COMUNICATO  STAMPA

 

Alcoa. Breda (Fiom): “Il problema delle tariffe energetiche non può essere slegato dagli impegni che anche l’Azienda deve assumere”. Preoccupazione per i 2.700 posti a rischio

 

“La lettera del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta del 15 febbraio, che fa riferimento alle problematiche dell’energia e cita il caso dello stabilimento Alcoa di Fusina (Venezia), aumenta le preoccupazioni sulla possibile continuità dell’attività industriale svolta in Italia dalla multinazionale dell’alluminio.”

“Il sottosegretario Letta, infatti, annuncia la predisposizione di un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sottoposto a preventiva valutazione della Commissione Europea, sul tema dei costi dell’energia; allo stesso tempo, mettendo le mani avanti, dichiara però che “se non ci saranno resistenze insuperabili verrà esaminato e eventualmente recepita” la possibilità di inserire la Fonderia di alluminio di Fusina. Il Sottosegretario sposta, così, sulla Commissione Europea una eventuale mancata soluzione delle problematiche energetiche che sono in gran parte frutto di un ritardo di programmazione da parte del Governo italiano. E ciò mentre altre nazioni hanno per tempo trovato soluzioni con piani tariffari sull’energia che tengono conto delle diverse specificità industriali, permettendo così la continuità anche delle produzioni di alluminio, un comparto in cui il costo dell’energia raggiunge il 35% dei costi di produzione.”

“D’altra parte, non basta ragionare di tariffe se non c’è un piano di investimenti e di rilancio industriale che Alcoa può e deve programmare. Si affaccia il sospetto che Alcoa punti ad avere per alcuni anni una proroga di fatto delle tariffe agevolate che scadono il 31 dicembre, così com’è stato in questi ultimi 10 anni, in attesa che siano completati i piani di investimento produttivi in altri paesi quali Islanda, Romania e Russia, per poi lasciare l’Italia.”

“Nell’incontro, tenutosi martedì 22 febbraio presso il ministero delle Attività Produttive, il sindacato ha invece ribadito la necessità che, alla discussione sulle tariffe, sia contestualmente agganciata una discussione sugli impegni di Alcoa, sia per ciò che riguarda la sua permanenza temporale in Italia, sia per ciò che riguarda lo sviluppo produttivo e occupazionale dei sui stabilimenti, senza distinzioni tra le diverse aree del nostro Paese.”

L’Alcoa, multinazionale americana leader nel mercato dell’alluminio, ha oltre 100 mila dipendenti nel mondo, di cui circa 2.700 lavorano in Italia in cinque stabilimenti collocati nel TriVeneto, nel Lazio e in Sardegna.

 

                                                                                                          Fiom-Cgil/Ufficio stampa

 

Roma, 25 febbraio 2005