NOTA STAMPA

 

Settimana di mobilitazione per i diritti sindacali in Messico. Landini (Fiom) scrive all'Ambasciatore messicano: “stop alla repressione delle rivendicazioni dei lavoratori”

La Fiom nazionale ha diffuso oggi la seguente nota.

 

“Considerare il datore di lavoro e i funzionari governativi responsabili dell’esplosione della miniera di Pasta de Conchos che ha causato la morte di 65 minatori il 19 febbraio 2006; far cessare le infrazioni sistematiche al diritto alla libertà sindacale dei lavoratori e delle lavoratrici, in particolare i “contratti di protezione” imposti dai datori di lavoro e le loro ingerenze nelle elezioni sindacali; mettere fine all'uso della forza – da parte dello Stato o di organizzazioni private – per reprimere le rivendicazioni legittime dei lavoratori e delle lavoratrici a sostegno di sindacati democratici, di migliori salari e di migliori condizioni di lavoro come anche di buone condizioni di sicurezza e di salute; mettere fine alla campagna di pressione politica contro il sindacato messicano dei minatori e il sindacato messicano dei lavoratori del settore elettrico.”

Sono le quattro richieste contenute nella lettera che il Segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, ha inviato all'Ambasciata del Messico in Italia da trasmettere al Governo messicano, considerato responsabile, insieme alle imprese, particolarmente quelle transnazionali, di una escalation di violazioni dei diritti del lavoro e sindacali.

Dal 14 al 19 febbraio si svolgeranno nel mondo iniziative di solidarietà con la mobilitazione per la difesa dei diritti del lavoro e delle libertà sindacali in Messico. La settimana di iniziative è promossa dalle Federazione internazionali dei sindacati metalmeccanici (Fism), dei chimici (ICEM), dei trasporti (ITF) e dall'UNI (federazione internazionale dei sindacati di diversi settori industriali e di servizio.

L'occasione è data dall'anniversario, il 19 febbraio, dell'esplosione nella miniera messicana Pasta de Conchos, del Grupo Mexico, che cinque anni fa causò la morte di 65 minatori. Il Governo messicano non ha mai accertato le responsabilità, con una seria inchiesta, né indennizzato le famiglie. Al contrario ha intensificato le attività e attacchi illegali contro il sindacato dei Minatori che chiedeva giustizia. Sono oltre 30 i sindacati indipendenti messicani che subiscono violazioni del diritto alla libertà sindacale e persino attacchi da parte della polizia e dell'esercito. E' anche il caso del Sindacato dei lavoratori del settore elettricità, cacciati con la forza due anni fa dalla compagnia elettrica pubblica, che è stata successivamente sciolta. Migliaia di lavoratori sono tuttora senza lavoro.


Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

Roma, 17 febbraio 2011