COMUNICATO STAMPA

 

Fincantieri. Pagano (Fiom): “Il silenzio del Governo mostra una grave sottovalutazione della situazione dei cantieri navali”. Oggi pieno successo dello sciopero a Sestri Ponente

 

Si è svolto stamattina lo sciopero di 4 ore dei lavoratori del cantiere navale di Sestri Ponente (Genova) e della sede della Divisione Militare di Fincantieri. La proclamazione da parte delle Rsu, avvenuta nel corso delle assemblee che si sono tenute la settimana scorsa, ha ripreso i temi già definiti dal Coordinamento nazionale Fincantieri di Fim, Fiom, Uilm:

- necessità di realizzare le opere strutturali nel cantiere e di rilanciare l'intesa sottoscritta in sede locale tra le Amministrazioni, i sindacati e le imprese, compresa Fincantieri, coinvolte nel progetto di “ribaltamento a mare” degli spazi a monte della linea ferroviaria;

- necessità di maggiore chiarezza e tempestività nella definizione delle commesse pubbliche necessarie per superare l'attuale stallo del mercato navale, sia civile che militare, che sta determinando gravi problemi di saturazione di cantieri e sedi di progettazione, con ripercussioni per tutto il 2011 e con grosse incognite per gli anni successivi;

- necessità di intervenire per la salvaguardia del salario dei lavoratori sospesi in Cassa integrazione, con specifiche integrazioni al reddito per alleviare le difficoltà che gli stessi si troveranno ad affrontare per lunghi periodi, nonché la necessità di garantire ammortizzatori sociali anche per i lavoratori delle ditte di appalto.

L'adesione allo sciopero odierno è stata pressoché totale sia nel cantiere che nella sede di progettazione. Molti lavoratori si sono riuniti sotto la sede della Regione Liguria, dando vita ad un corteo che si è diretto verso la Prefettura di Genova che è stata presidiata per un paio d'ore.

Il Prefetto ha ricevuto la delegazione sindacale assieme ai rappresentanti del Comune di Genova e della Regione Liguria ed ha preso atto delle comunicazioni che hanno ripreso i temi contenuti nei documenti di convocazione dello sciopero.

Comune e Regione hanno ribadito il loro impegno relativamente alla realizzazione delle opere infrastrutturali utili per migliorare l'operatività del cantiere e il Prefetto ha assunto l'impegno di favorire la ripresa del confronto con gli altri soggetti coinvolti ma non presenti oggi, attraverso la convocazione di un tavolo per rilanciare il documento sottoscritto ormai più di un anno fa.

Su specifica richiesta di tutti i presenti, il Prefetto ha inoltre garantito che invierà al Governo un sollecito per la riunione del tavolo nazionale sulla cantieristica navale presso il ministero dello Sviluppo Economico, concordata per la fine di novembre e non ancora convocata.

Il coordinatore nazionale Fiom per la cantieristica navale, Alessandro Pagano, presente alla riunione, ha dichiarato: “La riuscita di questo sciopero e della manifestazione ripete quanto avvenuto in occasione delle analoghe iniziative dei giorni scorsi in altre città sede di cantiere, dimostrando che le nostre preoccupazioni, manifestate in tutte le occasioni che abbiamo avuto, sono fortemente sentite dai lavoratori. I ritardi che si stanno registrando hanno portato la situazione in una vera e propria emergenza.”

“E' venuto il momento di passare dalle parole ai fatti e le decisioni già assunte devono diventare operative al più presto. Ben venga quindi l'impegno, oggi confermato, delle amministrazioni locali. Riteniamo pero' gravissima l'inadempienza del Governo rispetto all'impegno, assunto a fine ottobre dal Ministro dello Sviluppo Economico, di riconvocare il tavolo nazionale ad inizio dicembre. Il ruolo del Governo e' decisivo per affrontare con efficacia tutti i problemi, sia locali che nazionali, ben noti da tempo. A questo proposito, abbiamo inviato unitariamente la richiesta specifica fin dal 24 novembre.”

“Il fatto che ad oggi nessun segnale sia arrivato in merito mostra, da parte del Governo, una grave sottovalutazione della condizione occupazionale e sociale nei cantieri che, se non adeguatamente affrontata, determinerà inevitabilmente una crescita del livello di tensione.”


Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

 

Roma, 6 dicembre 2010