Bombassei e la "campagna dei sabati" - di Fernando Liuzzi (www.rassegna.it, Rassegna sindacale, n. 47, dicembre 2005) Avete in mente il paradosso di Achille e della tartaruga? Si tratta di un singolare ragionamento attribuito dalla tradizione a Zenone di Elea, un filosofo greco vissuto in Sicilia nel 5° secolo avanti Cristo. Secondo tale paradosso se il “piè veloce Achille” – ovvero l’uomo che, nell’immaginario ellenico, rappresentava il corridore eccellente – si fosse posto a inseguire una tartaruga, l’animale più lento del mondo, per il solo fatto che la tartaruga era partita prima non sarebbe mai riuscito a raggiungerla. Come dice la parola stessa, questo è un ragionamento paradossale, ovvero contrario all’opinione comune, volto a dimostrare, su un piano puramente logico, la verità di un’affermazione di per sé incredibile. Gli studiosi della materia ancora discutono sul senso di tale paradosso. Ma, al di là dei suoi significati originari, l’immagine dell’irraggiungibilità di qualcosa che appare via via più vicina può essere utile per descrivere la situazione in cui è precipitata, la settimana scorsa, la vicenda del rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Dopo la manifestazione nazionale fatta a Roma il 2 dicembre scorso, nell’ambito di uno sciopero generale di otto ore per turno, si era sparso un moderato ottimismo sulle prospettive di questa vicenda. Ottimismo basato sul fatto che, pur restando assai significative le distanze tra le parti sui punti di merito della trattativa, le parti stesse – e cioè, da un lato, Fim, Fiom e Uilm, e, dall’altro, Federmeccanica e Assistal – dichiaravano contemporaneamente la convergente volontà di arrivare a un accordo “entro Natale”. Ma ecco che, quando la meta agognata da un milione e seicentomila lavoratori della categoria poteva essere considerata più vicina, improvvisamente è apparsa quasi irraggiungibile. A precipitare la trattativa nella crisi è stata un’iniziativa, per così dire, esogena rispetto alle dinamiche interne all’universo metalmeccanico propriamente detto. Con un’intervista pubblicata da Il Sole-24 Ore il 6 dicembre, il vicepresidente della Confindustria con delega alle relazioni sindacali, Alberto Bombassei, ha dato avvio a una campagna di stampa che passerà alla storia delle vicende contrattuali italiane come la “campagna dei sabati”. Il problema dei problemi dell’industria del nostro paese, secondo Bombassei, sarebbe che in Italia si lavora relativamente troppo poco. E poiché nei giorni che vanno dal lunedì al venerdì tutti appaiono abbastanza indaffarati, la geniale soluzione del problema prospettata da un aggrondato Bombassei sarebbe semplicissima: lavorare anche il sabato. Una soluzione desiderata da tutti, compresi i lavoratori naturalmente, ma osteggiata dalla cultura retro che pervade le menti dei sindacalisti. Di qui la parola d’ordine lanciata dall’imprenditore bergamasco: abbattere il tabù del sabato festivo. In realtà, tutti sanno che in molte imprese metalmeccaniche il sabato si lavora alla grande. Così accade in siderurgia, nell’auto e nei settori i cui prodotti sono caratterizzati da un’alta stagionalità o da un più stretto rapporto con le esigenze temporali dei committenti. Lo scopo di Bombassei era dunque palesemente diverso da quello dichiarato: non spingere dei sindacalisti recalcitranti ad accettare il lavoro al sabato, ma accerchiare i metalmeccanici con un un’abile campagna di opinione volta a ottenere il totale dominio delle imprese sugli orari di lavoro. Orari che, invece, vengono attualmente e ragionevolmente contrattati in fabbrica dalle Rsu entro la cornice fissata dal contratto nazionale del luglio 1999. Questa campagna, aggiunta alla reticenza reiterata di Federmeccanica circa le cifre di un possibile aumento salariale, ha avuto effetti devastanti sulla trattativa, culminati nella decisione di una Fim ormai priva di pazienza di ritirarsi, venerdì 16, dal tavolo negoziale. Lunedì 19 le segreterie di Fim, Fiom e Uilm hanno però rilanciato unitariamente la palla nel campo di Federmeccanica, chiedendo un “profondo cambiamento” delle sue posizioni per “riaprire il negoziato e concludere positivamente la vertenza senza scambi impropri”. Natale, ormai, è alle porte. Riusciranno, i nostri eroi, ad afferrare il contratto?
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