori acustici di Montecchio Maggiore, con lo spostamento
delle linee rimanenti, che a inizio 2004 occupa in totale circa 200
dipendenti. Fim,
Fiom, Uilm ed Rsu esprimono la netta contrarietà del sindacato al piano
industriale presentato e in particolare alla delocalizzazione delle
produzioni, al ridimensionamento del ruolo dello stabilimento di
Almisano e alla chiusura dello stabilimento degli avvisatori acustici di
Montecchio. Le
richieste sindacali sono: -
la conferma degli attuali siti produttivi e quindi il mantenimento del
loro ruolo strategico per l'intero gruppo; -
una piena assunzione di responsabilità da parte degli azionisti nel
mettere a disposizione capitale di rischio per rifinanziare l'azienda; -
un nuovo piano industriale che dia prospettive per il futuro e per il
mantenimento dei livelli occupazionali, in particolare rilanciando gli
investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. L’accordo
di giugno 2004 Dopo
3 mesi di trattativa finalmente viene sottoscritto un accordo, con il
quale, in sintesi, si stabiliscono: a)
il mantenimento dei volumi produttivi in essere nello stabilimento di
Almisano (Vi); b)
il mantenimento di 3 linee produttive su 5 degli avvisatori acustici a
Montecchio e dei conseguenti volumi produttivi per il mercato Ue.
Trasferimento delle restanti 2 linee produttive in Cina; c)
l’attuazione degli investimenti in ricerca e sviluppo e negli
stabilimenti produttivi con un piano triennale (2004-2006); d)
il recupero di efficienza, produttività e riduzione costi con
interventi concordati a livello di singolo stabilimento su materie quali
organizzazione del lavoro, orari, utilizzo impianti ecc.; e)
l’utilizzo di cigs e mobilità volontaria incentivata per un massimo
di circa 270 persone (40 ad Almisano, 40 a Montecchio – sede impiegati
e stabilimento Batterie trazione, 52 a Montecchio stabilimento
avvisatori acustici, 50 a Veronella e 90 ad Avezzano). Inoltre,
un accordo tra l’azienda e le banche creditrici ridefinisce le
condizioni e la scadenza del debito. Degli
interventi previsti di ristrutturazione e riduzione del personale sono
stati completati quelli ad Almisano, a Montecchio (sede direzionale e
stabilimento Batterie trazione), a Veronella e ad Avezzano. Manca
ancora la parte relativa allo stabilimento avvisatori acustici di
Montecchio. Maggio
2005: ancora un piano industriale IL
26 maggio 2005 Fiamm presenta alla delegazione sindacale i dati di
bilancio 2004 che evidenziano: -
una crescita di fatturato di circa l’1,2%; -
un netto miglioramento del risultato operativo che resta ancora negativo
ma passa da -12,7 a -7.5 milioni di euro, malgrado una non prevista
impennata dei prezzi delle materie prime che comporta un aumento dei
costi di circa 28 milioni di euro in totale; -
una riduzione del debito complessivo, che passa da 200 a 123 milioni di
euro; -
un buon recupero di efficienza negli stabilimenti interessati dalla
ristrutturazione con un andamento positivo superiore al Bdgt proprio per
la produzione degli avvisatori acustici e delle batterie industriali. Malgrado
questo l’azienda annuncia un nuovo piano industriale con la chiusura
di due stabilimenti del vicentino – quello dove si producono gli
avvisatori acustici, a Montecchio, e le batterie industriali per
telecomunicazioni, ad Almisano – motivando questo con le difficoltà
di reggere la concorrenza a causa del maggior costo del lavoro e gli
alti costi fissi di questi stabilimenti rispetto ad altri paesi a minor
costo. Le
produzioni di entrambi gli stabilimenti andrebbero totalmente
delocalizzate in Cina (per il mercato Asia) e in Repubblica Ceca (per il
mercato europeo). Questo
comporterebbe non solo la perdita del posto di lavoro per circa 440
dipendenti Fiamm, ma anche ricadute sul sistema produttivo locale
(indotto), che indicativamente coinvolge altri 200 addetti. Il
resto è storia di questi giorni. |