Contratto
metalmeccanici. Rinaldini (Fiom): “La trattativa è bloccata. Il 17 maggio
si riunirà l’Assemblea dei
500”
“Non
c’è nulla di nuovo dal primo incontro del 24 febbraio a oggi: la trattativa
per il Contratto dei metalmeccanici è totalmente bloccata.” Lo ha detto
Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil, ai giornalisti presenti
al termine del terzo incontro che i sindacati di categoria hanno avuto con
Federmeccanica, a Roma, sul secondo biennio economico del contratto.
“L’unica
novità, se così possiamo chiamarla, è che adesso conosciamo la data del
prossimo appuntamento: 16 maggio. Nulla ci dice, però, che per quel giorno la
situazione potrà sbloccarsi. Assieme a Fim e Uilm, abbiamo quindi convocato
per il giorno dopo, martedì 17 maggio, la prima riunione dell’Assemblea dei
500, assemblea il cui compito è quello di seguire la vertenza contrattuale. E
aggiungo che
la Segreteria
unitaria Fim, Fiom, Uilm si accinge a definire quali iniziative proporrà di
assumere all’Assemblea del 17 maggio.”
“Quel
che è certo, è che ci troviamo di fronte a una distanza enorme tra la
percezione diffusa tra i lavoratori, circa l’evidente perdita del potere di
acquisto delle loro retribuzioni, e i dati sfornati da Federmeccanica. Alle
nostre rivendicazioni Federmeccanica risponde agitando la bandiera delle
regole al cui rispetto noi ci saremmo sottratti. La verità è che, come tutti
sanno, l’inflazione programmata non costituisce più un punto di riferimento
comune utilizzabile per la misura della crescita dei prezzi. E ciò per due
motivi. Primo, perchè il Governo ha fissato l’inflazione programmata a un
livello talmente più basso dell’inflazione attesa da privarla di ogni
significato. Secondo, perchè tale livello è stato definito unilateralmente
dal Governo e non costituisce quindi più un parametro condiviso.”
“Ciò
detto, ribadisco che struttura contrattuale cui fa riferimento la piattaforma
Fim, Fiom, Uilm è quella del 23 luglio 1993. Non c’è quindi una questione
formale, ovvero una questione di regole che, come dice Federmeccanica, non
verrebbero da noi rispettate. Il problema è sostanziale. In poche parole, è
Federmeccanica che deve rendersi conto che non può continuare a offrirci
aumenti del salario nominale inferiori alla metà di quanto da noi
unitariamente richiesto per il biennio 2005-
2006.”