COMUNICATO  STAMPA

 

Finmeccanica. Cremaschi (Fiom): “Il controllo di Alcatel su Alenia Spazio è un danno per il  nostro Paese. Necessarie forti garanzie istituzionali sul futuro dell’industria spaziale”

 

Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil e responsabile per il settore aerospaziale, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.

 

L’accordo tra Finmeccanica e Alcatel segna un nuovo passo negativo rispetto all’autonomia industriale del Paese. Alcatel, con il 67% del nuovo gruppo Alcatel-Alenia Space (7.200 lavoratori), acquisisce nei fatti il pieno controllo di Alenia Spazio. Tutta la manifattura e la progettazione satellitare, con i loro 2.200 dipendenti, finiscono così sotto il controllo francese. Il fatto che Finmeccanica acquisisca il controllo di Telespazio, raggruppando così le attività di servizio satellitare fra italiani e francesi (con 1.400 dipendenti), non equilibra la perdita sul terreno della produzione satellitare. Né valgono a rassicurare le dichiarazioni sulla governance unitaria della joint venture.

Queste misure, finora, non hanno mai funzionato ed è difficile credere che funzionino ora. Pochi giorni fa, si è fatta molta enfasi sul fatto che importanti apparati di satelliti e infrastrutture spaziali fossero prodotti dall’industria italiana. Ora essi saranno prodotti da una società a controllo francese. Ancora una volta l’Italia perde, in un settore ad altissima tecnologia, la propria autonomia e identità industriale.

La responsabilità di tutto ciò non è solo dell’Azienda, ma soprattutto dell’assenza di politiche industriali da parte del Governo, di un intervento forte dal lato della domanda, per cui alla fine sono valse solo logiche di bilancio e di investimento aziendalistiche.

L’esperienza di tutti gli interventi delle multinazionali nel nostro Paese è negativa. Ci siamo dovuti sinora confrontare con imprese che, dopo le prime iniziali promesse, e una volta acquisito il controllo delle società interessate, assorbono tutti gli elementi di qualità e di innovazione e trasformano gli stabilimenti italiani in puro decentramento.

Per Alenia Spazio, a questo punto, è necessario ottenere garanzie ben diverse da quelle che hanno caratterizzato passati accordi. Occorre un impegno della nuova proprietà a garantire ricerca, identità produttiva, marchio, agli stabilimenti italiani. Non bastano certo le solite garanzie sull’occupazione, ma occorre un impegno formale a considerare gli stabilimenti italiani non reparti, ma un autonomo soggetto del gruppo. Per questo, è necessario che il confronto sindacale sul futuro di Alenia Spazio si svolga anche in sede politica e istituzionale, chiamando finalmente il Governo ad assumersi le responsabilità per la tutela di un settore strategico per l’industria e per la ricerca nel nostro Paese.

Misure di questo tipo non rappresentano certo una soluzione del problema. Con la cessione del controllo di Alenia Spazio ad Alcatel, il danno industriale e d’immagine al nostro Paese è comunque fatto. Ora si tratta, però, di darsi da fare per impedire che gli ultimi buoi fuggano dalle stalle e per difendere quella cultura e quella capacità produttiva dell’industria spaziale che finora sono state una caratteristica positiva del sistema Italia.

 

                                                                                                          Fiom-Cgil/Ufficio stampa

 

Roma, 28 gennaio 2005