COMUNICATO
STAMPA
ThyssenKrupp. Cremaschi (Fiom): “Se le cose non cambieranno, è difficile che si possa arrivare a un’intesa” Giorgio
Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil e responsabile per la
siderurgia, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione. “Il
documento che ci è stato presentato dalla ThyssenKrupp, nell’incontro
svoltosi a Palazzo Chigi nella notte tra il 31 gennaio e il 1° febbraio,
non presenta alcuna particolare novità sul progetto industriale. Le
posizioni definite nel testo ribadiscono quanto l’Azienda sostiene dal
novembre scorso, cioè da quando ha deciso di mettere in discussione
l’accordo siglato a febbraio 2004 e ribadito a giugno dello stesso
anno.” “L’Azienda
conferma brutalmente la chiusura del magnetico, senza alcun chiarimento.
Annuncia una fase critica per le fucine, per le quali si riserva una
decisione alla fine dell’anno. Definisce un programma di investimenti
che in nessun modo compensano le perdite produttive. Non discute delle
consociate. Annuncia 155 esuberi, da coprire con la mobilità fino alla
pensione. L’unico segnale è l’esplicitazione dell’intenzione di
confermare i contratti a termine, anche se l’Azienda non aveva mai
minacciato di non farlo. Nella sostanza, si conferma il fatto che
l’Azienda, finora, non ha manifestato disponibilità a un’effettiva
discussione sulle sue scelte industriali, mentre si è limitata a
coinvolgere il sindacato solo sulle conseguenze occupazionali di quelle
stesse scelte.” “Grave poi è il rifiuto dell’Azienda di discutere le motivazioni della chiusura del magnetico e di verificare possibili soluzioni alternative nell’anno di tempo che ci separa dalla definitiva cessazione della produzione.” “Siamo quindi di fronte a un’Azienda che non ha ancora iniziato una vera trattativa sulle sue scelte industriali le quali, è bene sottolinearlo, smentiscono totalmente precedenti accordi. Inoltre, l’Azienda non ha ancora fornito quegli elementi concreti che fanno di una semplice dichiarazione d’intenti un vero e proprio piano industriale. Complessivamente, non abbiamo elementi sufficienti per dire che lo stabilimento ternano è stato messo in sicurezza rispetto al proprio futuro.” “Il Governo, sinora, ha assunto una funzione di pura interlocuzione mediatoria tra le parti. Alle dichiarazioni roboanti di suoi esponenti sulla stampa, non è seguito un conseguente comportamento al tavolo di Palazzo Chigi. Siamo di fronte al fatto che il Paese perde una produzione strategica e un’Azienda multinazionale apre un processo di mobilità mentre ha ottimi bilanci e mentre, da parte governativa, non ci sono reazioni adeguate.” “Se le cose non cambieranno, vedo estremamente difficile che si possa arrivare a un’intesa.” Fiom-Cgil/Ufficio
stampa Roma, 1° febbraio 2005 |