COMUNICATO STAMPA

Fincantieri. Fiom: riunita oggi a Roma l’Assemblea nazionale dei delegati. Necessario rilanciare l’iniziativa sindacale nel Gruppo e con il Governo
 

 

L’Assemblea nazionale dei delegati Fiom-Cgil del gruppo Fincantieri, riunitasi oggi a Roma, ha approvato all’unanimità il seguente documento conclusivo.

 

L'Assemblea delle delegate e dei delegati Fiom-Cgil del gruppo Fincantieri, riunitasi a Roma il 27 aprile 2011 insieme alle Segreterie provinciali, regionali e nazionale della Cgil e a numerosi rappresentanti delle Amministrazioni locali dei territori nei quali hanno sede gli stabilimenti del Gruppo, ha deciso la ripresa delle iniziative nazionali a sostegno della vertenza e il riavvio di un confronto di massa con le lavoratrici e con i lavoratori di tutte le sedi e cantieri, con le altre organizzazioni sindacali, le forze politiche, le Istituzioni e il Governo.

Il persistere dello scarico produttivo sta determinando la messa in Cassa integrazione per lunghi periodi di centinaia e centinaia di lavoratori, con numeri che supereranno di molto, nel corso del 2011, le 2.000 unità.

In tutti i siti, migliaia di lavoratori delle ditte di appalto stanno perdendo il lavoro, spesso senza il riconoscimento di ammortizzatori sociali.

Inoltre, la prospettiva per il 2012 rischia di veder peggiorare la situazione in presenza di un portafoglio ordini fino ad ora del tutto inconsistente che, a fronte dell'atteggiamento passivo di Fincantieri rispetto alla crisi, potrebbe segnare la strada verso un ridimensionamento industriale.

Il confronto con il Governo sulla crisi della cantieristica navale si è bloccato, nonostante gli impegni assunti ufficialmente dal Ministro dello Sviluppo Economico il quale, ad oggi, non ha nemmeno risposto ai ripetuti solleciti inviati unitariamente, caricandosi così di una responsabilità gravissima.

La Fiom-Cgil denuncia la totale assenza di una politica industriale da parte di questo Governo, particolarmente evidente nel settore navalmeccanico dove, pur in presenza di impegni precisi assunti allo specifico tavolo di settore, si registrano gravi inadempienze e ritardi, a partire dalla mancata convocazione della riunione del tavolo stesso, sollecitata da mesi senza riscontro alcuno.

La Fiom, inoltre, ritiene grave l'atteggiamento della Direzione aziendale che, con il gioco dei continui annunci e delle successive smentite, sta contribuendo a far crescere tra i lavoratori preoccupazione e sconcerto rispetto al loro futuro occupazionale.

Il continuo peggioramento delle condizioni complessive di lavoro, il degrado della situazione relativa alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, il declino dell'efficienza complessiva del sistema e dei risultati qualitativi, sono a nostro avviso da addebitarsi principalmente ad un modello produttivo che si fonda sulla crescente esternalizzazione di attività, con il solo scopo di abbattere i costi, e che sta determinando la perdita del controllo del processo produttivo da parte dell'Azienda.

Questa tendenza va invertita, nel prioritario interesse dei lavoratori e della loro condizione lavorativa, nonché per il ripristino di adeguate condizioni di salute e sicurezza di cui gli stessi hanno diritto.

Il modello va comunque cambiato anche per riportare all'interno di Fincantieri il controllo dei processi e le competenze per sviluppare, in maniera adeguata ed autonoma, l'attività produttiva.

La Fiom è impegnata, inoltre, a chiamare a raccolta e coinvolgere anche quella parte della società civile e del mondo accademico in grado di fornire contributi, anche di merito tecnico-scientifico, utili per lo sviluppo di idee, progetti e indicazioni per un futuro rilancio di Fincantieri fondato sull'adozione di nuove tecnologie, sullo sviluppo di nuovi prodotti e sulla conquista di nuovi mercati nell'ottica della diversificazione.

L'Assemblea nazionale dei delegati Fiom del gruppo Fincantieri rivendica:

  • un piano industriale basato su investimenti in diversificazione produttiva e innovazione tecnologica verso la sostenibilità e compatibilità ambientale;

  • commesse pubbliche immediatamente cantierabili per sostenere i cantieri scarichi a partire dagli impegni già assunti dal Governo;

  • Interventi del Governo a livello europeo per favorire operazioni tipo “ecobonus”;

  • sostegno al reddito, anche attraverso l'utilizzo dei contratti di solidarietà, riferito sia ai lavoratori Fincantieri che a quelli dell'appalto e sub-appalto;

  • il recupero di un modello produttivo ed organizzativo rispettoso del diritto alla salute ed alla sicurezza di tutti coloro che lavorano in Azienda, interni o dipendenti dell'appalto;

  • nessuna chiusura di sedi e cantieri e nessuna riduzione strutturale della capacità produttiva;

  • una discussione ed un confronto che non sia fondata su deroghe nei confronti del Contratto e delle leggi vigenti; questa determinazione è oggi rafforzata dalla serie di sentenze che danno ragione alla Fiom rispetto al comportamento antisindacale di quelle aziende che hanno applicato il contratto separato, in presenza di un contratto unitario, quello del 2008, tuttora in vigore.

L’Assemblea ritiene, inoltre, che il confronto debba riprendere presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri come luogo per coordinare le responsabilità dei diversi Ministeri coinvolti nella vertenza.

A sostegno delle suddette rivendicazioni, premesso che:

  • lo sciopero del 6 maggio ha, tra le sue motivazioni, anche l'assenza di una politica industriale adeguata a mettere in definitiva sicurezza l'assetto produttivo del Paese, logorato dal perdurare della crisi economica;

  • la vertenza Fincantieri è emblematica della scelta da parte del Governo di non occuparsi prioritariamente di questi problemi;

l'Assemblea fa appello alla Cgil affinché alla vertenza Fincantieri sia data adeguata visibilità nell'ambito delle manifestazioni organizzate nelle città cantiere, in occasione dello sciopero generale del 6 maggio;

l'Assemblea inoltre dichiara un pacchetto di 10 ore di sciopero da effettuarsi nel mese di maggio, comprensivo delle 8 ore di sciopero generale già proclamate dalla categoria che si effettueranno il 6 maggio con manifestazioni in tutte le città.

Le restanti 2 ore saranno gestite dalle strutture territoriali e dalle Rsu e saranno finalizzate alla realizzazione di una campagna di assemblee con le lavoratrici e con i lavoratori, accompagnata da iniziative pubbliche coordinate a livello nazionale, nelle quali saranno evidenziate valutazioni e rivendicazioni che la Fiom avanza nell'ambito della vertenza, a partire dalla necessità di riprendere il confronto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

 

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
 

Roma, 27 aprile 2011