COMUNICATO STAMPA

 

Sicurezza sul lavoro. Cremaschi (Fiom): “Il rapporto dell’Anmil smentisce i facili ottimismi della Confindustria e delle imprese sulla salute e la sicurezza sul lavoro: anche qui l’Italia è fuori dall’Europa”

Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil e responsabile dell’Ufficio Salute e sicurezza, ha così commentato il Secondo rapporto della Anmil sulla tutela delle vittime del lavoro.

 

“Il Secondo rapporto dell’Associazione dei mutilati e invalidi del lavoro smentisce le attenuazioni e i facili ottimismi che anche dopo la tragedia della ThyssenKrupp sono venuti dal mondo delle imprese. L’Italia è in coda all’Europa per la salute e la sicurezza nel lavoro. Mentre dal 1995 al 2004, negli anni della grande innovazione tecnologica, in Europa gli infortuni calavano mediamente del 30%, in Italia calavano solo del 25%. La Germania e la Spagna poi avevano una dinamica ancora migliore. Per cui se nel 1995 in Germania morivano 200 persone in più all’anno che in Italia, oggi, con una forza lavoro molto superiore alla nostra ne muoiono da 400 a 500 in meno all’anno. Anche il numero complessivo degli infortuni gravi, un milione all’anno, mette l’Italia ai confini dell’Europa. Se poi a questo si aggiunge il dilagare del lavoro nero e degli infortuni non denunciati, si raggiunge una dimensione da tragedia nazionale.”

“La stessa associazione denuncia poi che questa situazione dell’Italia è dovuta a un effetto perverso, innervato nel modo stesso di produzione. E’ ciò che da tempo denunciamo rispetto alle condizioni di lavoro: la precarietà, i ritmi, l’assoluta trascuratezza verso le norme di sicurezza e l’imposizione di carichi di lavoro insopportabili, sono la causa della strage sul lavoro.”

“Vengono così smentiti i facili ottimismi della Confindustria e del sistema delle imprese e si chiarisce ancora una volta che senza un intervento globale sull’organizzazione del lavoro, senza cambiare il rapporto tra lavoratore e impresa, la strage e l’attacco alla salute continueranno.”

“Emerge infine dal rapporto il disastro delle istituzioni pubbliche, a cui con molta fatica si è cominciato a mettere mano. Secondo l’Anmil se le attività ispettive oggi avessero l’obiettivo di controllare tutte le aziende, impiegherebbero 23 anni per realizzarlo. La tutela della salute riguarda prima di tutto lo Stato e le sue istituzioni. La prevenzione si fa anche garantendo la certezza del diritto e impedendo l’impunità per chi mette in discussione la salute e la vita delle persone.”

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

 

Roma, 4 febbraio 2008