(Da: “Rassegna sindacale”, a. 53°, n. 31, 6-12 agosto 2009, pag. 3/settegiorni)

 

CONTRATTI/2. METALMECCANICI, IL SUCCESSO DELLA FIOM

“Il Contratto è mio e lo gestisco io”

di FERNANDO LIUZZI

La notizia può essere data in poche righe. In una conferenza stampa tenuta a Roma giovedì 30 luglio, il segretario generale della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini, ha annunciato che si è concluso il referendum promosso dall’organizzazione sulla piattaforma rivendicativa per il secondo biennio del Contratto dei metalmeccanici.

Questi i risultati: Aziende coinvolte: 8.330. Lavoratori presenti, in tali aziende, nei giorni della votazione: 695.545. Votanti: 413.720, pari al 59,48% dei presenti. Voti favorevoli alla piattaforma Fiom: 382.240, pari al 94,41% dei votanti. Voti contrari: 22.637 (5,59%).

Per raccontare tutto quello che c’è dentro a queste cifre, ci vorrebbe però almeno un ampio reportage. Che dovrebbe partire con una domanda: chi glielo ha fatto fare a quei 22.637 eroi ed eroine della democrazia sindacale di scomodarsi ad andare a votare “no” a una piattaforma che ha, sin dal suo nascere, un destino incerto?

Ecco, questo è il punto. Più che i “sì” e i “no”, certo rilevanti, conta la cifra totale dei partecipanti a un referendum che si è svolto a fine luglio, con aziende già chiuse per ferie e, come ha detto Rinaldini, “con mezza categoria in Cassa integrazione”. Una cifra totale che, innanzitutto è nettamente superiore a quella dei 358.853 iscritti alla Fiom. Se poi si tiene conto del fatto che una parte di questi iscritti sono lavoratori addetti a imprese artigiane, cooperative o del settore orafo-argentiero, non coinvolte dalla piattaforma né, quindi dal referendum, si ricava che gli iscritti Fiom partecipanti al voto sono certo meno di 350mila. Come minimo, tra i votanti ci sono almeno 60mila lavoratori non iscritti alla Fiom, e quindi iscritti ad altri sindacati o a nessun sindacato. Ma probabilmente anche di più: diciamo tra i 60mila e i 100mila.

E questo che cosa ci dice? Che tra i metalmeccanici l’abitudine a votare su piattaforme e accordi è ormai talmente radicata che la partecipazione a un referendum viene considerata un comportamento necessario anche nelle condizioni più difficili. La cosa che non è andata giù a migliaia di lavoratrici e di lavoratori metalmeccanici, non è tanto il contenuto della piattaforma separata presentata a Federmeccanica da Fim e Uilm, quanto l’avventurosa disdetta unilaterale del vigente Contratto effettuata dalle due organizzazioni con due anni e mezzo di anticipo sulla sua naturale scadenza. Il messaggio che viene dal voto referendario può essere quindi così riassunto: “il Contratto è mio e lo gestisco io”.