COMUNICATO STAMPA
Nortel. Spezia (Fiom): “E’ inaccettabile che Ernst & Young se ne infischi delle leggi italiane.” Dopo il mancato accordo, pronte le azioni legali contro i licenziamenti
“E’ inaccettabile il fatto che l’Italia sia considerata un Paese a sovranità limitata e che società come Ernst & Young se ne infischino delle leggi e delle Istituzioni del nostro Paese. Il caso Nortel, se si riproducesse, renderebbe ancora più drammatica una situazione di crisi ormai devastante.” Lo ha dichiarato Laura Spezia, segretario nazionale della Fiom Cgil, al termine dell’incontro, che si è svolto a Roma presso il ministero del Lavoro, ove la trattativa sui licenziamenti della Nortel è finita con un mancato accordo.
“La Ernst & Young, che sta amministrando la Nortel a livello globale, si è rifiutata – ha dichiarato Spezia – di sospendere il licenziamento di 38 lavoratori e non ha voluto intraprendere alcuna trattativa su strumenti alternativi, come la Cassa integrazione, che avrebbero potuto evitare il peggio. Il 22 settembre, il ministero dello Sviluppo Economico aveva convocato le parti, ma l’Azienda non si era presentata, adducendo come motivazione il fatto che tutti i rami d’azienda di Nortel sono stati messi in vendita e, quindi, che il Ministero si sarebbe dovuto rivolgere ai compratori e non a Ernst & Young. Il Dicastero, in una nota, aveva invitato l’Azienda a sospendere i licenziamenti per avviare una discussione di merito su queste decisioni, dando la possibilità al sindacato di trovare soluzioni alternative che consentissero di salvare il maggior numero di lavoratori possibile, evitando anche il disperdersi di professionalità qualificate. Ieri, purtroppo, tale invito è stato ignorato, così come quello del ministero del Lavoro di utilizzare la Cassa integrazione straordinaria. La trattativa si è conclusa quindi con un mancato accordo.”
“Nei prossimi giorni, all’arrivo delle lettere di licenziamento, il sindacato e i lavoratori – ha concluso Spezia – sono pronti ad intentare delle cause e ad impugnare i licenziamenti. La Ernst & Young inoltre, avvalendosi di una procedura di protezione del credito che si basa su una legge inglese, non intende dare ai lavoratori il Tfr che gli spetta nei tempi previsti dalla legge italiana. In base a tale decisione, c’è il rischio concreto che i lavoratori, considerati alla stregua di tutti gli altri creditori, potrebbero vedere il loro Tfr solo alla fine della procedura, che probabilmente andrà avanti per tutto il 2010. Anche su questo il sindacato intende intraprendere una battaglia legale.”
Il 22 settembre è stato presentato a Milano un ricorso ex art. 28 per attività antisindacale, visto che l’Azienda non avrebbe fornito ai sindacati le informazioni necessarie affinché gli fosse consentito di svolgere appieno il loro ruolo di tutela dei lavoratori.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 24 settembre 2009