COMUNICATO STAMPA

      

Metalmeccanici/2. Salario, orario, e diritti al centro della lotta contrattuale dei lavoratori dipendenti dalle imprese artigiane

“Tutti i giornali riportano oggi i dati di una ricerca secondo cui i salari in Italia sono cresciuti meno di quelli dei principali Paesi europei. Ebbene, se già c’è un divario tra le retribuzioni dei lavoratori italiani dipendenti dalle imprese del settore industriale e quelli dei loro colleghi europei, va detto che i salari dei dipendenti dalle imprese artigiane sono ancora più bassi.” Lo ha detto Maurizio Landini, intervenendo a nome delle segreterie nazionali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil nel corso del presidio che si è svolto oggi a Bologna, presso la sede Cna dell’Emilia-Romagna, in occasione dello sciopero nazionale di otto ore dei lavoratori metalmeccanici dipendenti dalle imprese artigiane.

“In questi anni - ha affermato Landini, segretario nazionale Fiom - il mancato rinnovo del Contratto dei lavoratori artigiani ha provocato una perdita nei loro salari di circa 200 euro medi. Una perdita inaccettabile e ingiustificata, specie adesso che anche nel settore artigiano si notano degli elementi di ripresa, così come avviene del resto nei diversi comparti dell’industria metalmeccanica.”

“Il salario, come sempre, è una delle questioni più sentite dai lavoratori delle imprese artigiane - ha affermato ancora Landini - ma non è l’unico punto in discussione in questo rinnovo contrattuale.” Dopo aver sottolineato che l’ultimo rinnovo normativo del Contratto delle imprese artigiane è avvenuto nel 1997, Landini, ha affermato: “Oltre al divario salariale, in questi anni di mancato rinnovo del Contratto nazionale si sono accumulate importanti questioni normative. Ciò nonostante, nella trattativa attualmente in corso, iniziata nel settembre 2006, le imprese artigiane non hanno mostrato una seria volontà di negoziare. E ciò è tanto più incomprensibile se si pensa che il rinnovo del Contratto non è solo un diritto dei lavoratori, ma costituisce un elemento utile e anzi necessario anche per le imprese.”

Per ciò che riguarda le principali questioni normative che sono al centro di questo rinnovo contrattuale, Landini ha respinto la proposta delle imprese di modificare quanto previsto dal vecchio Contratto in materia di orario di lavoro, cancellando la definizione di orario normale basato su 8 ore giornaliere e 40 ore settimanali. Landini ha infatti osservato che il Contratto artigiani già prevede per le imprese la possibilità di utilizzare, previo negoziato, fino a un massimo di 120 ore annue di flessibilità.

Landini ha infine ricordato che apprendistato, malattia, e diritto di assemblea sono altre questioni importanti in questo rinnovo contrattuale.

 

Uffici Stampa Fim, Fiom, Uilm

 

Roma, 30 marzo 2007