COMUNICATO FIOM

  

Fiat. De Palma (Fiom): “L’amministratore delegato di Fiat smetta di cercare scuse e faccia gli investimenti per salvaguardare la produzione e l’occupazione in Italia”
 

Michele De Palma, coordinatore nazionale del settore auto per la Fiom-Cgil, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.

 

“Capiamo lo smarrimento e la delusione dell’Amministratore Delegato della Fiat, a seguito del risultato elettorale del suo candidato presidente Monti. L’Amministratore Delegato della Fiat dovrebbe smettere di cercare scuse per coprire l’assoluta mancanza del piano industriale e degli investimenti, al fine di garantire le produzioni e l’occupazione nel nostro Paese. La verità è che ad oggi la Fiat ha chiuso tre stabilimenti e usato più di 50 milioni di ore di Cassa integrazione lo scorso anno: quindi, come si vede, il Gruppo Fiat ha contribuito all’aumento dei disoccupati nel nostro Paese.”

“Mentre l’amministratore delegato parla e si preoccupa del salario degli operai italiani, ricordiamo che tre anni fa Fiat è uscita dal Contratto nazionale aumentando di fatto l’orario di lavoro e ad oggi nessun accordo è stato raggiunto con le organizzazioni sindacali complici, sul salario e sul premio. Nonostante siano passati due mesi dalla scadenza del Contratto.”

“Invece, l’azienda nemica dell’amministratore delegato – la Volkswagen – ha ridotto la retribuzione del management, ha erogato 7.200 di premio ai suoi lavoratori e ha aumentato gli occupati. La proprietà di Fiat, invece, ha dato 9 milioni di euro di premio all’amministratore delegato, zero euro ad oggi ai suoi lavoratori e ne ha licenziati migliaia.”

“Contano i fatti e non le parole. La Fiom-Cgil chiede che le Istituzioni facciano rispettare le leggi e le sentenze alla Fiat e che convochino urgentemente un tavolo nazionale per ripristinare i diritti democratici, discutere il piano industriale e il futuro occupazionale di tutti gli stabilimenti, visto che la crisi di Fiat coinvolge anche l’indotto e la componentistica.”

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

 

Roma, 5 marzo 2013