COMUNICATO STAMPA
Siderurgia. Cremaschi
(Fiom): “L’Ilva di Taranto è una fabbrica fuori legge. Responsabile
di tutto è Giorgio
Cremaschi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile per la
siderurgia, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione. “Non possiamo continuare a registrare omicidi bianchi all’Ilva. E’ chiaro che siamo di fronte a una fabbrica, la più grande fabbrica italiana, che opera al di fuori di quanto previsto dalla legge.” “Tutti gli incidenti, gli infortuni, le morti sul lavoro di questi mesi hanno cause che potevano essere tranquillamente rimosse se l’organizzazione del lavoro avesse rispettato rigorosamente quanto previsto dalle leggi e dalle norme sulla salute e sulla sicurezza. D’altra parte, il gruppo Ilva ha registrato l’anno scorso 1.200 miliardi di vecchie lire di utili, una cifra enorme con la quale si mette in sicurezza metà dell’industria del paese. Siamo quindi a una responsabilità gravissima dell’Azienda fino ai suoi livelli più alti.” “Evidentemente, al di là delle dichiarazioni, non vengono date dal livello più alto dell’impresa le disposizioni adeguate a rendere tassativo il rispetto delle norme di legge. Del resto, da parte aziendale si continua a minimizzare la situazione sostenendo che il tasso di infortuni all’Ilva è inferiore a quello registrato sulle strade. L’Azienda continua a condurre campagne antisindacali, anche dopo la morte di ieri, minimizzando un’adesione allo sciopero odierno che è stata invece imponente.” “I lavoratori e i sindacati stanno facendo tutto quanto è nelle loro possibilità per impedire la strage sul lavoro. Scioperi come quello di oggi, quello che si terrà assieme a tutti gli altri siderurgici l’8 novembre, l’apertura di una vertenza nazionale da parte di Fim, Fiom, Uilm sulla sicurezza del lavoro in siderurgia sono segni di un impegno senza precedenti per il sindacato. Ora però devono intervenire le Istituzioni. Tutte le Istituzioni.” “Chiediamo
che ci sia un intervento complessivo e coordinato per mettere in sicurezza
l’Ilva e per indurre Fiom-Cgil/Ufficio
stampa
Roma,
28 ottobre 2004 |