COMUNICATO STAMPA |
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Fincantieri. Rinaldini (Fiom): “Il Giornale ha raccontato ai suoi lettori un referendum che non c’è mai stato. In realtà, siamo noi a chiedere che venga effettuato” Il Segretario generale della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
“Il quotidiano Il Giornale di domenica 3 maggio ha raccontato ai suoi lettori che alla Fincantieri si sarebbe svolto un referendum sull’accordo separato firmato con l’Azienda da Fim e Uilm. Sempre secondo Il Giornale, a questo referendum avrebbe partecipato l’83% degli aventi diritto e il 68% dei votanti si sarebbe espresso a favore dell’accordo. Secondo lo stesso quotidiano, nonostante tutto ciò, i militanti della Fiom, definiti “pirati”, avrebbero bloccato i cantieri del Gruppo, mettendo a rischio il futuro dell’impresa.” “Si tratta, evidentemente, di un insieme di bugie prive di qualsiasi fondamento che testimoniano, innanzitutto, della mancanza di rispetto che Il Giornale ha per i propri lettori e, inoltre, del livore che gli ispiratori di un simile fantasioso pseudo reportage hanno non solo nei confronti della Fiom, ma di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che non accettano di chinare la testa.” “In realtà, come è noto, in Fincantieri non c’è stato nessun referendum tra i lavoratori, ma solo una consultazione degli iscritti alla Fim-Cisl. Al contrario, la maggioranza assoluta dei componenti la Rappresentanza sindacale unitaria si è dichiarata contraria all’accordo separato.” “La Fiom, che non ha firmato l’accordo, chiede quindi che, così come avvenuto in altre aziende in casi analoghi, anche in Fincantieri venga indetto un referendum tra tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, con l’impegno delle Organizzazioni Sindacali a considerarne l’esito vincolante per i loro comportamenti.” “La Fincantieri si è assunta la responsabilità di firmare e legittimare un accordo separato al di fuori di tutte le regole esistenti sulla validazione della contrattazione aziendale.” “Le lavoratrici e i lavoratori di Fincantieri hanno scioperato, quindi, non solo contro un accordo separato e i suoi contenuti negativi, ma per affermare un elementare diritto democratico e, oserei dire, per affermare una dignità personale che non accetta soprusi.”
Roma, 4 maggio 2009 |