COMUNICATO STAMPA
Congresso
Fim. Rinaldini (Fiom): “Non ci sottraremo a una riflessione unitaria
sulla trattativa contrattuale. Ma bisogna coinvolgere i lavoratori”
“Un anno fa, proprio in occasione del Congresso della Fiom, abbiamo accettato una sfida e abbiamo iniziato un percorso comune, il cui obiettivo era quello di costruire le condizioni per un rinnovo unitario del contratto dei metalmeccanici.” Lo ha detto Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil, intervenendo, a conclusione della mattinata, ai lavori del 16° Congresso della Fim-Cisl apertosi oggi a Marina di Carrara. “Abbiamo costruito una piattaforma unitaria, un documento politico che l’accompagna e un terzo documento che fissa precise regole democratiche per i rapporti reciproci tra Fim, Fiom, Uilm e tra i nostri tre sindacati e i lavoratori. Questi documenti – ha affermato Rinaldini – sono il risultato di una esplicita mediazione. Un risultato con cui, attraverso il referendum cui è stata chiamata l’intera categoria, abbiamo fatto un patto con le lavoratrici e i lavoratori.” “Come è stato ricordato anche da Giorgio Caprioli nella sua relazione – ha proseguito Rinaldini – noi ci troviamo oggi, in Italia, di fronte a una recessione che è una caratteristica negativa specifica che differenzia il nostro paese da altri paesi europei. Ma il punto è che la gravità della crisi e l’esigenza del rinnovo contrattuale non vanno contrapposti. E questo proprio perché ciò che ci ha portato alla crisi attuale è un’idea della competitività basata sulla compressione di salari e diritti dei lavoratori.” “Come ha sostenuto anche il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi, nell’intervento che mi ha preceduto – ha detto ancora Rinaldini – la nostra piattaforma salariale è quindi giusta. E proprio qui è il passaggio di fronte a cui ci troviamo, perché le risposte che abbiamo fin qui ricevuto dalla Federmeccanica sono, e cerco un eufemismo, preoccupanti in quanto lontanissime dalle nostre richieste.” “Federmeccanica ci sta proponendo, a quel che si capisce, uno scambio: potrebbe alzare le sue controfferte salariali – ha spiegato Rinaldini – se la trattativa si allargasse a temi connessi alla competitività delle imprese, a partire da ciò che viene definita flessibilità. Ma se prendiamo, ad esempio, il tema dell’orario di lavoro e se, come par di capire, la Federmeccanica volesse proporci di passare dalla situazione attuale – in cui il contratto, dopo il rinnovo del 1999, contempla ben 64 ore annue di flessibilità – a una situazione in cui per definire l’utilizzo di queste ore, invece di trattare con le Rsu, le imprese si limitassero a dare alle stesse Rsu una semplice informazione, ci troveremmo di fronte a un mutamento che toglierebbe qualsiasi ruolo al sindacato in fabbrica.” “Ci chiediamo tutti che cosa dovremmo fare se nel prossimo appuntamento negoziale del 21 giugno – ha osservato Rinaldini – non dovesse succedere nulla di nuovo rispetto a una situazione che tutti definiamo bloccata. Il segretario generale della Fim, Caprioli, ci invita a compiere dopo quella data una riflessione unitaria. Naturalmente, nessuno di noi intende sottrarsi a tale riflessione. Ma dico subito che ci sono questioni non agibili senza sottoporle al giudizio di quegli stessi lavoratori che hanno approvato la piattaforma con il referendum.” “Si è tornati a parlare di una riforma dell’attuale sistema contrattuale. Mi limito – ha detto ancora Rinaldini – a porre una domanda: c’è qualcuno che pensa che la Confindustria abbia delle idee interessanti circa tale riforma? E’ del tutto evidente che il vertice di Confindustria è oggi significativamente formato da imprenditori metalmeccanici. Come possiamo pensare che al vertice di Confindustria ci siano idee diverse dai comportamenti messi in atto da Federmeccanica nella nostra trattativa contrattuale? Penso quindi che la discussione su tale riforma vada considerata come successiva ai rinnovi contrattuali attualmente in corso.” “Concludo ricordando a voi e a me stesso – ha affermato infine Rinaldini – che assieme a Fim e Uilm ci siamo dati degli affidamenti reciproci e che, sulla base di questi affidamenti, abbiamo fatto un patto con i lavoratori.”
Fiom-Cgil/Ufficio stampa Roma, 15 giugno 2005 |