COMUNICATO STAMPA

  

Siderurgia/2. Fiom: “Vogliamo aprire una vertenza sul settore nei confronti del Governo”. Ecco i punti della piattaforma approvata dall'assemblea nazionale dei delegati del settore


Si sono conclusi i lavori dell'assemblea nazionale dei delegati Fiom-Cgil della siderurgia, svoltasi a Roma presso la sede Cgil di corso d'Italia. Al termine del dibattito - nel cui corso è intervenuto anche il Segretario generale della Fiom, Maurizio Landini - ha preso la parola Laura Spezia, Segretaria nazionale Fiom responsabile per la siderurgia. La dirigente Fiom ha illustrato ai convenuti il documento conclusivo che, dopo un breve dibattito, è stato approvato all'unanimità. Riportiamo qui di seguito alcuni passi di questo stesso documento che, nella sua versione integrale, è riportato sul sito ufficiale della Fiom (www.fiom.cgil.it)

“Dobbiamo mettere in atto il massimo di resistenza per salvaguardare un settore che continuiamo a ritenere strategico in Italia e in Europa. Ma questa battaglia non può essere fatta solo caso per caso, senza precise scelte di politica industriale per il settore, a livello nazionale ed europeo.”

“Occorre mettere a punto una piattaforma per la qualificazione del settore siderurgico in Italia che, necessariamente, deve trovare uno stretto collegamento a livello europeo.”

“I punti fondamentali:

  • la difesa e la riconquista di un Contratto nazionale basato sulla democrazia nei luoghi di lavoro, sulla sua non derogabilità a livello di settore, aziendale o territoriale e per la difesa dei diritti è la condizione indispensabile anche per la qualificazione del settore siderurgico;

  • la produzione di acciai speciali, comprese le produzioni di Inox, oggi in particolare difficoltà, devono essere rilanciate, prevedendo anche una maggiore verticalizzazione dei prodotti per rispondere ad una domanda sempre più esigente in termini di qualità dei prodotti e di offerta di servizi. I prodotti standard, quotati sul mercato senza differenze qualitative e di prezzo, non possono essere una prospettiva per la siderurgia italiana;

  • è necessaria una specifica politica industriale con un preciso indirizzo pubblico, che da tempo manca nel nostro Paese, anche per armonizzare le necessità dei produttori con quelle dei consumatori, con misure vincolanti per tutti gli operatori del settore;

  • oltre alla necessità di investire in ricerca ed innovazione, il che difficilmente può essere fatto in modo frammentato da tante piccole e medie aziende, devono essere promosse forme di maggiore cooperazione e sinergie tra i produttori nei vari siti produttivi. Ad esempio, vanno avviati consorzi d’acquisto per le materie prime e l’energia, come sta avvenendo in Europa, ed in specifico in Germania, dove si sono perfezionati accordi, che coinvolgono anche il sistema bancario, per il credito alla fornitura e per garantire pagamenti più regolari al sistema delle imprese della filiera siderurgica;

  • va razionalizzata la rete distributiva, che in Italia è particolarmente ridondante e frammentata;

  • in particolare, per quanto riguarda il comparto dei prodotti piani, la siderurgia italiana non può fare a meno di mantenere i due cicli integrali (di Taranto e Piombino-Trieste) che possono fornire acciaio di qualità per molte applicazioni qualificate;

  • vanno definiti accordi sulla salute e sicurezza, che coinvolgano anche le aziende terze operanti nei siti siderurgici, e vanno estese le nuove figure dei Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza, la salute e l’ambiente (Rlssa), con il compito di intervenire anche sulle questioni ambientali esterne agli stabilimenti (vedi l'accordo integrativo dell'Ilva di Taranto) come strumento per un ambiente più vivibile dentro e fuori gli stabilimenti;

  • la difesa dell’occupazione, nei casi di crisi con l’utilizzo di strumenti come i Contratti di solidarietà, che consentono di mantenere i lavoratori collegati all’attività lavorativa, e con la stabilizzazione dei lavoratori precari.”

“Da tempo abbiamo chiesto al Governo italiano di convocare un Tavolo sulla siderurgia, che vada oltre il confronto nell’ambito dell’Osservatorio siderurgico, per definire alcune linee di politica industriale per il settore che sostanzino l’affermazione che si vuole difendere la qualità e la capacità produttiva della siderurgia italiana, con misure vincolanti per tutti gli operatori del settore. Fino ad oggi, però, non abbiamo avuto risposte.”

“Per queste ragioni, vogliamo aprire una vertenza nei confronti del Governo su questi contenuti e vogliamo preparare una nuova fase rivendicativa che faccia valere più precisamente un punto di vista autonomo del lavoro sui cicli produttivi e sui prodotti, che affronti come obiettivi nostri le innovazioni nei cicli e nei prodotti, le questioni ambientali, interne ed esterne agli stabilimenti, il risparmio e l’efficienza energetica, lo sviluppo e l’utilizzo di tutte le fonti rinnovabili, la riduzione dei rifiuti, il riciclo delle acque utilizzate nei cicli produttivi.”

“Queste innovazioni, necessariamente, avrebbero la necessità di professionalità più elevate, di una maggior qualificazione dei lavoratori, e possono indurre una migliore qualità complessiva del lavoro, incluso una maggiore attenzione alla salute e alla sicurezza negli stabilimenti siderurgici.”


Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

Roma, 3 novembre 2011