COMUNICATO STAMPA

 

Fincantieri/2. Cremaschi (Fiom): “L’eccezionale risultato degli scioperi di questi giorni respinge le posizioni aziendali e quelle della Confindustria”

 

Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile per la cantieristica navale, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.


 

“L’eccezionale mobilitazione dei lavoratori in tutto il gruppo Fincantieri e la loro partecipazione agli scioperi degli ultimi giorni rappresentano la più evidente smentita delle posizioni aziendali. Dopo che da oltre 12 mesi i lavoratori del Gruppo attendono il rinnovo del contratto integrativo, l’Azienda ha annullato la trattativa prevista per il 4 febbraio, come rappresaglia per gli scioperi in corso. Il risultato è stato quello di una partecipazione ancora più alta alle iniziative di lotta. Tutti i cantieri in tutta Italia si sono completamente fermati.”

“A questo punto è chiaro che l’Azienda deve uscire dal suo rifiuto pregiudiziale delle richieste sindacali e dal suo tentativo di imporre un meccanismo salario-produttività che esige tanto lavoro in più e non dà neppure risultati salariali certi.”

“Il comportamento della Fincantieri pare sempre più dettato dalla volontà di seguire le indicazioni politiche della Confindustria. Si dimostra così che tante apparenti disponibilità a favore della contrattazione aziendale, comprese quelle del recente accordo separato sul sistema contrattuale, sono solo delle chiacchiere strumentali. In un’Azienda che va bene, dove i lavoratori già faticano molto e dove ci sono ampi carichi di lavoro, la Direzione, piuttosto che aprire una seria trattativa, preferisce lo scontro per affermare la sua gestione unilaterale dell’organizzazione del lavoro.”

“Con gli scioperi di questi giorni, i lavoratori della Fincantieri hanno respinto le posizioni aziendali, dimostrando che esse non hanno alcun consenso e che, oltre che ingiuste, sono prive di fattibilità. Una seria trattativa non potrà che ripartire dal superamento delle pregiudiziali aziendali.”

 

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

 

Roma, 5 febbraio 2009