COMUNICATO FIOM
Meccanizzazioni postali. Omiciuolo (Fiom): «Ph Facility si rifiuta di firmare un accordo condiviso, lasciando i lavoratori senza lavoro e ammortizzatori sociali e spedizioni nel caos. Intervengano ministero e Finmeccanica»
Candido Omiciuolo, coordinatore Fiom-Cgil per le aziende delle meccanizzazioni postali, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
«Nell'incontro tenuto lo scorso 6 febbraio al ministero dello Sviluppo economico, Fim, Fiom, Uilm, Selex Es, Stac e Logos hanno sottoscritto uno schema d'accordo che avrebbe dovuto mettere fine alla ormai lunga vertenza delle meccanizzazioni postali.»
«All'accordo, che prevedeva l'assunzione con il contratto metalmeccanico di 185 lavoratrici e lavoratori di Stac e Logos – le aziende che avevano il subappalto di tali lavorazioni prima dell'ultima gara – e l'utilizzo della cassa integrazione straordinaria e della mobilità incentivata non è stata apposta la firma di Ph Facility, l'azienda cui l'ultima gara d'appalto ha affidato la gestione delle meccanizzazioni postali in associazione temporanea di impresa con Selex Es.»
«Per la Fiom è incredibile la situazione che si è venuta a creare. Ph Facility, si rifiuta di sottoscrivere l'accordo, condiviso da tutte le parti, lasciando le lavoratrici e i lavoratori di Stac e Logos senza neanche la possibilità dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali.»
«La Fiom giudica inoltre incredibile e grave il mancato intervento di Finmeccanica e di Selex Es, che ha sottoscritto l'accordo con le proposte avanzate dal ministero ma che è immobile davanti all'arroganza dei dirigenti della sua partner nell'appalto.»
«Non capiamo perché Ph Facility possa non firmare l'accordo definito da tutti, lei compresa.»
«La Fiom chiede al ministero, nel suo ruolo, di richiamare immediatamente la società al rispetto degli impegni presi, e a Selex Es di intervenire per dare una soluzione a questa vertenza, risolvendo così sia il problema dei 260 lavoratori di Stac e Logos sia i problemi della gestione delle spedizioni postali che si stanno ripercuotendo su tutto il paese.»
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 18 febbraio 2014