COMUNICATO STAMPA

 

Fiat/2. Rinaldini (Fiom): “Diciamo no alla marginalizzazione dell’Italia rispetto ai nuovi assetti che la Fiat si sta dando nel mondo e alla chiusura di qualsiasi stabilimento”

“La Fiat dice che, in Italia, intende passare da una produzione di 600mila autovetture all’anno a quella di 900mila. Il Governo e i grandi giornali fanno finta di credere che questo significhi che la Fiat intenda aumentare la sua produzione annua di auto del 50%. Ma non è vero, perché già prima della crisi la Fiat produceva 900mila autovetture all’anno. Per la Fiat, quindi, proporsi di fabbricare 900mila auto non significa porsi un obiettivo di sviluppo ma solo quello di tornare ai livelli pre-crisi. Livelli che, peraltro, secondo noi erano già insufficienti.” Lo ha detto stamani a Torino Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil, parlando al presidio sindacale in corso in via Nizza davanti al Lingotto.

“Il fatto - ha proseguito Rinaldini - è che da sempre i Governi italiani hanno garantito alla Fiat il monopolio del settore auto nel nostro Paese. Il risultato di questo prolungato monopolio produttivo è che più del 60% del mercato italiano dell’auto è coperto da marche straniere. Infatti, siamo un paese che ha una famosa casa produttrice di autovetture e che, nello stesso tempo, è un importatore netto di auto.”

“Ciò nonostante - ha affermato Rinaldini - oggi ci troviamo di fronte a un‘evidente processo di marginalizzazione del nostro Paese rispetto al nuovo assetto che la Fiat si sta dando nel mondo. Il baricentro del Gruppo si sposta infatti verso gli Stati Uniti e, comunque, fuori dall’Europa sia da un punto di visto quantitativo che qualitativo. Tant’è vero che, per quanto sappiamo, i programmi di sviluppo dell’innovazione saranno realizzati fuori dai confini del nostro Paese.”

“A ciò si aggiunga - ha osservato Rinaldini - che la famiglia Agnelli, attraverso Exxor si muove come se già ci trovassimo nel dopo-scorporo, espandendosi in settori non manifatturieri e, comunque, diversi dall’auto.”

“Di fronte a questi processi di marginalizzazione - ha scandito Rinaldini - noi diciamo che non siamo d’accordo e, in particolare, che non siamo disponibili ad accettare la chiusura di qualsiasi stabilimento.”


Fiom-Cgil/Ufficio Stampa


Roma, 21 aprile 2010