COMUNICATO  STAMPA

  

Legge antifumo. Fiom: per tutelare i diritti dei lavoratori rispetto all’applicazione della nuova normativa, è necessaria un’iniziativa sindacale in fabbrica

 

“La realizzazione di aree per fumatori”, anche se non costituisce un obbligo per il datore di lavoro, va considerata come “una soluzione da perseguire, anche con un impegno contrattuale”, ovvero attraverso specifici accordi aziendali.

Lo afferma una nota diffusa oggi dalla Fiom-Cgil; nota in cui si affrontano i problemi derivanti dall’applicazione, all’interno delle aziende metalmeccaniche, della cosiddetta legge Sirchia (legge 16 gennaio 2003, n.3, recante norme volte alla “tutela della salute dei non fumatori”, entrata in vigore il 10 gennaio scorso).

Con tale nota, la Fiom si propone di individuare le linee dell’iniziativa sindacale in azienda allo scopo di tutelare, da un lato, i lavoratori fumatori e, dall’altro i non fumatori, oltre a quelli che intendono smettere di fumare. In particolare, la Fiom invita le strutture sindacali nei luoghi di lavoro “a considerare la possibilità di concordare con le imprese e/o con le strutture pubbliche, sia regionali che locali (Asl, eccetera), percorsi di ‘disintossicazione’ senza costi a carico dei lavoratori, a cui gli stessi – se interessati – possano accedere per smettere di fumare”.

Dopo l’entrata in vigore della legge 3/2003, si pongono infatti problemi applicativi che riguardano, i nuovi doveri delle imprese e dei singoli lavoratori per ciò che riguarda il rispetto della normativa così introdotta. Scopo della nota Fiom è quello di far sì che tale applicazione garantisca al meglio i diritti individuali e collettivi di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori della categoria. Per perseguire tale scopo, è necessario che le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) - coadiuvate, rispetto a problemi specifici, dagli Rls (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) - assumano un ruolo attivo anche sul piano negoziale.

Il divieto di fumare trova applicazione non solo nei luoghi di lavoro pubblici, ma anche in quelli privati. I lavoratori dipendenti sono considerati “utenti” dei locali in cui prestano la propria attività lavorativa.

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

 

Roma, 21 gennaio 2005