COMUNICATO  STAMPA

 

Siderurgia. Cremaschi (Fiom): “L’Italia è un Paese in vendita. Occorre costruire una politica  industriale di settore”. Conclusa a Terni l’assemblea dei delegati Fim, Fiom, Uilm

 

“L’Italia è un Paese in vendita. Le imprese siderurgiche attive nel nostro Paese stanno facendo profitti consistenti. Tuttavia, proprio a causa del fatto che l’acciaio si trova, a livello mondiale, nella parte alta del suo ciclo economico, queste stesse imprese e le loro tecnologie avanzate sono oggetto dell’interesse delle multinazionali straniere.”

Lo ha detto Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil - concludendo a Terni i lavori dell’Assemblea nazionale dei delegati delle imprese siderurgiche di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil.

“Il fatto - ha proseguito Cremaschi -è che gran parte della nostra struttura industriale è debole, da un lato per motivi riconducibili alle imprese stesse, dall’altro, perchè dietro a questa struttura non c’è un sistema-paese capace di sostenerla.”

“E’ quindi necessario avviare una politica industriale - ha affermato Cremaschi -che sia capace di mettere dei paletti rispetto all’azione delle multinazionali. L’inquinamento ambientale è un costo per qualsiasi paese e anche le imprese che ne sono causa sono quindi chiamate, giustamente, a pagare almeno in parte questo costo. Ebbene, credo sia giunta l’ora di dire che esiste anche un inquinamento sociale. Anche i costi di questo tipo di inquinamento devono essere sostenuti dalle imprese che lo causano.”

“Quando il ciclo siderurgico si volgerà, come sempre accade, verso il basso - ha aggiunto Cremaschi - avremo bisogno di discutere attorno a un tavolo. Ma questo tavolo va costruito oggi. Il Governo deve fare la sua parte per metterlo in piedi e se non la farà dovremo assumere una specifica iniziativa di lotta.”

“Infine, per quanto riguarda la trattativa con la ThyssenKrupp che si riapre stasera a Terni - ha concluso Cremaschi – sappiamo che sarà sicuramente complicata e difficile. Noi torniamo a negoziare con l’intenzione di trovare un accordo ma anche con l’animo di chi non è disposto ad accettare un’intesa qualsiasi.”

 

                                                                                                          Fiom-Cgil/Ufficio stampa

 

Roma, 25 febbraio 2005