COMUNICATO STAMPA

 

Fincantieri. Fiom: “Anche nelle assemblee di Fim e Uilm i lavoratori bocciano l’accordo”

Il Coordinamento nazionale Fiom-Cgil del gruppo Fincantieri ha diffuso oggi la seguente nota.


 

“Si sono svolte in diversi cantieri del gruppo, in particolare a Riva Trigoso, a Sestri Ponente, al Muggiano, a Monfalcone, assemblee indette insieme dalla Fim e dalla Uilm per illustrare i contenuti dell’accordo separato del 1° aprile. Ma queste assemblee per Fim e Uilm hanno registrato una sonora bocciatura dell’intesa che veniva presentata.”

“Alle assemblee retribuite c’è stata un’altissima partecipazione. Invece, nelle assemblee convocate da Fim e Uilm con sciopero, come a Sestri Ponente, la presenza è stata scarsissima, a differenza di quelle svolte pochi giorni prima dalla Fiom.”

“In tutti i cantieri dove si sono presentate la Fim e la Uilm hanno subito dure critiche e contestazioni da parte dei lavoratori sia sul merito dell’accordo, sia sul fatto che queste organizzazioni hanno impedito il referendum e finora non hanno neanche riconosciuto il pronunciamento della maggioranza assoluta delle Rsu del gruppo.”

“E’ significativo che le contestazioni sono state mosse da tanti lavoratori iscritti a Fim e a Uilm, prima ancora che da iscritti alla Fiom. In alcune assemblee iscritti Fim hanno presentato degli ordini del giorno con la richiesta del referendum, ma la Fim e la Uilm si sono rifiutate sia di metterli ai voti che di assumerli.”

“In particolare nell’assemblea del cantiere più grande, quella di Monfalcone, la contestazione all’accordo è stata fermissima. Al punto che alla fine tutti i lavoratori assieme hanno abbandonato l’assemblea, dopo che non avevano avuto risposte adeguate alle loro domande da parte di Fim e Uilm.”

“Il punto più contestato dell’accordo separato è quello del salario. I lavoratori chiedono che venga spiegato che cosa debbono fare per poter raggiungere i 1.500 euro del premio di efficienza. Ma a questa domanda per Fim e Uilm è impossibile rispondere dato che neanche la Fincantieri al tavolo della trattativa ha saputo dare una risposta. E’ stato molto contestato anche il tentativo di Fim e Uilm di far passare il pagamento degli arretrati della vecchia produttività come se fosse una “una tantum” di cui per la prima volta nella storia del gruppo non c’è alcuna traccia.”

“Inoltre Fim e Uilm vengono criticate per aver subito l’ultimatum dell’Azienda, “prendere o lasciare”: se aveste tenuta aperta la trattativa si poteva ottenere di più.”

“Anche dalle assemblee convocate da Fim e Uilm per raccogliere qualche consenso all’accordo separato emerge dunque una sonora bocciatura. Anche questo sta a dimostrare che quando la Fiom dice che bisogna tenere aperta la vertenza, riaprire la trattativa ed ottenere un accordo accettabile non esprime una velleità, ma un bisogno concreto e condiviso dalle lavoratrici e dai lavoratori del gruppo.”

Il Segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi, ha così commentato: “A questo punto sarebbe necessario che Fim e Uilm prendessero atto della realtà. Il loro accordo non passa nemmeno nelle loro assemblee. Il dissenso dei lavoratori è totale. Chiediamo a Fim e Uilm una scelta di consapevole coraggio: ritirate la firma e tornate con noi a chiedere la riapertura del tavolo. L’accordo è infatti non solo formalmente, ma sostanzialmente privo di qualsiasi legittimazione e consenso.”

 

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
 

Roma, 16 aprile 2009