COMUNICATO STAMPA
Metalmeccanici.
Rinaldini (Fiom): “La riuscita di questa giornata unitaria di lotta
mostra quanto sia forte e diffusa l’esigenza di una nuova politica
industriale”
“La riuscita dello sciopero e delle manifestazioni di oggi, che è andata oltre alle nostre aspettative, mostra quanto siano forti e diffuse tra le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici l’esigenza di una nuova politica industriale e quella di una nuova politica per il lavoro.” Lo ha detto Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil, intervenendo a Genova al termine della manifestazione che si è snodata per le vie del centro cittadino, in occasione dello sciopero nazionale di 4 ore indetto per oggi unitariamente dai sindacati metalmeccanici. “L’iniziativa della nostra categoria – ha proseguito Rinaldini – ha posto come questione centrale nell’agenda politica del nostro Paese il problema del dissesto del sistema delle imprese e dei settori industriali più importanti del suo apparato produttivo.” “Nei prossimi giorni – ha concluso Rinaldini – riprenderà il confronto con la nostra controparte sui vari aspetti relativi al rinnovo del biennio economico del Contratto. Senza una svolta da parte di Federmeccanica, sarà necessaria una nuova iniziativa di lotta contro il blocco contrattuale di tutte le categorie che da tale blocco sono coinvolte.” Anche
gli altri componenti della segreteria nazionale della Fiom hanno preso la
parola nel corso delle iniziative che hanno punteggiato lo sciopero
odierno. “La
crisi industriale di Milano e di tanti comparti del settore metalmeccanico
si rispecchia da oggi anche in una crisi politica.” Lo ha detto Giorgio
Cremaschi, nel corso del comizio svolto
davanti alla sede dell’Assolombarda. “Abbiamo
bisogno – ha proseguito
Cremaschi – di un Governo che affronti i problemi irrisolti da anni,
dall’Alfa all’AsiRobicon, dall’Italtel, a Tecnosistemi, all’Innse
e a tante altre aziende coinvolte nelle crisi della Fiat, delle
telecomunicazioni, e di altre filiere produttive. Se chi guida questo
Governo ormai in crisi non è in grado di rispondere alle domande precise
che da tempo gli rivolgiamo, è ora che se ne torni ad Arcore e lasci i
cittadini liberi di decidere sul futuro del Paese.” “Siamo
però qui sotto l’Assolombarda – ha detto ancora Cremaschi – anche per ricordare le gravissime responsabilità della classe
imprenditoriale che da anni preferisce investire nella finanza e nelle
attività a reddito sicuro, piuttosto che nell’industria. Anche “Qui a Firenze, i lavoratori delle aziende metalmeccaniche e, in particolare, quelli del Nuovo Pignone, della Electrolux-Zanussi, della Gkn, della Mapec, hanno portato in piazza la loro apprensione e la loro preoccupazione per il futuro.” Lo ha detto Fausto Durante, intervenendo, davanti a più di 6.000 persone, al termine della manifestazione che si è snodata oggi nel centro del capoluogo toscano. “Anche qui – ha proseguito Durante – non mancano i segnali di una crisi industriale che, se non viene affrontata e risolta, può far peggiorare drasticamente le condizioni del settore metalmeccanico nell’intero territorio fiorentino. Proprio per questo, anche il segnale che viene da Firenze e chiede un’inversione di tendenza nella politica economica e nelle scelte degli imprenditori è stato forte e inequivocabile.” “Anche a Pontedera lo sciopero è riuscito e ha visto la partecipazione non solo della Piaggio, ma di tutte le aziende dell’indotto delle due ruote.” Lo ha detto Maurizio Landini, nel corso del comizio che ha tenuto nella cittadina della provincia di Pisa. “Questo
è già un primo banco di prova, in quanto nei prossimi giorni dovrà
svolgersi un incontro per discutere con “Anche da qui, un territorio che vede attualmente in cassa integrazione 3.000 operai Fiat e dell’indotto, intendiamo porre con forza il tema del rilancio del settore auto nel nostro Paese.” Lo ha detto Francesca Re David nel corso del comizio conclusivo tenuto oggi a Termini Imerese (Palermo). “Torneremo a chiedere con forza – ha affermato Re David – l’apertura di una sede nazionale di trattativa sulla Fiat. Allo stesso tempo, chiederemo un serio intervento pubblico di sostegno al mantenimento nel Paese di un’industria automobilistica degna di questo nome. Solo così sarà possibile dare un futuro a tutti gli stabilimenti Fiat.”
Fiom-Cgil/Ufficio
stampa Roma,
15 aprile 2005 |