COMUNICATO STAMPA

 

Installazioni telefoniche. Fiom: no alle gare al massimo ribasso, sì a investimenti per la banda larga. Il documento conclusivo approvato dall'Assemblea nazionale dei delegati del settore

L'Assemblea nazionale Fiom-Cgil dei delegati delle imprese del settore delle installazioni telefoniche e delle strutture territoriali interessate, riunitasi oggi a Roma presso la sede nazionale della Cgil insieme ai responsabili del Dipartimento settori produttivi della stessa Cgil e della Slc (il sindacato Cgil dei lavoratori della comunicazione), ha approvato il seguente documento conclusivo.
 

“L'Assemblea nazionale dei delegati e delle strutture Fiom delle installazioni telefoniche è stata convocata, insieme alla Slc-Cgil ed alla Confederazione, per aggiornare - ad oltre un anno dall’ultima assise nazionale - la riflessione sullo stato del comparto, in rapporto ai processi indotti per l’aggravarsi della crisi e per i cambiamenti all’orizzonte.”

“L’aggravata situazione del settore è determinata per responsabilità oggettiva del Governo che, oltre ad un numero infinito di convegni, non ha garantito nessuno degli investimenti annunciati negli ultimi due anni nel settore stesso e, in particolare, sulla banda larga. Ma ne è anche responsabile il continuo ricorso alle gare al massimo ribasso degli operatori telefonici, Telecom in primis.”

“L’Italia conferma il costante arretramento nella classifica dei paesi Ocse per investimenti nella rete in fibra ottica di nuova generazione, attestandosi agli ultimi posti. Il nostro Paese rischia d’essere sanzionato dall’Unione Europea per i mancati investimenti nello sviluppo della rete di nuova generazione. Questa arretratezza è dovuta al divario tecnologico (digital divide) che determina condizioni negative sempre più pesanti sull’insieme dell’economia, dello sviluppo tecnologico, industriale e civile del Paese. La stessa Agenzia garante delle telecomunicazioni (AgCom), nel consiglio effettuato ieri 29 novembre, ha richiamato la Telecom agli impegni assunti nello sviluppo della rete e non realizzati.”

“AgCom porta la pesante responsabilità di non obbligare Telecom a rispettare le finalità del canone telefonico versato dagli abbonati nelle casse di Telecom. Il principale gestore, che opera in un regime di para monopolio della rete, non investe né nello sviluppo, né su un'adeguata manutenzione della rete. Gli oltre 5 miliardi di entrate del canone sono in gran parte dirottate a capitoli di spesa finanziari della Società, contrariamente alla destinazione originaria che dovrebbe essere collegata anche alla manutenzione e sviluppo della rete stessa.”

“La Telecom continua ad avere il miglior Edibta del settore a livello europeo, segno che i risultati del valore della produzione, del lavoro, dei prezzi della telefonia sono in un equilibrio più che positivo. Fa da contraltare un debito stratosferico di oltre 35 miliardi di euro, frutto di un sciacallaggio attuato dai diversi manager susseguitisi alla guida della Società che non solo non hanno investito in una nuova rete, ma nemmeno nella manutenzione di quella esistente.”

“Tale situazione ha prodotto gravi danni alla rete fissa esistente e non ha permesso lo sviluppo delle nuove tecnologie. Rete che, non più manutenuta secondo standard accettabili, ha subìto un degrado ormai al limiti del collasso.”

“Nel quadro di degrado complessivo, si sono inseriti fenomeni diffusi di illegalità e di lavoro nero, presenti soprattutto nella filiera di appalti e subappalti che intervengono sulla rete.”

“Una sciagurata politica dei prezzi con gare al massimo ribasso applicato alle primarie imprese delle istallazioni telefoniche (molto spesso con una politica disinvolta di Telecom persino direttamente nei confronti delle imprese di subappalto) ha visto un ricorso massiccio, ormai ultradecennale, all’uso degli ammortizzatori sociali (Cassa integrazione straordinaria, Cassa in deroga, mobilità), utilizzati come elemento di calmierazione dei bilanci delle società d’appalto e per la creazione di un bacino di lavoratori spesso rioccupati in nero nello stesso settore per le stesse attività. Di fatto, si tratta di una sorta di aiuti di Stato indiretti, senza i quali i prezzi raggiunti sulle singole commesse non sarebbero forse possibili.”

“Tale politica ha determinato una caduta dell’insieme del settore che ha portato alla crisi di diverse importanti società del settore: Sirti, Ciet impianti, Mazzoni, Alpitel, Icot, ecc.; crisi che, in diversi casi, rischia di essere non reversibile, con i conseguenti effetti drammatici sui lavoratori. Si aggiunga la miriade di imprese del subappalto, fallite o in grave crisi, che subiscono in modo ancor più violento le conseguenze della contrazione dei prezzi e dei ritardi nei pagamenti.”

“L'Assemblea nazionale giudica grave che alcune aziende stiano pensando di cambiare Contratto collettivo nazionale di lavoro, alla ricerca di nuove e più vantaggiose condizioni in contratti diversi da quello metalmeccanico; tema, questo, che coinvolge direttamente la Confederazione e che necessita di essere affrontato al fine di contrastare tale fenomeno e di evitare una spirale di dumping contrattuale a tutto favore delle imprese e a danno dei lavoratori.”

“L'Assemblea nazionale considera necessario costruire, insieme a Fim e Uilm, un confronto urgente con Assistal e con le imprese del settore, allo scopo di definire un'intesa su una regolamentazione dell'appalto tesa a impedire la concorrenza sleale tra imprese fondata sull'illegalità contrattuale, retributiva, contributiva che si scarica sulle condizioni dei lavoratori. In questo senso, è altresì necessario introdurre una “clausola sociale” che salvaguardi l'occupazione nei casi di cambio assegnazione appalti.”

“Allo stesso modo, come è necessario costruire un tavolo di confronto comune sulle politiche delle gare al massimo ribasso, ormai non più sostenibili, tra le imprese del settore e Telecom insieme alle categorie sindacali delle telecomunicazioni e dei metalmeccanici. A tal fine, saranno programmati ulteriori appuntamenti con il sindacato lavoratori delle Comunicazioni.”

“L'Assemblea nazionale ritiene, infine, che sia necessario riprendere con urgenza un terreno vertenziale nei confronti del Governo e delle Regioni per gli investimenti nel settore delle telecomunicazioni e, in particolare, per la realizzazione di un piano nazionale per una rete a banda larga di seconda generazione. La Fiom richiederà all’AgCom e al Governo un intervento straordinario di manutenzione della rete tradizionale per dare la necessaria continuità funzionale alla rete stessa.”
 

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
 

Roma, 30 novembre 2010