COMUNICATO  STAMPA

 

Alcaltel. A Trieste, sciopero unitario contro il trasferimento di un delegato a un’azienda terziarizzata. Cremaschi (Fiom): “Sleale il comportamento della multinazionale”

 

“Siamo di fronte a un atto di slealtà senza precedenti. L’azienda per due anni ha trattato con la Rsu, mentre lavorava per espellere dalla fabbrica un suo componente.” Lo ha detto Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, parlando oggi ai lavoratori dell’Alcatel di Trieste in sciopero nel corso di un presidio effettuato fuori dalla fabbrica.

I 250 lavoratori dello stabilimento triestino hanno accolto l’invito delle Rsu e dei sindacati territoriali Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil per protestare contro la decisione della multinazionale francese di trasferire un delegato della Fiom a un’azienda terziarizzata ceduta alla Tnt.

Questa decisione è stata presa dall’Alcatel dopo che la magistratura ha parzialmente rivisto una sentenza del 2002, nella quale un precedente trasferimento era stato annullato.

“Siamo di fronte ad un attacco ai diritti sindacali - ha detto ancora Cremaschi - fatto apposta per intimidire i lavoratori, per creare in fabbrica un clima di paura atto a far passare ristrutturazioni e peggioramenti dei diritti. Per questo lo sciopero è importante e manda un segnale chiaro: non si risolve la crisi industriale colpendo i diritti fondamentali dei lavoratori.”

“L’atteggiamento di Alcaltel come quello di altre aziende alla ripresa autunnale - ha concluso Cremaschi - è però proprio quello di chi minaccia i diritti dei lavoratori. Questi comportamenti smentiscono le buone intenzioni della Confindustria e preparano un autunno di conflitti sociali determinato da una sola ragione: la volontà delle imprese di colpire ancora il salario, i diritti e la libertà nei luoghi di lavoro.”

Centocinquanta lavoratori dell’Alcaltel di Trieste hanno intanto sottoscritto un documento di solidarietà per il delegato colpito dall’atto discriminatorio, chiedendo all’Azienda di ritornare sulle sue decisioni.

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

 

Roma, 30 agosto 2004