COMUNICATO STAMPA

  

Siderurgia/1. Bardi (Fiom): “Anche se nel 2012 la produzione mondiale crescerà, i grandi gruppi del settore riducono tendenzialmente la loro presenza in Europa”

Si sono aperti stamattina a Roma, presso la sede Cgil di corso d'Italia, i lavori dell'Assemblea nazionale dei delegati Fiom-Cgil delle imprese siderurgiche. Pubblichiamo qui di seguito alcuni stralci della relazione introduttiva tenuta da Vittorio Bardi, coordinatore nazionale siderurgia della stessa Fiom.

 

“Svolgiamo questa nostra assemblea sulla siderurgia nel pieno della burrasca prodotta dalla crisi globale.”

“La siderurgia è stata da sempre considerata un settore anticipatore dei cicli economici (tra i primi a rallentare, ma anche tra i primi a rimettersi in moto con i primi segnali di ripresa), con un andamento relativamente lineare. Oggi non è più così. Incertezza e volatilità caratterizzano anche la produzione e i consumi dei prodotti siderurgici, che tuttavia a livello mondiale continuano a crescere.”

“Nel 2010 la produzione mondiale di acciaio è aumentata di quasi il 16% sul 2009, superando del 6% quella del 2008, arrivando a più di 1,4 miliardi di tonnellate, il livello più alto di tutti i tempi, record che tuttavia verrà superato nel 2011 e forse di nuovo nel 2012.”

“Le previsioni della crescita economica mondiale per i prossimi anni si assesterebbero attorno ad un + 4–5 %, bisogna considerare che i paesi sviluppati, in particolare in Europa, ma anche gli Stati Uniti, sono alle prese con il rientro dei deficit pubblici, e quindi ridurranno la spesa pubblica; mentre i paesi emergenti sono alle prese con il controllo dell’inflazione e quindi sono portati a fare politiche economiche restrittive, tutto questo avrà ripercussioni negative anche sulla “crescita” della siderurgia.”

“L’andamento dei prezzi e delle disponibilità di materie prime incide in tutto questo: il prezzo del minerale è aumentato dell’84% rispetto al 2009, anche il coke ha visto rialzi seppur più contenuti, superando comunque le quotazioni del 2008; il rottame è aumentato del 63%, rimanendo comunque del 23% sotto i livelli massimi del 2008.”

“Nel 2010, solo 5 paesi sono tornati, o hanno superato, i livelli di produzione precrisi del 2008, si tratta di Cina, India, Corea, Turchia e Iran, tutti gli altri sono sotto.”

“Nel 2000 nei 27 paesi della Ue si produceva il 23% dell’acciaio mondiale, in Cina il 15%; nel 2010 la Ue è al 12% e la Cina al 44%.”

“L’Italia, che era da tempo al 10° posto nella graduatoria mondiale dei produttori d’acciaio, scende all’11° superata dalla Turchia.”

“Nel 2010, la produzione italiana è aumentata del 30% sul 2009, ma è ancora sotto del 16% sul 2008 (-4,8 milioni di tonnellate).”

“Il 2011 aveva visto una buona ripresa fino a tutto il primo semestre, dopo l’estate è cominciata una tendenza al ribasso che, secondo tutti gli osservatori, avrà un trascinamento negativo almeno sul primo semestre del 2012.”

“Infatti, oltre alle situazioni dove sono in atto contratti di solidarietà o sono continuati periodi di Cassa integrazione, abbiamo avuto alcune richieste di apertura di nuove procedure di Cassa integrazione.”

“I dati Eurofer sulle prospettive dei consumi di prodotti siderurgici danno per il 2012 in Europa una tendenza complessiva di un + 2% medio. Occorre però tenere presente che questi consumi saranno coperti anche da prodotti importati da paesi extra europei.”

“Le strategie dei maggiori gruppi siderurgici europei, e anche italiani (ormai siamo di fronte ad una grande integrazione in quanto parecchi operatori italiani hanno stabilimenti e mercati europei e globali e lo stesso vale per gli operatori stranieri che operano in Italia) spostano sempre più la loro attenzione verso l’Oriente e le Americhe, riducendo la loro presenza in Europa.”

“Per citare solo alcuni casi, che hanno tratti comuni, ricordiamo:

- Severstal, con l’annuncio di inizio 2010 di voler vendere gli stabilimenti europei per concentrare gli investimenti in paesi a più alta crescita;

- ThyssenKrupp, con la scelta di dismettere alcuni settori e scorporare per vendere l’intero comparto dell’inox concentrando la propria presenza verso Cina e America;

- ArcelorMittal, con la recente decisione di disinvestire dall’area centrale europea per finanziare acquisizioni di miniere e degli impianti al di fuori dell'Europa, arrivando a ridurre drasticamente la produzione anche con la chiusura definitiva di altoforni;

- Beltrame, che annuncia la volontà di dismettere lo storico stabilimento di San Giovanni Val d’Arno e dei siti di Belgio e Lussemburgo.”


Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

Roma, 3 novembre 2011