COMUNICATO STAMPA
Contratto
metalmeccanici. Rinaldini (Fiom): “Tenere insieme salario e politica
industriale.” La categoria chiamata alla lotta per rimuovere
l’immobilismo di Federmeccanica “Siamo al fallimento di un’ipotesi di politica industriale e, assieme, di un’ipotesi di collocazione dell’Italia nella divisione internazionale del lavoro: quella che ha puntato ad acquisire competitività per le nostre imprese e per il nostro sistema-paese attraverso la compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori.” Lo ha detto Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil, nell’intervento conclusivo dell’Assemblea dei 500, promossa da Fim, Fiom, Uilm e svoltasi oggi, a Roma, al cinema Universal. “I continui annunci di crisi che colpiscono ormai i grandi gruppi come le piccole aziende dimostrano appunto - ha affermato Rinaldini - che è radicalmente sbagliata l’idea che le imprese industriali attive nel nostro Paese possano competere sul costo del lavoro invece che, come noi riteniamo da tempo necessario, sulla qualità dei loro prodotti.” “Giunti al quarto incontro della trattativa per il rinnovo del biennio economica del nostro contratto, - ha osservato Rinaldini - la Federmeccanica è ancora ferma alla sua offerta iniziale pari a 59,58 euro medi, lordi, a regime. In un atteggiamento di questo genere, non c’è evidentemente nessuna volontà di esplorare le vie che possano portare a un accordo.” “Nel momento in cui ci vediamo costretti ad assumere, con un primo pacchetto di 10 ore di sciopero, un’iniziativa di lotta, dobbiamo essere consapevoli - ha detto ancora Rinaldini - della necessità di tenere assieme tutti i problemi della categoria. Per noi le richieste salariali relative al biennio economico sono parte costitutiva di un nuovo progetto di politica industriale, ovvero di un progetto che deve portare le imprese a dotarsi di un diverso modello di specializzazione che miri alla competizione qualitativa.” “Qui occorre essere chiari: oggi - ha ricordato Rinaldini - ci incontriamo con Federmeccanica attorno a due tavoli distinti. Attorno al primo trattiamo sul biennio economico, mentre attorno al secondo parliamo di mercato del lavoro. In entrambi i casi siamo presenti, insieme a Fim e a Uilm, sulla base delle rivendicazioni che sono frutto della nostra elaborazione unitaria. Queste due trattative intendiamo portarle avanti contemporaneamente pensando, però, che non siano possibili scambi tra l’una e l’altra. Gli aumenti salariali vanno dati perchè sono una necessità sia per sostenere il reddito dei lavoratori sia per ridare fiato al mercato interno.” “Al tavolo contrattuale - ha proseguito Rinaldini - Federmeccanica ripete che vuole parlare di competitività. Ma cosa significa questa richiesta? Se significasse che le imprese vogliono acquisire un diritto di flessibilità totale nella gestione dell’orario di lavoro, cambiando le relative norme contrattuali, gli diciamo che questa sarebbe una strada impraticabile.” “Pensando a quanto accade in altre trattative, da quella appena avviata dell’agroindustria a quella aperta da sin troppo tempo della funzione pubblica, si ha invece l’impressione - ha concluso Rinaldini - che ci sia qualcuno, in questo Paese, che lavori per creare una situazione di blocco contrattuale. Se così fosse davvero, dobbiamo verificare la possibilità di arrivare a un momento in cui tutte le categorie impegnate nei rinnovi diano vita a un’iniziativa di lotta congiunta.”
Fiom-Cgil/Ufficio stampa Roma, 17 maggio 2005 |