COMUNICATO STAMPA

 

Salute e sicurezza. Cremaschi e Bardi (Fiom): “Dopo l’ennesimo incidente mortale a Taranto, siano chiamati a giudizio anche i responsabili Ilva rispetto alla catena degli appalti”

 

Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile dell’ufficio Salute e sicurezza, e Vittorio Bardi, coordinatore nazionale siderurgia della stessa Fiom, hanno diffuso oggi la seguente dichiarazione.


 

“Proprio mentre si apriva a Torino il processo per la strage alla Thyssenkrupp, all’Ilva di Taranto moriva tragicamente un lavoratore di un’azienda di appalto. Non ci sono più parole per denunciare la strage che continua nei luoghi di lavoro. Aldilà delle chiacchiere e dei buoni propositi, si continua a lavorare con modalità che distruggono la vita delle persone.”

“A questo punto possiamo solo chiedere che i responsabili dell’Ilva rispetto alla catena degli appalti, a tutti i livelli, fino a quelli massimi, siano chiamati a giudizio dalla Magistratura.”

“Una lunga catena di morti e infortuni gravissimi costella l’attività dello stabilimento di Taranto. Ora basta. La Fiom non solo si costituirà parte civile contro l’Ilva, ma chiederà alla Magistratura di procedere con gli stessi criteri con cui si sta procedendo a Torino: chi guida l’Azienda è responsabile di quanto accade al suo interno, anche degli omicidi bianchi.”

“Il nuovo tragico, inaccettabile tributo di sangue, versato da un lavoratore a Taranto, esige un’azione esemplare delle Istituzioni e della Magistratura.”


 

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa


Roma, 1° luglio 2008