COMUNICATO STAMPA |
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Indesit. Fim, Fiom, Uilm: oggi a Torino 2mila lavoratori contro la chiusura dello stabilimento di None. Sciopero di 8 ore in tutto il Gruppo
Le Segreterie nazionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil hanno diffuso oggi il seguente comunicato. “Oggi i lavoratori del gruppo Indesit e quelli delle imprese dell’indotto hanno sfilato per le vie di Torino contro la chiusura dello stabilimento di None.” “Il corteo, partito davanti all’Unione degli industriali di Torino e arrivato davanti alla sede della Regione Piemonte, a piazza Castello, ha visto la partecipazione di più di 2 mila lavoratori provenienti dai sette stabilimenti del gruppo e dalle aziende dell’indotto site nel Pinerolese. La protesta di oggi - indetta da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil - era stata decisa a seguito della comunicazione da parte dell’Azienda che, il 5 marzo, ha annunciato l’intenzione di chiudere lo stabilimento di None (Torino), che produce lavastoviglie ed occupa più di 600 dipendenti - ai quali si aggiungono un migliaio di lavoratori nelle aziende dell’indotto - e di concentrare la produzione di lavastoviglie nello stabilimento del gruppo in Polonia.” “Gli interventi sono stati aperti dal segretario della Uilm di Torino, Dario Basso. La parola è passata poi ai delegati degli stabilimenti italiani, mentre le conclusioni sono state affidate al segretario nazionale della Fim, Anna Trovò.” “Presenti al corteo Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom-Cgil, i sindaci delle città in cui è presente la Indesit, vari esponenti politici, il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, e il presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso. Chiamparino, che ha preso la parola, ha annunciato il sostegno alle organizzazioni sindacali nella richiesta di mantenere le attività produttive dello stabilimento piemontese.” “I sindacati hanno confermato la loro assoluta contrarietà alla chiusura di None, giudicando ‘grave e pericoloso, per tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo, che la ricerca di competitività sia interpretata quale ricerca dei minori costi di produzione’. Da qui, la richiesta all’Azienda di tornare sulla decisione e di rendersi disponibile a riaprire il negoziato per mantenere l’attività industriale a None, anche nell’ambito di un’eventuale riorganizzazione. I sindacati chiedono inoltre precisi impegni di politica industriale e investimenti per confermare gli attuali assetti industriali ed occupazionali di tutti gli stabilimenti del Gruppo in Italia. È stata anche ribadita la richiesta di un incontro con il ministero dello Sviluppo Economico per fornire un chiaro quadro del confronto realizzato con l’Azienda e per interessarlo alla vertenza in corso.”
Roma, 20 marzo 2009 |