COMUNICATO STAMPA |
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ThyssenKrupp/1. Cremaschi (Fiom): “Accompagnare il ricordo e il dolore per i 7 morti del dicembre 2007 con l’impegno e l’iniziativa”. Aperta a Torino l’Assemblea degli Rls
Antonio Schiavone. Roberto Scola. Angelo Laurino. Bruno Santino. Rocco Marzo. Giuseppe Demasi. Rosario Rodinò. Sono questi i nomi dei 7 lavoratori della ThyssenKrupp di Torino deceduti a causa delle ustioni mortali subite nel corso dell’incendio scoppiato, all’interno dello stabilimento, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007. “Vogliamo ricordare i morti della Thyssen con una scelta precisa: quella di accompagnare il ricordo e il dolore con l’impegno e l’iniziativa. Per questo abbiamo voluto convocare qui gli Rls della Fiom e, in particolare, i rappresentanti delle aziende ove in quest’ultimo anno, dopo la Thyssen, altri lavoratori sono morti. Perché la realtà è che se la Thyssen è stata una tragedia da cui possono uscire degli insegnamenti e delle misure che finalmente fermino la strage di lavoratori, è anche vero che questa strage continua.” Lo ha detto Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom e responsabile per la Salute ambiente e sicurezza, nella relazione introduttiva all’Assemblea nazionale straordinaria dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza organizzata dalla Fiom e in corso a Torino, presso la Camera del Lavoro Cgil sita al numero 5 di via Pedrotti. Nel corso del 2008, secondo i dati rilevati dalla Fiom, sono già 80 i lavoratori metalmeccanici periti a causa di incidenti avvenuti nelle imprese del settore. Dopo aver ricordato che la Fiom sostiene la campagna lanciata dalla associazione Articolo 21 che propone di non usare più per le morti sul lavoro il termine “morti bianche”, Cremaschi ha affermato che “le morti sul lavoro sono sempre omicidi”. “Ci sono pratiche aziendali gravi – ha affermato Cremaschi – che mettono la vita dei lavoratori in costante pericolo. E queste, se provate, vanno punite come reati gravissimi. Noi crediamo nella funzione preventiva del rigore della legge, anche perché sappiamo perfettamente che, al contrario, l’impunità diffusa è un modo per incentivare il non rispetto delle norme. Per questo consideriamo gravissimo che la Confindustria prema su un Governo compiacente per rimettere in discussione il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, la legge 81, con ben 46 richieste di modifica che, se attuate, lo renderebbero carta straccia. Il Governo a sua volta sta boicottando la Legge, non emanando le circolari applicative necessarie e sollecitando tutti gli ostacoli alla sua applicazione, indebolendo ancor di più le attività ispettive.” “Il titolo del nostro incontro, La Fiom parte civile – ha sottolineato Cremaschi – vuol dire che sicuramente è indispensabile agire con la prevenzione, la contrattazione, il confronto ma che quando avvengono gli omicidi, quando la vita viene cancellata nell’organizzazione del lavoro, la contrattazione, la prevenzione, il confronto non sono stati messi in condizione di agire. Ed è per questo che il sindacato deve costituirsi parte civile, perché in questo modo chiediamo il riconoscimento del danno profondo, quello di non aver potuto esercitare fino in fondo il nostro ruolo, la nostra funzione a difesa della salute di chi lavora.” “Per queste ragioni – ha scandito Cremaschi – la Fiom ha deciso di coordinare, in tutto il territorio nazionale, la propria costituzione come parte civile, ovunque vi siano stati morti sul lavoro, in tutti i procedimenti penali, sia in quelli aperti, sia in quelli che devono essere ancora avviati.”
La sintesi della Relazione introduttiva di Giorgio Cremaschi Fiom-Cgil/Ufficio stampa
Torino, 5 dicembre 2008 |